Dislocation

DeRango : 22,33 • DeEtà™ : 3007 giorni

Voto:
In effetti, caro Lulù, è inutile negarsi che la discografia del Principe, diciamo fino a tutti gli ottanta, era veramente qualcosa di speciale ed unico, nel panorama italico, fatta salva l'ovvia derivatività dallo Scibile Dylaniano, sia nel modo di porre le liriche sia in quello di assemblare semplici acordi e struggenti inni alla Diversità nell'Eguale e dell'Uguaglianza tra Differenti.
L'ermetismo dei primi due/tre dischi lasciò poi o spazio a dolci liriche di più semplice comprensione, fino a poi scivolare in un andazzo certamente di non comune ricercatezza ma vestito da musiche che scivolarono verso certe espressioni roccheggianti che mal gli si attagliavano (vedi il testo tagliente d "L'Agnello di Dio" e le sua musica totalmente fuori quadro rispetto alle liriche...) o verso ballate romanticone dai toni leggeri e volutamente, ricercatamente "pop"...
Però il Principe è il Principe, al di là dei suoi atteggiamenti schivi, oggi addolciti dalla vecchiaia, e di alcune sue scelte discutibilissime, come la reunion con Venditti in cui ognuno interpreta brani dell'altro, una specie di Luna Park del cantautorato, in cui Antonello certo sfigura vicino alla innegabile superiorità stilistica del vecchio amico...
Mettici poi che a me garbano assai le recensioni in cui si parla di sugo per gustare la pasta...
Voto:
Mi guardo bene dal gettarmi anima e corpo in una discussione come quella di cui poco sopra, a proposito dell'antitesi tra rock e disco, tanto qualunquistica quanto degna di dibattiti dell'approssimativa lunghezza di un duecento/duecentocinquanta ore di confronto, animato anche da armi bianche e da sparo, leggere, però, non oltre il calibro nove corto, direi.
Posto ciò, osservo, con un flebile sorriso che modifica solo in parte la mia indifferente espressione facciale, che devi essere un po' più vecchio di me, per forza, che nel 77 inseguivo i più grandi, le idee, le balbuzienti meraviglie e le splendide miserie di un Movimento in essere ed in perire come solo un quattordicenne schieratissimo politicamente, in piena tempesta ormonale e con una batteria Ludwig in camera da letto poteva fare.
Gradisco moltissimo, e moltissimo se ne è discusso, in queste pagine, le recensioni di un'opera che pongono la stessa, pur se oggetto dichiarato della pagina, quasi ai margini, e la usano come colonna sonora di una fetta da vita da raccontare a chi ne vuol leggere, da posizionare nello spazio e nel tempo, ad uso, consumo e critica dell'incauto lettore che viaggia tra le sue righe meglio, più speditamente e comodamente, certo, che in quella scassatissima 500 cui accennavi.
Personalmente io e molti miei simili risolvemmo la questione in maniera forse più acritica ma senz'altro più indolore di molti altri della nostra generazione, quelli che dileggiavano il mondo delle discoteche, sì, ma anche quelli che organizzavano la caccia al punk perchè di certo fascio (???), od anche di quelli che guardavano schifati i loro consimili che discutevano di tecnica musicale e di assoli, incapaci, loro, di apprezzare una cosa chiamata musica se priva di cassa in quattro e basso pompante che inducesse il soggetto al ballo, così, fine a se stesso e senza alcun impegno che non fosse quello fisico. Ecco, alcuni di noi, che masticavano musica fin da infanti, nutriti a Beatles e King Crimson, a Traffic e Frank Zappa, che abbracciavano la Nuova Ondata dopo aver digerito il punk, che adesso adoravano le Ultravoci e gli Strangolatori, ora, come per un processo osmotico-musicale, godevano dei gruppi che dal punk uscivano e creavano cose nuove, con un cantante ancora ancorato alla rabbia londinese ma un batterista che squadrava il tempo in quattroquarti perché il bassista ci ricamasse sopra, essenziale ed incisivo, intanto che il chitarrista teneva il tempo come un nero della band di Isaac Hayes ed il tastierista, oh, sì, armonizzasse note sempici ma sublimi come i tedeschi di Dusseldorf insegnavano.
Ecco, per dire, che porta di Stargate è stata la tua recensione.
Voto:
Non ti conosco per nulla ed, anzi, approfitto per darti il benvenuto in quest'antro malfrequentato, son affari tuoi, d'ora in poi... Sempre sia lodato chi la butta lì sul jazz, su qualsiasi jazz, e ne scrive sul DeB, pr cui bravo, bene, settepiù.
Poi, magari, se ci includevi anche due/tre nozioni su cosa fosse stato questo disco alla sua uscita, dopo cosa veniva, che so, di quali inenarrabili bellezze era degno preludio... niente, solo una sequela di cazzi anzichenò e di concetti da te solo, mi vien da dire, compresi e/o conosciuti, così, quasi a voler stupire gli astanti per forza... Ora, amico mio, posto che il suddetto Ornetto Colemanno lo adoriamo sugli altari e ben lo vediamo seduto alla destra del padre, ecco, per un disco così qualcosina di più esplicativo, dico quasi a livello scolastico, se mi capisci, ecco, tutto questo un po' me lo sarei aspettato od, in assenza di ciò, anche un giudizio tuo personale, espresso con un lessico magari spartanamente aperto, anche se non necessariamente a sterili neologismi o a turpiloquio un po' fine a se stesso.
Ecco, insomma, ho detto.
Se permetti, ti aspetto alla prossima.
Suorah Into Me
8 gen 23
Voto:
A volte la brevità aiuta.
A volte.
Anche quella mentale.
Voto:
Fast Food Narrativo.
L'hai detto, fratello.
Voto:
Per la cronaca: Maurizio Dolieri a Cesareo gli cambia le corde e gli pulisce casa.
AA. VV. Limes
17 dic 22
Voto:
Attribuendo a Limes la spiegazione delle MilleMila varietà del grigio, mai sconfinante nel bianco o nel nero, che lì ci sono già troppi a descriverli, hai centrato, a mio modesto parere, la missione di quel fogliame così prezioso nell'asfittico panorama dell'editoria italica e non solo.
Ah, poi... Non so da te, qui il Centro Storico è il luogo ideale per certi ammmmmmmori lì...
Voto:
Si può apprezzare il punk dei 90 avendo visto nascere quello dei 70?
Si può non pensarci troppo e divertirsi, lasciarsi andare, constatare che si tratta solo di divertimento all'americana, semplice e sempliciotto, i cui estensori difficilmente azzeccano un terzo disco.
Però il divertimento era assicurato, con loro e con ad altri esponenti della stessa ondata.
Il problema, forse, è che s'invecchia.
Voto:
Ben pensato e meglio esposto.
Non era facile parlare di un disco simile senza cadere in lodi sperticate od in risaputi complimenti da fan.
Era uno sporco lavoro ma @[Conteverde] l'ha fatto.
Voto:
Bene, il nostro caro confratello @[Ilovemusic] entra ufficialmente a far parte della già nutritissima schiera, sul DeB, di coloro che, di fatto, dispongono di poche idee ma, basta leggerlo, ben confuse.
Arroganza, supponenza infantilismo e pochezza disarmante, in compenso, non gli difettano, convinto com'è che percuotere in tasti d'un pianoforte gli conferisca autorità da giudice supremo.