Dislocation

DeRango : 22,33 • DeEtà™ : 3008 giorni

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Modifica alla recensione: «1) "Elettrico" con due T, vabbé.
2) Le giberne "sulla" mimentica, non "della", e vabbé 2.». Vedi la vecchia versione Eye in the Sky - The Alan Parsons Project - recensione Versione 1
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Bell'effetto eco.
Aqua Aquarium
29 giu 21
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Scaruffi è come la Sampdoria.
Non esiste.
Squallor Vacca
22 giu 21
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Ah, tutto bello e tutto vero, specie nei passaggi in cui fai netta e sacrosanta distinzione tra il loro operato e la comicità in quanto tale, in quanto vis comica, che genera (ed inopinatamente, incestuosamente, contemporaneamente deriva dalla) satira ed altri nobili progenie ma anche, appunto ascendenze.
Io, invece, ai tempi da te citati c'ero, giovanissimo, pur non avendo la veneranda età di @[sergio60] c'ero, si sa che, ai tempi, a quattordici/quindici anni partecipavi al tutto in senso allargatissimo, ti formavi politicamente e socialmente (incredibile a dirsi al dì d'oggi, eh? Quindici anni, dio trappettaro, quindici anni...), prendendo sassate dagli autonomi mentre un CC ti bastonava o leggevi Kafka senza capirne granché per poi rifugiarti sul mitico Thor o sul sempiterno Lando... e ricordo bene l'alone di mistero che circondava gli Squallor (solo tempo dopo "Vacca", terza emanazione dopo "Troia" e "Palle", sulla stampa di genere apparivano timidamente le prime asserzioni sulla formazione che gestiva il nickname, come si direbbe ora. Si seppe così che un certo numero di compositori di gran successo di canzonette ed affini, ricchissimi, annoiatissimi e cocainodipendentissimi, (in tempi in cui la suddetta sostanza era appannaggio solo ed unicamente di determinate figure altolocate e altodispendiose assai...) avevano, per così dire, per noia e per hobby dato vita ad una formazione di cantori/recitanti che si premurava di condire insulse musichette perlopiù à la page, para-disco o para-melodiaitaliana, con testi, perlopiù dissacranti o solo e semplicemente di una volgarità che presto avrebbe ceduto il passo alla noia più totale ed assoluta, come sempre succede ai repetita che, dopo aver brevemente giovato, alla fin fine ci tediano a morte.
Tralascerò il commento più comune che voleva i Nostri in grado di emettere una discografia così insulsa e gratuitamente greve solo in quanto appartenenti al gotha della musica italiana popolare e discograficamente importante. Mai, e men che mai cogli identici risultati di vendite, altri e meno quotati figuri sarebbero riusciti in tale "progetto"...
Personalmente ricordo bene di aver usato, durante ore notturne o serali, emettendo da una minuscola radio libera genovese, alcuni passaggi dei loro dischi, parolacce ed espressioni da trivio pescate di qua e di là, ad uso e consumo delle poche centinaia di persone che tale radio ascoltavano. Per cui, col semplice ausilio di una cuffia in preascolto, due piatti ed un mixerino, inserivo durante la riproduzione di, che so, "A canzuncella" o, peggio, di "Ti amo", alcune dolci paroline che meglio di altre espressioni dipingevano il mio malessere nell'essere costretto a mixare programmi di "canzonette" per ore per poter acquisire il diritto di avere un programma tutto mio sulla new wave o sul rock psichedelico... Tutto qua, di loro, personalmente, non mi è rimasto nulla che non sia ascrivibile a due risate grasse fra amici od a frasi estrapolate qua e là e ripetute a scuola davanti a chi non era iniziato al loro rito pagano ("Pronto, papà, ammucchete a uallera di Alibbabbà...")
Dei componenti della storica formazione tutto, o troppo, gà hai detto tu, ricordandone i meriti (?) quali compositori di testi e musiche, nonché arrangiatori, di quel megliobarrapeggio che tanto ammorbò i padiglioni auricolari di metà popolazione italica, peraltro addolcendo serate e giornate della restante metà, per ben più di trent'anni...
Davvero, ma davvero davvero ricordate qualcosa della discografia, peraltro pingue, di costoro? Davvero descrivereste la loro produzione come parte di un puzzle variegato e composito che dipingeva la società italiota di quegli anni? Perché se così fosse, ebbene, ho paura che di quel puzzle essa potrebbe sì far parte, ma, a dirla tutta, una parte reietta, derelitta, noiosa, tipo, che so, un angolino in fondo a destra, del puzzle, quello dove, in genere, stanno porzioni di prato o di marciapiede, insignificanti e terribilmente risapute.
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Qui si ride, si scherza, si percula, si ricorda il perculato ed il perculante.
Ma questo è un bel disco, quasi qualsiasi cosa intendiamo per "bel disco", ben suonato, diretto, curato e ben prodotto e, sinceramente, di dischi "passofalso" nella loro produzione non ne ricordo. Possiamo dire che spesso sono stati ripetitivi ed un po' tetragoni, ma la musica italiana, per quanto riguarda loro, è senz'altro viva, acciaccata, magari derivativa (come un po' tutto, no?), vistosamente in difficoltà ma viva.
Voto:
Da parte mia considero Vecchioni una colonna del cantautorato italiano, se ci limitiamo al periodo a cavallo tra i settanta e gli 80. Pochi come lui usavano la parola in maniera così efficace e definitiva, quasi rotonda da quanto si poneva chiara e solida, pochi come lui avevano da tempo capito l'importanza di un gruppo di musicisti di spalla da contrapporre alla dilaniana voce e chitarra allora imperante tra i cantutori... Grande qualità fino all'82 di "Hollywood Hollywood", poi parabola discendente e tanto mestiere.
Questo disco, sempre per me, è, nella sua produzione, secondo solo a "Samarcanda" per completezza e definizione.
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Il lato edonista di @[snes] , questo ci mancava!
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Una cornice magistrale?
Christian Cara
3 giu 21
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Sei un cialtronaccio infame, senza pudore né onore.
Ma ti amiamo per questo.
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Bella e sentita la recensione.
Ineludibile l'ascolto di questa pieyra miliare.