Voto:
Caro Silvietto, ti arrivi sincero un abbraccio fraterno di comprensione.
In realtà io, padre di una figlia neolaureata, non ho mai avuto problemi a proposito dei di lei ascolti giovanili, forse perché allevata all'ascolto passivo di quanto la collezione paterna/materna le riservava e, comunque, godendo io anche della fortuna che, nonostante la sua età, gli ascolti rappetrappe non l'hanno mai coinvolta punto. Però, da un paio d'anni, un suo coetaneo, bravissimo ragazzo e laureato col massimo dei voti, è stato assunto e mi affianca nel laboratorio ove, ahi ahi, appena mi volto collega il suo infernale smartphone all'impianto audio ove di solito girano Miles Davis, Beatles e quant'altro il recente cinquantennio ci abbia offerto. Visto che le minacce di ritorsioni fisiche non lo tangono punto ho tentato di avvicinarmi al suo mondo di autotune, rimacce baldracche, liti di suburbia, insulti ai rivali e desideri di superauto, supertette e di grandi ricchezze estorte con facilità armata.
Risultati risibili, per non dire nulli, come ci si potrebbe aspettare.
Uno della nostra età, Silvietto, per quel che può servire, distingue benissimo la povertà desolante delle basi orgogliosamente vomitate da "producer" che, in ambito minerario, renderebbero certo mille volte meglio, ed anche comprendiamo i limiti sintattici e linguistici cui i malcapitati rappotrappers debbono sottostare, per loro impedimenti culturali quanto pratici.
Però mi pare di poter condividere con te il ricordo di quando, quattordicenne, venivo sorpreso ad ascoltare "Never mind the bollocks" o "Ha ha ha!" da amici o parenti anche poco più cresciutelli di me, che tacciavano i miei ascolti di povertà stilistica, di evidenti limiti tecnici e di caparbio nichilismo nelle liriche. Rimpiangevano di aver sprecato tempo, fin dalla mia infanzia, a sottopormi Beatles, Pink Floyd e meraviglia varia, neppure sospettando, i poveretti, che la "loro" musica l'avevo ingoiata ed assimilata ed ora mi accingevo a sfamarmi del nuovo che avanzava, che, per inciso, la musica "vecchia" l'avrebbe poi assimilata, appunto, compresa ed usata per creare quel nuovo che, appunto, stava avanzando. Se era chiamata "Nuova Onda", insomma, una ragione doveva esserci pure...
Che dire? Lazza, ma anche i suoi consimili, mi è stato ammannito dal collega giovane e un po' il suo mondo l'ho sfiorato, rendendomi poi conto che, come per la musica lirica, non nutro per esso interesse nè inclinazione alcuna, ma per l'uno non mi applico per disgusto della sua pochezza mentre per l'altra, ahimé, per evidenti miei limiti culturali e di formazione.
Nessuno siam perfetti, ognuno ci abbiamo i suoi difetti.
Ohibò, 5 stars a te e zero all'ascolto.
Rinnovo l'abbraccio.