@[Geenooofficial] @[ZiOn] @[withor] @[CYPHER] @[hjhhjij] Et omnes in situ.
Va detto, amici miei e sodali carissimi, che l'autonominatosi monarca (più mona che arca, in effetti, anzi, solo mona...) dai più conosciuto come
@[lector] (ma in certi ambienti, da anni, soprannominato Wanda la Rossa), esprime impunentemente pareri tecnico-musicali di cui si può fare a meno come della cipolla in pasticceria.
E' però arcinota la sopportazione del pubblico DeBaseriano che da anni porta le stigmate dei suoi interventi, ben impersonato dal sommo
@[G] che, pur di averlo il meno possibile in giro tra lo scroto ed il perineo lo nominò pure *Evangelista*, termine generico derivante dall'aramaico classico e significante, per alcuni "Insopportabile trombone con l'accento indegnamente campano" e per i più "rompicoglioni di rarissima et pregevolissima fattura".
Ciò detto, amici e compagni, di rado, sempre più di rado, bisogna pur riconoscergli una flebile luce di ragione che gli attraversa quel che rimane di un cervello che i suoi augusti genitori tanto faticarono per indurre a studi che non fossero unicamente versati al culto del Gaymachismo in salsa magnagreciate, con alterni, bisogna dirlo, risultati.
Quindi, e concludo, non risulta del tutto priva di verità la sua, per i più incauta, affermazione riguardo alle carriere di Giuseppe Daniele et Lucio Dalla.
Egli, però, come spesso gli accade, data la sua impossibilità a trattenersi nei pindarici voli della sua fantasia malata, esagera di certo nel citare come prodotti fondanti d'una carriera, quella dalliana, canzoni dal risibile effetto e dal flebile significato come quelle incise prima della Triade Roversiana la quale, a livello strettamente e puramente artistico rappresenta di certo l'apice della sua produzione. La Magica Cinquina che Dalla assestò alla discografia italiana, però, ha pochi eguali, e non solo tra i nostri lidi. Quando egli si rese conto di aver imparato abbastanza a livello di composizione di liriche, espresse prodotti dell'ingegno cantautorale come "Come è profondo il mare", "Lucio Dalla", Dalla" ed il "QDisc" , preceduti da quell'"Automobili", ancora in coppia col poeta-libraio, che degnamente anticipava temi ed abienti dei successivi quattro album.
Dopo questi, il piano inclinato cominciò ad orienatrsi verso il basso, Lucio decise di optare per pocafaticamoltidenari e la sua produzione ne risentì, quasi quanto il suo cuoio capelluto, diciamo anche questo, via.
Così, diciamolo, con Giuseppe Daniele da Santa Maria La Nova, autore d'un primo disco di stampo cantautorale e d'una sestina (conosciuta come "La Magica Sestina"), tra il 79 e l'85, che lo fissò stabilmente nell'Olimpo delle menti pensanti, e scriventi, della canzone d'autore italica, in più aumentata nel valore dallo spessore tecnico strumentale del Nostro, versato al blues ed al funky jazzato, davvero con pochi eguali dalle nostre parti.
Come per il suo collega emiliano, poi, iniziò il già noto piano inclinato che lo portò ad editare rimacce ruffiane in accordi puteolenti, che Pinuccio era in grado di comporre anche seduto sul water, senz'affanno alcuno, dato il fatto che anch'egli scoprì che con fatica scarsa poteva comunque vendere pacchi di dischi solo per il nome che portavano stampato in copertina.
Infine, amiche ed amici, sia sempre lode a quello studente campano che, ogni mattina, vedendo il suo insegnante modesto e corrucciato dalle sue disgrazie, dietro la schiena lo irride a gesti e parole, ricordandogli il mondo gretto, triste e squallido ov'egli, nottetempo, offre le sue stanche grazie a marinai, guappi e reietti d'ogni genere.