Dislocation

DeRango : 22,33 • DeEtà™ : 3007 giorni

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In genere non ho mai apprezzato il reggae, dacché ascolto musica non è mai stata roba per me, ho qualcosa ma, insomma, niente di serio, c'ho provato pure, niente.
Il tuo scritto, però, ha lavorato come la classica pulce nell'orecchio e giuro che me lo procuro, ossissì.
Bravo, Dani, bravo.
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Finché il Pianeta potrà vantare anime come quella di Joh Fahey , insomma, non tutto sarà perso.
Si può si deve sempre contare sui figli, sui figliocci e sui nipoti e pronipoti di Robert Johnson, eccomenò.
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Non ho parole, solo bestemmie, di quelle creative, quelle che vanno a cercare gli avi (suoi...) fino alla sesta generazione indietro.
Voto:
Recensione stringatina anzichenò, ma va bene così.
Il Cremonini mi piace, in generale, m'è sempre parso un onesto artigoiano dei suoni e delle parole, fa esattamente ciò che sa fare senza pisciar mai fuori dal secchio, ha un suo zoccolo duro di fan adoranti, un certo fare da piacione ma, ripeto, mi è sempre sembrato onesto e tranquillo.
Voto:
Multiforme il Cecchetto lo è, o lo era, davvero, ma la moltitudine delle sue forme si è estrinsecata nel tirare fuori dal cappello una quantità di personaggi che, ognuno nella sua "disciplina", ha arrecato una tale mole di marciume travestito ora da canzone, ora da recitato, ora da intrattenimento,sufficiente per appestare definitivamente il già malsano ambiente artistico "leggero" dello Stivale.
Nel caso della parte musicale, quella dove forse il Nostro ha arrecato la maggior parte dei danni, si trattò di sfornare senza sosta, per lustri, una congerie di personaggetti cantanti, tutti moderatamente gradevoli esteticamente, vuoti mentalmente ed insignificanti artisticamente, così mediocri da ben rappresentare, in più giovane età e con repertori aggiornati al momento discografico, una degna discendenza dell'attempato marciume che connotava il paesaggio canzonettistico/d'intrattenimento del tempo, manovrato da pippibaudi e vittorisalvetti vari.
In pratica ci ammannì un bel po' di gentucola carina, con canzoncine ballabili farcite di synth e drum machines allora à la page, ognuno poco dotato artisticamente ma votato per ferreo contratto alla causa del boss, ed ognuno, scelta di marketing azzeccatissima, con una caratteristica piccola ma tutta sua: ricorderete certo le tettone di una strabicissima e stonatissima Sabrina Salerno, la bionda chioma fluente di un insignificante Sandy Marton, l'aria da compagni di scuola di chiunque degli 883 o il vuoto pneumatico totale con tanto di risata imbecille che connotava le prime, ma anche le attuali, esibizioni del Disarticolato di Cortona, quel Jovanotti che rappresenta forse la summa dei danni che Cecchetto ha arrecato ad ormai due/tre generazioni di italiani.
Parallelamente egli fu accettato negli alti ranghi dello spettacolo, facendogli presentare dituttumpo' e lasciando che creasse la sua personale Camelot in quella Radio DeeJay che riuscì nella tantalica opera di mascherare da nuovo quanto di più vecchio e retrivo esisteva al tempo nell'ambito radiofonico, rivolgendosi alla parte più leggerina e senzapenzieri della gioventù nazionalpopolare.
Tutto legale, ci mancherebbe, e tutto all'insegna del tuttocambiperchénullacambi, insomma.
Buio.
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Plop.
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Non so, né esattamente né a tentoni, di che diavolo tu stia questionando ma, così, a naso, tendo a fidarmi. Piuttosto faccio caso alla tua dialettica ed al tuo modo di porre gli argomenti ed osservo, con una certa qual preoccupazione, che ogni tanto ti poni in maniera così urbana ed umana che riesco anche a capirti.
Quando lo fai.
"Cominciate con l'eoina..." m'è piaciuto, rende l'idea.
Ciao, nes.
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Ti capisco e ti sono vicino.
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Traspare in velina la tua partigianeria verso Rolando e la tua avversione al Curto.
Quest'ultimo, buon bassista ed ottimo scrittore di canzoni pop venate di bitols, ha avuto al fortuna-sfortuna d'incontrare sulla sua strada un compare più dotato di lui e complice solo fino ad un certo punto, con un ego grosso così e poca propensione verso il compromesso, specie dopo un prodotto così "definitivo" come "Seeds of love" dove l'animo sixty del Curto tendeva a prender pericolosamente campo.
Hai solo omesso di cjtare il prodotto post-separazione di Smith, un "Soul on board" ricolmo di idee e pulsioni, per me senz'altro superiore al primo disco targato TFF senza la di lui presenza...
Bella recensione, davvero.
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Davvero bello.
Eh.