Atreyu Baptize
9 ago 23
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Dovrei verificare ma non ho voglia, ma The cursed non è il debutto. A memoria hanno fatto qualche ep e almeno un disco prima. E poi mettere gli Atreyu nel calderone del post hardcore, mammamia.
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Incrociato questa estate a Montisola con mia figlia. Le ho detto "Quello è il professor Odifreddi!". Lei "e chi cazzo è??? Guarda che in edicola ci sono me contro te!"
PS: non è vero che ha detto "Cazzo"
Voto:
Cover discreta. Uno dei pochi pezzi decenti del disco. La versione dei nevermore sta su un altro pianeta.
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E continuo a pensare che Teranishi sia un chitarrista sottovalutato.
Voto:
Ascoltare questo disco con la voce matura di Kensrue è un piacere per le orecchie.
Voto:
Io sono un analfabeta inguaribile. Per me scrivi bene. È una dote che io non ho. Comincio, però, ad avere una certa "prevenzione" (e mi metto, con coscienza, dalla parte del torto di mia spontanea volontà) sulla scelta delle cose che recensisci. Sembra di far passare le magliette nere e rock di H&M. È un approccio orizzontale alla materia che a me non piace. Si, lo so, che degustibus ecc, ma è da qualche giorno che ci penso su. Peace.
Voto:
Se alla batteria ci fosse Mikkey Dee sembrerebbe ancora di più un pezzo dei motorhead.....oltre ad avere una resa 10 volte migliore. Lars non si può più sentire, per carità. Se il singolo è lo spot del prossimo album era meglio continuassero ad incidere ogni 7 anni.
Voto:
Visto in quello che credo sia stato il suo ultimo tour. 1998 al Rainbow (Mi sembra si chiamasse così il locale a rozzano).....impressionante.
Voto:
Mi piacevano tantissimo fino a Believe (a me la scena nu-metal è garbata molto).....poi il nulla.
Ho ascoltato il singolo di questo e continuerò a lasciarli nell'oblio.
Voto:
Conosco il suo operato più per i creed e per gli alter bridge. Quest'ultimi hanno la fortuna di avere una tra le più belle voci rock degli ultimi 20 anni. Myles Kennedy era già un fenomeno anche nei, malcagati, mayfield four. Il Tremonti solista lo conosco poco, ma quello che avevo sentito non si discostava molto dalla band madre. Non ho mai capito la sua ostinazione a dei suoni di chitarra molto compressi, che poco si addicono a quello che fondamentalmente è (hard) rock americano. Mark rimane comunque un buon ragazzone, non certo un genio delle sei corde, ma un buon mestierante.
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