Dislocation

DeRango : 22,33 • DeEtà™ : 3007 giorni

Voto:
Ultimo vagito accettabile di un decente artista già allora in fase decadente.
Brano bellissimo, la Nava ha scritto belle pagine di musica italiana... e Renatino si rivelò grande interprete.
Poi, buio.
Voto:
Il carro attrezzi targato BZ, atto alla rimozione di improprie DeBaserianità è un'ulteriore testimonianza del fatto che DeBaser non sta morendo.
Resta solo da accertare l'evidente conflitto d'interesse col ruolo ricoperto dal'inverecondo @[sfascia carrozze] nonché la destinazione ultima dei rottami ricavati dalla demolizione di questo documento.
Ci vuole chiarezza.
Voto:
Oh, signur!
(Cit. @[dsalva] )
Voto:
Tuo cugino "faceva" il rocker ed ascoltava i Queen?
Evabbé.
Voto:
Nell'ordine: La voce di LeBon splendida? Su quedto pianeta?
Poi: Questa canzone sbagliata? È in ottima ed abbondante compagnia...
Ancora: in sei anni cinque recensioni sui DD ed una sui Japan, quindi frequenti il DeB solo per diffondere tra le genti il tuo Verbo? (E guarda che non sono certo un detrattorie dei Duran, i Giap addirittura li venero...)
È tutto legale e lecito, ma perché?
Voto:
Personalmente ho sempre considerato il suddetto personaggio un fottutissimo fortunello, un coglioncello venuto fuori all'epoca dei maranza, come giustamente ricordi tu, con un cervello grosso come un nocciolo d'oliva e le possibilità artisiche d'una zampa di credenza, di quelle anni 60, ricordi, quelle d'acciaio col feltrino sotto.
Ecco.
il peggio si è poi rivelato col tempo, ed al peggio, per definizione, non v'è mai fine. Il Nostro si è dato una ripulitina alla personcina, chi lo gestiva sapeva che i tempi cambiavano (sempre in peggio) e non si poteva riproporlo sempre alla medesima maniera, per cui lo ha rilanciato in altra e più trendy versione, gli ha inventato una carriera tutta incentrata sulla sua figura, una specie di disarticolato impietosamente gettato a sasso sui palchi dello Stivale, dove si dava a spettacoli indecorosi in cui, non sapendo cantare, si improvvisava rapper, fautore d'un genere per il quale, sia detto subito, personalmente non ho mai avuto inclinazione alcuna ma per cui nutro qualche forma di rispetto per alcuni suoi epigoni, a tratti sinceri. Il debosciato di Cortona ha poi fatto sue alcune istanze, o semi-tali, vagamente di sinistra, volendo proprio incasellare tutto, vagamente davvero, perdio.
E' peraltro vero che Lorenzino non sa neanche ballare, ma sul palco si organizza comunque e sempre in modo da coreografrarsi i brani più movimentati a mo' di primate in preda a crisi epilettiche mal gestite. Disarticolato, l'ho già detto, mi pare, è il minimo politico per definirlo in questa occasione.
Quindi ha mostrato di sé una versione davvero accomodante con tutti, di quelle che piacciono-a-me-ma-anche-a-papà-e-al la-nonna, (senti che cose giuste che dice sulla società e sul mondo in generale...) condendo i suoi insulsi discorsi con risate gutturali e fuori luogo, scandendo nenie insopportabili con testi che definire risibili sarebbe generosissimo, senza spessore, adeguati alla media cerebro-intellettiva dei suoi fans che a migliaia lo seguono da un palco all'altro, in questo stabilendo una singolare coincidenza coi fans di quell'altro mistero buffo che adorna di sé la discografia italica da un buon quarantennio, quel Vasco Rossi da Zocca con cui, culturalmente, condivide molto più di quanto sembri a prima vista.
Va detto, e sarebbe strano il contrario, che il Nostro si affida a periodi a personaggi che, a livello di marketing od a livello produttivo-artistico, lo sanno indirizzare senza troppo apparire: in primis vi fu il Volpone per eccellenza della musica italiana dafruiresenzapensarechesistavafruen dodimusica che era Claudio Cecchetto, poi, per dire, la squadra del suono capitanata da Saturnino, eccellente bassista del suo gruppo d'appoggio e suo tramite col mondo delle sette note in generale.
Un indegno impostore, insomma, uno di quelli che confortano il debole cuore di chi sa di non valere niente, in nessun campo, si consola vedendo che qualcuno peggiore di lui ce l'ha fatta e ci percula pure, insolentemente e pervicacemente, da quarant'anni buoni buoni.
Voto:
Pietro >Marcello è responsabile di ben altri lavori, regista attento ma non ovvio, preciso ma non colpevole di inquadrature estenuanti, moderno ma con un retroterra sterminato da cui attinge spesso, in idee ed in ispirazioni, ma anche in caratteri.
Personalmente ricordo con piacere "Il passaggio della linea" e "La bocca del lupo", quando ancora si desterggiava tra corto e lungometraggi, e mi pare che anche oggi si distingua, nei suoi film più compiuti (leggasi "Martin Eden" ed anche in questo omaggio a Dalla) per una tecnica che al documentarismo ed all'arte del corto e lungometraggio debba ancora molto, in senso del tutto positivo.
Semmai il difetto sta nella decisione di concedersi, per un sentito omaggio ad un personaggio così arcinoto e poliedrico, forse anche sfuggente, come Dalla un film della durata di neanche un'ora e venti, molto poco per la bisogna, a meno di non realizzare un documentario vero e proprio. oggi molte sedicenti cas di produzione relaizzano docufilm scadentissimi su artisti anche immensi, parlandone in modo del tutto ridicolo, con tonnellate di luoghi comuni che non badano mai a dire qualcosa di nuovo (o visibile sotto luci diverse...) di un artista, ma semmai di accarezzare un certo tipo di pubblioco mlto distratto con unos tile da youtube volgare e risaputo.
Peccato per l'evidente senso di incompiutezza di quest'opera, mi aspetto qualcosa di meglio per Marcello, mi aspetto che finalmente qualcuno gli affidi un argomento sul quale possa esprimere il suo punto di vista od almeno possa descriverlo da par suo, il personaggio non è da sottovalutare, occhio, bisogna solo che non si permetta più passi falsi...
Voto:
Scampoli di vita, quotidianità alienata, interpretazioni scure e strumentazioni essenziali, gran disco di cui si tiene conto sempre troppo poco, con una quartina iniziale insostituibile e di grande effetto...
Ci ho sempre visto uno dei papà putativi del miglior Marc Almond, sono l'unico?
Voto:
Belin, ceinsò, ce l'hai detto.