Voto:
Per quanto sia un brano comunque gradevole, la sensazione di già sentito che accompagna Post Break-Up Sex è piuttosto imbarazzante. Io ci vedo gli Interpol di "C'mere" e altro ancora che adesso mi sfugge. Pensavo che gli inglesi fossero ormai saturi di questo indie (almeno quello britannico) che mi pare sempre più standardizzato. Evidentemente non è così, contenti loro...
Voto:
Io azzardo il 5 perchè alcuni brani di questo disco mi hanno commosso. Il più delle volte, in barba alle infinite pippe che uno può farsi quando ascolta un disco per poi recensirlo, mi basta questo. Recensione esaustiva.
Voto:
Non voglio dire che sia un capolavoro, ma giustifico il voto dicendo che è un disco che sto letteralmente consumando e che è cresciuto con gli ascolti. All'inizio si era "assestato" sulla sufficienza, ora lo ritengo quasi superiore al loro primo album. Brani come "Go To Hell" e "Zigota" sono la prova di come anche il pop, nella sua accezione più ampia, possa essere arte.
Voto:
Recensione che condivido in pieno! L'unica cosa che mette un po' di "tristezza" (passata però appena ho letto la battuta sulla Lega) è il fatto che ci si debba scusare, qui su Debaser, per aver ascoltato Tizio o aver parlato bene (ma non troppo) di Caio, come se fossero delle eresie da abiurare per non incorrere nella condanna da parte dell'Inquisizione. Ovviamente non è colpa tua, ma dell'atteggiamento, diventato poi tacita consuetudine, di alcuni utenti passati, presenti e futuri che credono che il loro criterio di valutazione musicale sia insindacabile e debba essere adottato da tutti. Sul singolo di Nathalie non mi pronuncio ancora perchè l'ho ascoltato distrattamente solo una volta.
Voto:
Si, è un dipinto anche la copertina di The Holy Bible, si chiama Strategy. Per quanto riguarda Journal, a me sembra decisamente un ragazzino, tutt'al più androgino. E considerando che è un disco che ruota intorno a Richey Edwards, la scelta non mi pare nemmeno tanto casuale. Comunque se trovo qualche info più dettagliata ti farò sapere :)
Voto:
Non è un pagliaccio, semplicemente un ragazzino. Comunque ha ragione federock; Autumnsong è un brano molto radio-friendly, ma non regge assolutamente il confronto con l'80% del repertorio dei Manics.
Voto:
Assodato che il bello di Debaser è proprio l'assenza di canoni (magari potessi dire lo stesso della Rai), condivido lo stile della recensione soprattutto perchè soffermarsi su dettagli tecnici e concettuali in merito a questo disco, sarebbe decisamente noioso. E' un disco liberatorio, per certi versi, se si pensa che "Journal For Plague Lovers" nasceva da presupposti completamente diversi. Se non altro i Manics hanno l'onestà di dire già 6 mesi prima dell'uscita cosa aspettarsi dai loro album, e mi sembra che questo non faccia eccezione, nel bene e nel male. Capisco che chi ha apprezzato The Holy Bible e la figura di Richey possa storcere il naso di fronte a canzoni dal mood così diverso, ma nel loro piccolo i Manics si sono sempre messi in discussione ad ogni album. E a me piacciono anche per questo.
Voto:
Da Debaseriano incallito non ti fa molto onore non conoscere David Gray nè "giudicarlo" in base a un greatest hits, che tra l'altro, proprio come compilation di successi, non fa affatto schifo. In quanto alle note tecniche, mi pare di ricordare che White Ladder (il suo album più famoso) sia stato registrato praticamente in casa. Questo giustificherebbe i "difetti" di produzione. Ad ogni modo, recensione severa e alquanto prevenuta.
Voto:
Se ho capito bene e i lavori alla facciata del palazzo cominciati alle 8 di stamattina non mi hanno ulteriormente rincoglionito, direi che io e il recensore siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Nel dubbio, dico la mia parafrasando De Crescenzo, il quale una volta diceva che sia l'ateo che il credente sono in sostanza due presuntuosi, in quanto è impossibile affermare con sicurezza che Dio esista o meno. A mio avviso, un conto è la critica nei confronti della religione (sia essa di matrice cristiana, musulmana o politeista) come istituzione umana che, autolegittimata dalla sete di potere o da qualche disturbo mentale fatto passare per una sorta di "illuminazione", influenza milioni di persone e la vita politica e sociale di un Paese; un conto è addurre quale prova inconfutabile dell'inesistenza di un Dio tutto il fanatismo e la serie di contraddizioni che vi gravitano intorno alla religione. Non penso che l'idea di divinità sia un qualcosa di biologicamente determinato, ma credo che faccia comunque parte, in qualche modo, della natura umana. Giusto per rimanere in "superficie", potrebbe essere proprio la natura mortale dell'uomo, la sua vulnerabilità, l'ineluttabilità del suo destino, a rendere necessaria o comunque giustificabile l'esigenza di rivolgersi in preghiera ad un'entità soprannaturale, o la speranza (cito ancora De Crescenzo) che davvero possa esserci una condizione che ci riscatti dalle sofferenze patite in vita, e non un semplice riposo eterno, per quanto quest'ultima conclusione sia la più razionale. Uscirsene con frasi come "Nel 2010 c'è ancora gente che crede in Dio" come se colui che crede, o quantomeno "spera", non fosse altro che un credulone, un ingenuo e un ignorante (a dispetto del non credente che invece è un illuminato, ha capito tutto della vita, e può dimostrare empiricamente la veridicità delle sue affermazioni) è un modo sterile e spocchioso di ridurre tutta la questione ad un qualcosa di intrinsecamente anti-intellettuale, di cui non varrebbe nemmeno la pena discuterne. Per cui né il libro né la recensione avrebbero senso. Ripeto, se proprio c'è qualcosa di deprecabile è la religione con tutti i suoi fanatismi e la sua nefasta capacità di incidere sul libero arbitrio delle persone, non la spiritualità, sia essa una forma di ascetismo o di rettitudine morale, che è un qualcosa che l'uomo può e dovrebbe (se lo vuole, ovviamente) coltivare come meglio ritiene opportuno. Vissuta in questo modo potrebbe essere perfino appagante. In fondo cosa abbiamo da perdere?
Voto:
Anche io la preferisco all'Amore. E l'ultimo singolo promette bene!