Dislocation

DeRango : 22,33 • DeEtà™ : 3008 giorni

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Caro Asteristico, cheggioia piter commentare un Artista di siffatta importanza... Certo, i risultati di sì tanto seminare li ha raccolti qualcun altro, mi vienimmente Erbio Ancocco su tutti, ma molti altri ce ne sarebbero...
Personalmente, del vecchio genio posseggo qualche lp dell'era arboppe, e segnatamente Byrd's Word, Jazz Lab e quella meraviglia che era Two Trumpets...
Detto ciò, aggiungo che non ho mai amatao il suo periodo diciamo fine'60 in poi, pur riconoscendone meriti ed anticipazioni indiscussi.
Indi passo a ringraziarti, commosso, per la bella dedica poco più su, ripromettendomi di presto ricambiare tant'onore.
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Vecchio Pedro, tutto cuore e coglioni.
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Bravo.
Per qualche ragione, le cui cause non ho mai approfondito, quando scelgo un disco di Trane da metter su, mi butto volentieri su quelli del suo periodo 'soprano' , forse perché i suoi classiconi precedenti al'60 mi hanno sempre provocato una di quelle forme di inquietudine che mi impedisce di ascoltarlo facendo dell'altro, cosa che mi succede, nel jazz, solo con lui, Miles ed i Weather Report 'Jaco-Age'....
Sulla grandezza di quest'opera inutile dilungarsi, ci si avvicina solo Davis e due/tre cosette che esponiamo, geati e riverenti, davanti agli scaffali dell'anima in modo che coloro a cui concediamo di vederla li possa ammirare ed ascoltare, attonito e confuso da tanta grandezza e complessità.
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Di ben altro spessore...
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Massimo rispetto per il nonno e per gli altri centomila inviati in Russia solo per la smania del Mascellone di stare sempre a fianco dell'imbianchino boemo, peraltro riluttante ad accettare l'ingombrante alleato che, chiaramente, intendeva solo mettere il cappello su un'invasione che, in quel momento era ancora vittoriosa.
Ho molto letto i resoconti, non solo i romanzi, dei reduci dell'Anabasi di Russia e risulta chiaro che il figuro Bedeschi, prima monarchico e poi convinto repubblichino, fucilatore di partigiani e poi fuggito abbandonando i suoi avanzi di galera quando i partigiani vicentini glieli stavano scannando uno dopo l'altro, abbia scritto questo testo sempre pensando all'onore perduto, all'amordiddiobuono e alla riconquista della dignità del neofascio italiano, per poi comandare unità repubblichine di rastrellamento al completo servizio dei tedeschi, gli stessi che in Russia tanto spesso avevano abbandonato i suoi Alpini al loro destino, in occasioni in cui avrebbero potuto aiutarli, se ne contano centinaia...
Negli anni, pur avendo riletto quest'opera più volte, ho sviluppato un senso di disagio davanti ad un simile personaggio, smanioso con la sua opera di far scordare il suo passato compromesso dall'adesione all'RSI. Se poi qualcuno pensasse che esagero si vada a leggere "Il peso dello zaino" e "La mia erba è sul Don", zeppi di retorica cattolica e monarcofascista, scritti solo per rifarsi una pseudoverginità in tempi in cui essere chiamato 'fascista' per strada era ancora motivo d'onta davanti alla nazione.
Ben altro spessore gli scritti di Rigoni Stern sulla Ritirata, altro rigore morale ed altro coraggio di ammettere i propri errori, nonché denunciare come malefatte odiose quelle compiute da chi mandò una generazione di giovani tra Russia, Balcani ed Africa a perdere una guerra chiaramente impossibile da vincere.
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Educazione musicale stortissima, grazie. Avevo questo, che mi pare fosse un doppio Ep, registrato su una c90, mi pare sempre, consumata a furia d'ascolti in tempi di naja, e sull'altra facciata c'erano i Bow Wow Wow, "See Jungle!,, per la precisione, a metà volume, sotto la canadese alle esercitazioni Nato in Belgio, primavera 1983, 35 giorni di pioggia, manovre, difesa vicina obici, scontri a fuoco e menate così, ma intervallati da splendide serate alcooliche con americani e tedeschi. Colonna sonora a base di Bowie berlinese, Metro, Ultravox foxxiani e pure questa strana cassettina che mi portavo dietro da mesi e che proprio sulle Ardenne sparì per sempre dalla mia vista e dalle mie proprietà, forse intascata dal buon Hermann, fuciliere della Germania Ovest, gran bevitore e grande intenditore di New Wave, nonché ladro provetto e grande estimatore dei Gaznevada, diosolosacomemai.
Hai visto, Lulù, io t'ho preceduto con la bossa e tu con la wave, da tempo volevo scriverne e va bene così, visto che ne hai scritto tu.
Uno pari, bastardo maledetto.
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Le stellette.
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Io me le son viste, chiaro che man mano che ci si avvicina alla fine del ciclo tutto va indebolendosi, ma nelle prime tre c'erano buoni spunti e trovate carine.
Niente di astrale, ed al di là di snobismi pelosetti e scontate stroncature non mi è dispiaciuta, la serie.
Ma è risaputa la mia faciloneria, poi sono genoano e quindi abituato alla sofferenza come nessun di lorsignori, una buona forchetta e via così.
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Grazie, la mia religione me l'impedisce.
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Il Plantare di Lelièvre, per quanto in uso da decenni, resta uno dei modelli più prescritti dagli ortopedici dell'infanzia e dai fisiatri. Viene indicato a soggetti oltre i due anni d'età (periodo sotto il quale rimane inadatta la prescrizione di supporti plantari per non inficiare la funzione basilare del batuffolo adiposo sotto la pianta del bambino in formazione dopo i primi passi) affetti da valgismo del calcagno di qualsiasi grado e quando, anche in presenza di piattovalgismo di 1^ grado, si voglia correggere la sola patologia calcaneare senza interessare l'arcata longitudinale in toto.
Esso consta di una soletta d'appoggio su cui s'installa un cuneo supinatore del calcagno ed un cuneo pronatore del quinto metatarso, quest'ultimo, in genere, d'altezza inferiore al primo nella misura di due terzi in meno.
La sua validità è ormai acclarata e testimoniata da almeno tre generazioni di europei e nordamericani che ne hanno fatto largo uso trovandone beneficio, anche come precedente alla prescrizione, in età superiore, di un supporto plantare più completo che preveda anche la realizzazione di un sostegno ad hoc della volta longitudinale, atta a correggere il piattismo longitudinale propriamente detto.