Quel puzzone stagionato di
@[imasoulman] denuncia un, forse passato, blocco dello scrittore, sospettiamo derivante da impedimento d'origine intestinale, forse più semplicemente, aveva il belino girato au contraire, chissà...
Poi te lo ritrovi a recensire un disco del genere di un artista del genere, tutto torna a posto e possiamo anche fare finta di non sentire le orrende esalazioni di gas corporali che egli emette in continuazione, le patologie intestinali sono lunghe da debellare...
Poi, diciamolo, ci coglie il dubbio che, sulle Ande, di camosci non ne alberghino, chissà, e che il vecchio rinco piemontardo, di camoscio, non conosca che quello D'Oro, venduto ad €. 1,60 all'etto al banco salumeria del supermercato, prontamente adagiato all'interno di una fragrante michetta...
Poi c'è lui, Gillo Scotti Erano, che rappresenta un modo d'intendere la poesia in musica, un progredir di parole in flusso cosmico senza, sia chiaro, prendere sottogamba il tappeto musicale su cui il testo poggia, irto di accenti soul e funk in morbidezze rhythm'n'blues, tutto duro e puro, tutto lucente di sincerità ed impegno.
Opere genitrici del rap? Certo, si sa, ma vabbè.
Bel ritorno, boia faus, bel ritorno.