Voto:
è tutto vero, meglio la nasalità di scott, anzi no meglio lo stridere di johnson, sono prevedibili e certo non sofisticati, ma che scossa che riescono a dare con quei quattro accordoni, il basso tantovale farlo con un bontempi che costa pure meno, ecc.ecc. tutto vero, però gli Ac/Dc restano un pezzo di storia del rock, inventori di uno stile, inconfondibili tanto con Scott quanto con Johnson. poi si può discutere, la discografia di Scott è assolutamente memorabile, la spartanità, i silenzi, i suoni ruvidi e spessi, inimitabili. Con johnson le sonorità diventano da arena, più piene e grintose. ognuno giudichi da sé, io addirittura, agli inizi quando non li conoscevo, ai tempi di back in black, non credevo che prima avessero un altro cantante. rimasi molto male quando, acquistando Highway to hell, in cassetta nice price, mi piombò nelle orecchie il suono nasale e acidulo di scott. e che roba è questa? mi ci volle del tempo, e denaro per acquisire tutta la loro discografia (fino a Razor's edge), e intanto ero già vittima del loro fascino animale. sono e restano grandi, magari sbaglio a non aver preso gli album post 1990, ma restano per me un'esperienza musicale eccitante ed unica, valida ancora oggi, dopo un periodo di "depurazione" uditiva, per poterli capire e godere, nella loro semplicità. Non era facile emergere così potentemente senza le doti musicali e compositive degli Zeppelin, dei Purple (che odio cordialmente, chiedo venia, grandissimi, nella loro legnosa superbia). Angus rimane un chitarrista con le palle. Questo resta uno dei grandi dischi rock, inutile stare a dire il migliore o il peggiore, è grande rock, pulsante e vivo, tanto basta. Spezzo una lancia in favore di Fly on the wall, per me un disco ingiustamente trascurato. ciao a tutti e complimenti per la recensione.