Voto:
Personalmente ho sempre considerato il suddetto personaggio un fottutissimo fortunello, un coglioncello venuto fuori all'epoca dei maranza, come giustamente ricordi tu, con un cervello grosso come un nocciolo d'oliva e le possibilità artisiche d'una zampa di credenza, di quelle anni 60, ricordi, quelle d'acciaio col feltrino sotto.
Ecco.
il peggio si è poi rivelato col tempo, ed al peggio, per definizione, non v'è mai fine. Il Nostro si è dato una ripulitina alla personcina, chi lo gestiva sapeva che i tempi cambiavano (sempre in peggio) e non si poteva riproporlo sempre alla medesima maniera, per cui lo ha rilanciato in altra e più trendy versione, gli ha inventato una carriera tutta incentrata sulla sua figura, una specie di disarticolato impietosamente gettato a sasso sui palchi dello Stivale, dove si dava a spettacoli indecorosi in cui, non sapendo cantare, si improvvisava rapper, fautore d'un genere per il quale, sia detto subito, personalmente non ho mai avuto inclinazione alcuna ma per cui nutro qualche forma di rispetto per alcuni suoi epigoni, a tratti sinceri. Il debosciato di Cortona ha poi fatto sue alcune istanze, o semi-tali, vagamente di sinistra, volendo proprio incasellare tutto, vagamente davvero, perdio.
E' peraltro vero che Lorenzino non sa neanche ballare, ma sul palco si organizza comunque e sempre in modo da coreografrarsi i brani più movimentati a mo' di primate in preda a crisi epilettiche mal gestite. Disarticolato, l'ho già detto, mi pare, è il minimo politico per definirlo in questa occasione.
Quindi ha mostrato di sé una versione davvero accomodante con tutti, di quelle che piacciono-a-me-ma-anche-a-papà-e-al la-nonna, (senti che cose giuste che dice sulla società e sul mondo in generale...) condendo i suoi insulsi discorsi con risate gutturali e fuori luogo, scandendo nenie insopportabili con testi che definire risibili sarebbe generosissimo, senza spessore, adeguati alla media cerebro-intellettiva dei suoi fans che a migliaia lo seguono da un palco all'altro, in questo stabilendo una singolare coincidenza coi fans di quell'altro mistero buffo che adorna di sé la discografia italica da un buon quarantennio, quel Vasco Rossi da Zocca con cui, culturalmente, condivide molto più di quanto sembri a prima vista.
Va detto, e sarebbe strano il contrario, che il Nostro si affida a periodi a personaggi che, a livello di marketing od a livello produttivo-artistico, lo sanno indirizzare senza troppo apparire: in primis vi fu il Volpone per eccellenza della musica italiana dafruiresenzapensarechesistavafruen dodimusica che era Claudio Cecchetto, poi, per dire, la squadra del suono capitanata da Saturnino, eccellente bassista del suo gruppo d'appoggio e suo tramite col mondo delle sette note in generale.
Un indegno impostore, insomma, uno di quelli che confortano il debole cuore di chi sa di non valere niente, in nessun campo, si consola vedendo che qualcuno peggiore di lui ce l'ha fatta e ci percula pure, insolentemente e pervicacemente, da quarant'anni buoni buoni.