Voto:
P.S.: il mostro dei mostri è però Mihai Eminescu, che morì a soli 39 anni nel 1889 dopo aver praticamente fondato la letteratura moderna romena attraverso il proprio approccio simbolista. Ma fu un intellettuale a vastissimo raggio.
Voto:
Il cinema romeno recente è più ricco di quello italiano. Fra i registi emergenti, oltre all'arcinoto Mungiu, segnalerei appunto Puiu, ma anche Netzer, autore del premiato "Il caso Kerenes", e Radu Jude, autore del drammatico bianco e nero sui rom nell'Ottocento "Aferim". O l'originale Corneliu Pourmboiu. O Tudor Giurgiu, che girò "Despre oameni și melci" ("Su uomini e lumache"), umoristico, ma anche drammatico, ovviamente, come altri, non tradotto in italiano.
Nae Caranfil girò a propria volta "Closer to the Moon", che ben rappresenta questo genere di approccio; lo ritroviamo anche nel divertente, ma ripeto, drammatico, "Filantropica" e in "Asfalt Tango", sempre di Caranfil. Invidiatemi, perché li posso vedere in originale: ne vale davvero la pena.
E' spesso un cinema crudo, con elementi surrealistici.
La Romania ha anche una letteratura ricca. Il gigante d'oggi è il visionario Mircea Cartarescu, che con la trilogia di "Abbacinante" ricostruisce una storia nazionale ed una familiare intersecandole con un approccio visionario di grande impatto. O il perenne candidato al Nobel Norman Manea. Hertha Muller è di lingua tedesca, anche lei notevole. Ma il Novecento ha avuto grandi autori, come i poeti Bacovia e Arghezi, simbolisti, o Marin Preda, autore de "Il più amato fra i mortali", da cui Șerban Marinescu trasse un notevole, dolorosissimo film.
P.S.: sulle ragazze romene: in campagna sono molto tradizionaliste; in città., piuttosto disinibite. E quasi sempre carine, se non proprio belle.
U2 One
23 dic 18
Voto:
"One" ricordiamolo, riguarda essenzialmente l'unificazione tedesca, come si vede benissimo dal testo, essendo scritta con la doppiezza caratteristica di mr. Hewson, per cui significa qualcosa di più di quel che sembra; l'intero disco fu registrato a Berlino, fra l'altro. Quanto al pezzo in sé, non starei a condannare la promozione dell'amore, chiamiamola così, che veicola: forse una parte dei problemi di oggi, non certo sul versante geopolitico, ma su quello dello sfaldamento comunitario, nasce proprio dal gusto per lo smerdamento, per lo sputtanamento di ogni genere di volontà costruttiva, positiva, il che non vuol dire votare Renzi o Berlusconi, ma saper articolare verso l'esterno la propria volontà di trasformazione, e questo non si può fare partendo da un ombroso nichilismo o compiacendosi della propria stessa meschinità cercando di riscontrarla nei grandi Capri Espiatori, sempre loro, i primi da colpire per sembrare degli intenditori (ma de che?). Quindi questi testi, così diretti e semplici, di solito li apprezzo e non li accosterei mai alle porcate cui li vedo purtroppo (per te) accostati nella recensione, che sono banali, privi di spessore e scontati. Infine: a me tutti i discorsi sui giri armonici, e ancor più quelli sull'esecuzione, o sulla bravura degli strumentisti, sembrano nel complesso infantili, se un pezzo dice qualcosa di forte.
Voto:
Il film è notevole. Tema centrale, la responsabilità dello scrittore verso il proprio pubblico, un po' come in "Misery", che giustamente citi. Il processo osmotico fra il Sé e l'Io profondo, incarnato dalla bellissima Green, è perfettamente raffigurato da Polanski. Dubito che a 84-85 si possa fare di meglio...
Voto:
Interessantissimo! Ottima l'idea delle citazioni.
P.S.: anche a Janis il blues guastò la salute… O era il suo guasto interiore a spingerla al blues? "I've got the blues", dicono, del resto, come se fosse una malattia appunto (la malattia della tristezza che si somatizza...). Pure, fra i tanti, un altro:
Voto:
Eastwood gira ottimi film soprattutto perché ha le idee chiare, una leva che gli consente di essere visionario, pur senza essere lisergico. Ha trovato un perno, ormai da moltissimi anni, e il suo cinema gira su quello. Non problematizza se non superficialmente. Taglia a fette la psicologia umana, ma in questo ricorda Hitchcock, i cui film "psicologici", da "Marnie" a "Io confesso", sono molto semplici, ma funzionano per il suo cinema d'azione.
Voto:
Toglierei qualche avverbio in "-mente"... 😊 Sempre bravo e dispensatore di chicche, però
Voto:
Consiglio "Il ritorno"...
Voto:
Qui il commento di chi ha letto i testi e non parte troppo prevenuto (anzi!): Viaggio dentro "Songs of Experience" - Il disincanto, l'amore, i figli e la morte - Spettakolo.it
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