Voto:
Per me "La pappa del cuore" è invece uno dei brani più riusciti di Enzo Carella, per musica e soprattutto per le parole.

Da "Lineamenti di filosofia del diritto" (Hegel, 1820):
È questo l'intento principale della superficialità: basare la scienza, invece che sullo sviluppo del pensiero e del concetto, piuttosto sull'immediata percezione e l'accidentale immaginazione, e parimenti far sì che quella ricca articolazione dell'etico in sé, la quale è lo Stato, ossia quell'architettonica della sua razionalità la quale, mediante la distinzione determinata delle cerchie della vita pubblica e delle legittimazioni di queste cerchie, e mediante il rigore della misura con cui ogni pilastro, arco e contrafforte si regge, fa procedere la forza del tutto dall'armonia delle sue membra, fare sì che questa plastica costruzione venga lasciata dissolversi nella pappa «del cuore, dell'amicizia e dell'entusiasmo» [ ... ]. Con il semplice rimedio casalingo dí basare sul sentimento ciò che è l'opera, invero più che millenaria, della ragione e dell'intellezione di essa, ci si risparmia certamente tutta la fatica dell'intendimento razionale e della conoscenza guidati dal concetto pensante [...].

Questa è la pappa del cuore, che in fondo è un po' la normalità del vissuto dell'uomo contemporaneo. Grande Panella, e grande anche Carella :)
Pooh Parsifal
13 mag 22
Voto:
I Pooh, come Adriano Pappalardo (Oh era ora, Immersione) e in parte anche Cocciante (Mu), hanno fatto degli autentici capolavori, poi messi in cantina forse per delle carriere più comode e remunerative... Un ottimo disco! I Pooh non li sopporto, ma nel merito dell'opera questo è un gran bel disco!
Voto:
Non so se sia stato il miglior disco del 2014 per quanto riguarda la musica d'autore italiana (ma solo perché non ho presenti gli altri dischi usciti9.
Sicuramente un disco molto godibile, ha dei pezzi sicuramente molto ben riusciti (Cantautori, Là dove nascevano i melograni, Mare mare mare con un ottimo Giorgio Conte), altri meno (Sono chi sei sono chissà).
Voto:
Modifica alla recensione: «---». Vedi la vecchia versione Sfinge - Enzo Carella - recensione Versione 1
Voto:
Comunque alla sua "perfetta letizia" preferisco quella di Branduardi, se non altro perché mi sembra più autentica. Non me ne vogliate.
Voto:
Il Capossela "viulento" lo digerisco un po' a fatica, ascolto dopo ascolto spesso però ci riesco. Ho fatto meno fatica a digerire "Canzoni a manovella" o il bellissimo "Da solo", più fatica con "Canzoni della cupa" e ancora di più con "Marinai, profeti e balene", ma una volta digeriti sono stato molto molto soddisfatto!
Anche questo mi sa che farò un po' fatica a mandarlo giù, ma mi metterò d'impegno certo che ne varrà la pena. Inizio però con "La belle dame sans merci", il porco ci metterò un po' di più: tutta quest'allegria va presa a piccole dosi.
Voto:
L'album in sé lo trovo più debole di altri capolavori (tipo All things must pass o Living in the material world). Ho trovato questa bella playlist, creata proprio in virtù delle vicissitudini attraversate dal disco per arrivare alla versione finale, dalla quale sono state rimossi alcuni brani inizialmente presenti.


Fosse stato pubblicato così avrebbe di certo meritato di più.
Io stesso sono molto restìo a comprare il disco, non amandolo particolarmente nella sua versione finale.
Trovo osceno che dal disco "originale" siano stati tagliati fuori brani come "Tears of the world" o (soprattutto) "Sat singing".
Voto:
A me piace pisciare fuori dal vaso: questo lavoro lo reputo mediocre e, salvo qualche brano, è qualche spanna sotto il bellissimo New.
La conferma la dà lo stesso GrantNicholas: "c'è una tale semplicità ed immediatezza che tre settimane di ascolti non avrebbero cambiato nulla". Traduzione: è talmente pop che non c'è molto da approfondire.
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