Dislocation

DeRango : 22,33 • DeEtà™ : 3008 giorni

Voto:
Approvo, quoto e abbraccio.
Voto:
I Pooh sono finiti con "Palasport", dopo aver raggiunto l'apice con "Boomerang", quelli che hanno seguito sono degli androidi programmati alla ripetizione sine die, ad libitum, usque tandem, de facto, ipse dixit, esticazzi.
Voto:
Scusa, ho commentato ma ci tengo a quotarti.
Voto:
Pop.
Onesto, artigianale, semplice (non sempliciotto!), quattro strumenti e voce, come si deve.
Pooh Hurricane
7 mag 21
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I Pooh avevano, specie tra il 76 e l'85, le carte in regola per tentare la sortita nel mercato americano, un poco più ricettivo dell'inglese verso gli artisti non angloparlanti e, quindi, maluccio anglocantanti.
Qualche risultato sopra la decenza si era avuto, pochi anni prima, con alcuni gruppi rock-prog italici che avevano provato ad esprimere le loro opere in inglese con risultati alterni dal punto di vista della pronuncia, visto che la Premiata ha potuto per un po' contare su Lanzetti che l'inglese lo masticava molto bene e Le Orme avevano visto un Tagliapietra volenteroso ma impacciato. I New Trolls avevano frequentato la lingua d'oltremanica più per moda che per tentare il mercato di là e pochi altri ancora ci avevano pensato, i più con risultati risibili se non scarsi.
La prova battistiana è un episodio talmente arrogante e ridicolo che fa caso a sé.
Ecco, invece, questo disco dei quattro poteva convincere qualcuno, magari sulla costa est degli USA, perché discretamente pronunciato e ben tradotto, in più il riarrangiamento faceva la sua parte, efficace anzichenò. Mancò innanzitutto la distribuzione e la pubblicità, dato che là nulla si vende se non adeguatamente preparato o preceduto da battage pubblicitario adeguato, con tanto di curiosità e di clip promozionali, cose, tutte, che mancarono completamente.
Voto:
CONTINUA.....
.... come questo....
Voto:
Diciamo allora che come opera prima brilla ma non scoppietta né elettrizza il pubblico che, pur intravedendo la novità, lo giudica un nuovo cantautore meritevole d'attenzione, particolare perché csnta in napoletano ma è ancora molto ancorato alla tradizione, sia quella partenopea sia quella meramente cantautoriale italica.
Del blues e del funky sanguigno che lo contraddistingueranno negli anni a seguire pochi segni qua e là.
Ma ce ne fossero, di primi dischi
Voto:
Disco bruttino, meno spontaneo del primo che però risentiva maggiormente dell'influenza zeppeliniana.
Io non sono un detrattore del track by track ma messo così è abbastanza fastidioso, da archivio di stato, non trovi?
Ciò detto, benvenuto.
Voto:
Ogni quattro/cinque anni me lo rileggo tutto, e sempre ne trovo parti che non ricordavo e riscopro personaggi incredibili che avevo scordato e che, senza saperlo, con le loro frasi ed i loro comportamenti, mi scorrevano soto pelle, in silenzio.
Ho calcolato che, dalla prima volta che l'ho avuto tra le mani, avevo quattrodici anni, questo libro devo averlo riletto almeno una ventina di volte. Per me uno dei libri della mia formazione, se mai ne ho avuta una, con altri due o tre, peraltro diversissimi per genere e specie.
E bravo il falchetto piemuntéis che mi ha deliziato con questa sua scelta, tutta incrostata di citazioni e di cicatrici di vita.
Allora da quella provincia è vero che arrivano anche cose buone.
Voto:
Per una volta, carissimo Lulù, sono.in disaccordo conte (Ah ah ah, conte, con-te.... l"hai capita? No? Vabbè, non insisto...)
Non è proprio possibile, non c'è parola al mondo che possa far crollare il suo mondo perfetto e questo perché, per quanto costruito a pennellate da vero impressionista, ogni verso da lui creato fa parte di una realtà solida perché terragna, collinare e contadina, piantata a terra e ben salda come un nocciólo d'Alba o come un vitigno astigiano.
Difficile rovinare a parole o gesti le sue immagini, magari sfocate o traslucide ma vere e reali come la vita che le ha generate, davvero difficile, direi impossibile. E così ci hai trascinato davanti ad uno schermo cinematografico su cui scorrono le cose di tutti i giorni, le cassiere dal volto.pechinese o i sax che spingono a fondo.
Verrebbe da dire "Più Paoloconte per tutti, boia d'un giuda faus!"
Gran disco, la tua scelta, che veniva in un momento in cui l'avvocato non sbagliava un colpo, affinando le lame per affondare i tagli profondi che i suoi dischi seguenti lasceranno nel panorama discografico-artistico italiano e non solo.
Ebbravo, ut semper.