Voto:
Ecco. Gli Only Ones. Quéli. Proprio. Colto nel segno bene, bene, bene. Bràv. 👌👌👌
Voto:
Per come posso vederla io, ti sei salvato nella chiosa conclusiva. Ché insultare Mother Frank t'avrebbe qualificato ai miei occhi quale cialtrone scellerato. E, invece, così mi risali ad un 5 di rece: perché ne comprendo il senso. Invidio il tuo esser stato a quella gig: ritengo il live del periodo "Press The Eject And Give Me The Tape" uno dei migliori lavori del genere in assoluto. Compresa la versione di "Bela" ivi contenuta: mooooolto migliore rispetto a quella di studio che sei andato oggi a raccontare, secondo me. Personally, tengo i Bauhaus di "The Sky's Gone Out" sopra il resto; e mi spiacque assai che poi presero a volar piatti fra quei musicisti, perché sennò pure il successivo "Burning From The Inside" avrebbe finito con l'esser la tanta roba che, invece, più non fu. :-(
Voto:
Negli '80 nelle indies ci lavoravo, i Litfiba di allora erano il miglior live act possibile qui da noi assieme ai CCCP. Detto questo, il loro rendimento in studio e' stato pressoché SEMPRE diametralmente opposto: gran bei pezzi sparsi, fra 7", EP e compilation, ma i 33, ecco.... :-(. Fra i replies qui sopra, leggo una pletora di condanne a "3": boh, personalmente lo ritengo invece l'unico loro lavoro full length dotato di una qualche logica e struttura. Post-primo abbandono di Maroccolo, comunque, io i fiorentini presi ad evitarli con cura. A successiva ragion veduta, facendo pure bene, secondo me... ;-). Do il massimo dei voti alla rece, perché citare "Luna" come brano fondamentale degli '80 Litfibiani e' un colpo di classe. Evidentemente inviso a loro stessi, ché praticamente presero ad ignorare - espellendolo dal proprio repertorio - prestissimo, lo reputo invece anch'io un brano da antologia. Ma mi sa che in tanti mica siamo. :-)
Voto:
(.....Mìììììììììì, che dibattitone s'è scatenato, in testa a questi replies......MAH! :-0)

In articulo mortis, revitalizzarono d'amblé la Gniù Uéiv, differendone la fine ben oltre la loro stessa (Housemartins, Wooden Tops, seconda vita dei Waterboys e pure Wedding Present devono TUTTO, a 'sti tizi) con il loro poppettino prima tutto nervi, eppoi magniloquente. Già questo, basterebbe a renderli eterni. Epperò, mi vien da dire una cosina che, a trent'anni dal loro decesso, non m'è accaduto di leggere, sul loro conto: e cioè che, post-Smith, niuno e nisciuno nella successiva storia del r'n'r saprà più parlare di politica. Da etero ed onnivoro, dico che non conosco NULLA che abbia saputo comunicare erga omnes, e contribuito a sdoganare PER DAVVERO, temi come l'omosessualità, od il vegetarianesimo inteso nel suo impatto ambientale. Rece ottimamente scritta: a lot of compliments. :-)
Voto:
Mi permetto di non votare l'opera, perché, in tema di live dei DS, personalmente trovo tuttora insuperato il mini-LP che la A&M licenziò subito prima di "The Medecin Show", dal titolo "This Is Not The New Dream Syndicate Album-Live!". La versione ivi contenuta di "Tell Me When It's Over" e' strappa mutande.💓
Voto:
Credo di aver interpretato non benissimo un tuo assunto: in che senso i JK si differenzierebbero dalle atmosfere plumbee e stagnanti del post-punk inglese del periodo?
Voto:
Ma, a me questa tua disanima quasi sociologica dell'ascolto-indie italico e' piaciuta molto. Io c'ero, e confermo: eravamo troooooppo intelligenti, noialtri, per non guardare con sufficiente ribrezzo a chi faceva da colonna sonora ai lenti discotecari dei Cremini (ché i Panozzi eran ben i là da ancor venire, nei fine '70) con "Heart Of Glass". Personalmente, divenni più misericordioso quando Cronenberg, di lì a pochino, trasformò la Debbie in una sorta di dolente Madonna nel suo epocale "Videodrome": a quel punto, adorando il film, mi aggradai di ascoltarli con orecchio finalmente sereno. Son da smart, non riesco a votarti come converrebbe: del caso, tralascerei giudizi sull'album, au contraire ti appiopperei un 5 (CINQUE) pallette alla rece. Bravo. Noialtri punk/post-punk/no&newwavers ChissàCheCazzoCiCredevamoD'Essere, alla fin fine.
Voto:
Attacco al cuore di plastica. (cit.)
Voto:
Per essere bella, la rece e' molto bella. D'altronde, parlare di un'opera di H.P.Lovecraft non può che portare a scrivere in tal modo e maniera. Al limite, avrei fatto anche un accenno un pelo più specifico alla prima parte della "Trilogia Di Cthuluh".
Voto:
Mah. All'epoca, amai (molto, moltissimo) "Head Over Heels", ed il 12" "Spangled Banner"/"Pearly...(qualcosa, boh)...Drops". Au contraire, questo lavoro lo trovai ridondante e barocco: già un tre anni dopo, in tema di sonorità evocative, il post-rock degli Hugo Largo avrebbe finito con lo scavare un imbarazzante solco fra le loro produzioni e la pesantezza formale dei Cocteau. Ma e' un parere mio, ed un problema altrettanto mio. Circa la Frazer: talentuosissima, ma umanamente incagabile. Saliva su di un palco se le garbava: eppoi, se altrettanto le garbava, cini a col cantare, come anche no. Ecchéccazzo. Ciò a prescindere, sottonoto pure quanto mi fece sorridere il successivo gran successo italico di Elisa, che la scimmiottava priva di vergogna alcuna. Vabbè. Ciao, e buonanotte.
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