Voto:
concordo su tutta la linea con l'autore della recensione

Ps: dovrebbero chiamarlo Umbria Pop, di Jazz che c'è rimasto? Boh...
Voto:
è in cima alla lista fra quelli da vedere, e mi fa piacere questa unanimità di consensi che leggo da più parti, era da un pò che Wenders non faceva Wenders...
Voto:
che gran bella poetica lunare di questo regista così necessario...
Voto:
sarà un serial e il regista Sollima, che però con il Vampa di mezzo deve stare attento...passare da fatti tragici alle risate è 1 secondo.
Voto:
quella del Mostro di Firenze è una vicenda che mi tocca da vicino in tutti sensi, fosse solo che il 1° omicidio e il 4° sono avvenuti a 5/10 km da casa mia, di libri sulla vicenda ne ho letti tanti, ho finito il 1° di questa trilogia e sto per iniziare il 2°, e come è stato detto sopra, questo libro (per quanto ho letto ora) si posiziona dall'alto in modo onestamente neutro rispetto ad altri libri che sposano varie ipotesi (addirittura cì chi spinge fino al Lotti come MDF!!!!!!) non aggiunge niente di nuovo per chi già ha masticato la vicenda ma è ottimo per chi si avvicina per la 1a volta. Un bel riassunto fin dall'inizio nelle cose importanti e in quelle meno, con curiosità, aneddoti e tanto altro. Assolutamente ben fatto.

Incrocio le dita per il 2° libro, e spero che Taddeo sia molto onesto nel raccontare le porcate fatte da parte della Procura della Repubblica di Firenze, inventandosi per mostri dei guardoni, ubriaconi oligofrenici ed altro, tutti personaggi che hanno avuto la sfortuna di trovarsi nel momento sbagliato in cui il Mostro PER FORZA doveva avere un nome, con sentenze alcune in via defintiva basate sull'unica testimonianza (a comando e "stipendiata") di un soggetto (Il Lotti) che in passato asseriva di aver visto un Ufo e che nell'omicidio di Baccaiano (quello dell'82) lui aveva avuto un ruolo attivo come "palo", in strada, alfine di scacciare i passanti, forze dell'ordine comprese (!!!)...Sulle visioni psichedeliche del bischero del villaggio di questo livello, si è voluto dare i volti ad una vicenda in cui gli inquirente hanno fatto un lavoro che definire dilattentesco e tremendo è eufemistico.
Recidivamente per 17 anni.
L'Ispettore Clouseau avrebbe sicuramente portato migliori risultati.

Per chi fosse interressato alla vicenda consiglio anche:
- "Al di là di ogni ragionevole dubbio", di Paolo Cochi bravo documentarista e in assoluto uno dei più profondi conoscitori della vicenda.
e "Storia delle merende infami" di Nino Filastò, avvocato di Mario Vanni, che seppur sposando un 'ipotesi più o meno condivisibile narra la vicenda da un prospettiva originale, soprattutto legale e con uno stile di scrittura molto brillante e colto.
Voto:
molto antropologico in senso orale, mi sarebbe piaciuto avesse descritto la genesi di queste nefandezze in modo visivo (tornando agli albori) e magari con immagini ad ampio respiro quando invece il tutto risulta essere molto plumbeo, funereo e claustrofobico. A tratti verboso, si sofferma troppo nelle situazioni famigliari riguardante il protagonista di Di Caprio che tra l'altro ne è talmente presente da risultare a mio avviso invadente a discapito della figura di De Niro che avrebbe meritato un maggior dettaglio su come sia riuscito ad incunearsi nella vita dei Nativi per poi sfruttarli, invece il film inizia che De Niro è già fatto che finito, ma il "difetto" maggiore è che Scorsese qui è più cerebrale che adrenalinico, e per certi versi lo posso anche capire nel rispetto di questa pagina nera, ma un crescendo di dinamismo credo non sarebbe stato deleterio, e per dinamismo non parlo di azione ma di quel crescendo di pathos che anche con le parole aveva saputo ammaliare come nel penultimo the Irishman, invece il film vive a tratti febbrilmente di quel ritmo ovattato e monolitico senza scossoni per tutta la sua lunghezza che a tratti la noia fa (raramente) capolino.
Ma queste sono osservazioni all'interno di una critica che globalmente parlando pone il film su di un buon livello, da vedersi sicuramente, ma che forse se Scorsese ne fosse stato meno emotivamente coinvolto e più "distaccato" ne avrebbe beneficiato il tutto grazie all'ausilio di più immagini senza parole, che di troppe parole per la smania di spiegare ed imprimere nella testa dello spettatore.

Lily Gladstone si merita tutti i premi possibili, De Niro spinge ogni tanto sull'acceleratore ma sono solo sgommate, Di Caprio è credibile, ma nella parte finale con quel broncio in continuo movimento che sembra voler clonare il Brando/Kurtz di Apocalypse Now dopo quasi 210 minuti di suoi primi piani et similia penso mi basterà per i prossimi 10 anni di lui attore.
Voto:
di Branca non si butta mai via niente, qui siamo ad ottimi livelli anche se preferisco il più celebre The Ascension ed il "metalmeccanico" e più estremo Sinfonia N. 3.
Voto:
uno dei picchi di Loach, bellissimo.

Ottima recensione.
Voto:
come al solito, sempre gran belle recensioni le tue, che non seguono i soliti canoni bensì percorrono sentieri originali e brillanti.
Da leggere e rileggere.
Voto:
bellissima recensione di un disco fondamentale per il Jazz dell'Est che tra l'altro ha un curriculum notevole di artisti impronunciabili ma che si fanno ben stampare nella mente con la loro musica, poi i dischi della Polskie Nagrania Muza vanno presi a prescindere, è un atto di giustizia per questa "Blue Note" polacca.