Dislocation

DeRango : 22,33 • DeEtà™ : 3006 giorni

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Ecco qualcuno che finalmente "osa" parlar bene di un prodotto cantautorale italiano, ora che da più parti si sente dire che il cantautorato non esiste più ed è stato sostituito dalla scena hip-hop (orrrrrore!!), ora che tutti dicono che i gggiioovani non vogliono più prendere posizione, né contro né a favore di nulla, che nessuno si schiera.... Bene, gente come Brunori parla, convintamente e senza cadere in facili decadentismi di maniera, prende posizione sulle cose della vita come quarant'anni fa lo avrebbero fatto esponenti del cantautorato d'allora, magari buttandola in politica, che è sempre meglio, comunque, che buttarla in caciara, come molti preferiscono fare, affrontando certi temi e poi scadendo nel refrain becero e vendibene..... Certo, paghiamo lo scotto di dover confrontare i poeti in musica di adesso con chi li ha preceduti, ma Guccini, De André, De Gregori, Lolli e compagnia cantante fanno parte, pur nella loro grandezza, di un'epoca irripetibile e per certi versi da non ripetere. La generazione di mezzo, i cantautori degli anni 90,ha prodotto grandi promesse non sempre mantenute, anche se lo spessore si manteneva notevole, e penso ai Silvestri, Fabi ecc.
Poi, alla fine degli anni dieci, l'onda (ondina?) dei cantautori dai nomi improponibili ed anche un pò fuorvianti (the winner is Le Luci Della Centrale Elettrica), colpevoli forse solo di adagiarsi sugli allori di una forma poetico-descrittiva a volte esageratamente scarna, tanto da parere volutamente povera.
Così si legge volentieri la bella e precisa recensione di Joe, che scorre bene senza incensare ma rendendo merito ad un artista che riesce, all'ascolto di questo suo prodotto, ad incuriosire anche sui precedenti...
Grazie, Joe, 5 alla rece e 4 al disco. Spero di rileggerti presto!

Ah, comunque è vero, qualcuno di noi "vecchi" lo ha un pò snobbato per il suo aspetto hipster che farebbe bella mostra di sé in uno spot di ua qualsiasi city-car o di un aperitivo alla moda, seduto con altri lungobarbutitatuaticonIphoneinunloc aledeiNavigli.......
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Lulù, mai una delusione da te, né in termini di scelta né di recensione. 5/5, che altro?
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Dimenticavo, cinque alla rece, al disco ti dirò...
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Sai cosa, non conoscevo il gruppo, né il disco, ma mi è piaciuta talmente la tua recensione, voglio dire a livello semantico e di estensione del concetto, che me ne devo informare, se non altro per capire che cappero hai scritto e con quale fine, eccheccazzo, scusa il gallicismo. Promesso.
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Quattro alla rece e tre al disco. Grazie, Rinaldi!
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Caro Lulu, hai riconosciuto che un pò ti sei lasciato andare ed è sempre positivo riconoscere le proprie falle, pur nella sincerità evidente dello scritto. Comunque non arrivo a capire con che principio collochi i Bauhaus (li vidi anch'io e nello stesso anno, baaammm, folgorazione anche per me) e Zappa su due piani così evidentemente diversi di "deità", e te lo dice un che di Bowie e Zappa ne ha ingerito e digerito parecchio, davvero. Semplicemente sono due delle facce di quel diamante che è il rock, o meglio la musica in generale. Se proprio devo fare una cernita, beh, Beethoven siede alla destra del Padre, guarda, con Lennon, Bowie, Wonder, Ellington e Coltrane. Alla sinistra McCartney, Jaco, Fripp, Hendrix e Eno. Ah, Zappa è il padre. Io non stravedo per lui, ma bisogna riconoscere la sua superiorità manifesta sul genere umano suonante e pensante, bisogna. Mi piace però tanto il tuo stile descrittivo, censorio e recensorio, discutibile (siamo qui per questo, no?) e sincero, bello da leggere....
Se hai capito che il rock è irrazionalità avvicinati a Zappa e Fripp. L'irrazionalità non ha l'obbligo di accompagnarsi alla disorganizzazione. E non ti credo neanche un pò quando dici di non pensare, tu pensi ed anche troppo.... Ah, anch'io adoravo Murphy, persino quando vidi i Bauhaus aprire Miriam Si Sveglia A Mezzanotte.......... Il concerto a cui ti riferisci dev'essere quello che vidi all'aperto a Bologna, fu una botta ma erano i Bau, non Bowie, fantastici ma non imperiali. Uno dei più bei concerti che mi ricordi, comunque, e quanti ne ho rimossi. Con affetto
Dislocation
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No, scusa, ho sbagliato! Cinque Stelline alla rece, ci macherebbe, oibò, perbacco!
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Bravo Lulu!
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Rece cazzuta come sempre, opera imbarazzante, salvato solo Fabi, un pò, e Godano come sempre simpatico come una merda nel letto.
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Caro Woodstock, ti dichiaro fin d'ora eterna gratitudine.... Sai quanti, al solo nominare gli H17 ti guardano con occhi sbarrati e scuotono la testa increduli? Eppure loro erano più avanti di tanti saccenti bacchettoni e santoni dell'electro d'allora, che si chiamava technopop, è vero, e senz'altro, a livello tecnico, anni luce avanti rispetto agli ex colleghi degli Human League, infinitamente più leccati e leziosi. Certo, ricordo bene, in anni in cui ancora in Italia si cercava di tenere testa al disimpegno "sempre e comunque" che in quei momenti dilagava, sentire un gruppo così "nuovo" che intitolava un loro brano in maniera così esplicita, fuor di metafora, fu una consolazione. Ci dicevamo che se la musica stava cambiando, forse, non era detto che stessero cambiando, in peggio, anche i cervelli... I fatti ci dimostreranno il contrario, lo sai... E comunque i primi due dischi degli H17 spunti di godimento ce ne dettero tanti, no?
Se ricordi, girava un LP dei B.E.F. che si chiamava "Music for listening to" ed era una delizia di elettronica minimale e compatta, seria e non autocelebrativa, che conteneva i semi delle produzioni a venire come quelle degli H17, che ne erano poi èparte inmtegrante.
Bella recensione, come sempre ben scritta e ottimamente documentata... io, però, che son nuovo di qui, volevo solo chiederti dove era il sax in "Heroes" che hai citato....