Jethro Tull: Thick As A Brick
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Prima che la raffinata compostezza teatrale di "A Passion Play" prendesse forma, i Tull diedero vita a questo scanzonato e folclorico capolavoro. Un brioso concept diviso in due parti da più di 20 minuti l'una. Gli strumenti emergono uno dopo l'altro, intersecandosi ed affiorando uno per volta, mentre la musica prosegue inarrestabile, fino all'ultimo sognante riff acustico. ARTE.
  • hjhhjij
    12 lug 15
    E i testi sono una figata, grande satirico Ian.
  • rolando303
    13 lug 15
    Molto bello anche se per me il loro capolavoro rimane A passion play.
  • Dragonstar
    13 lug 15
    Beh, quello fu un altro disco della madonna. Personalmente non so decidermi. Questo è più facile da assimilare, l'altro è elaborato e cervellotico, anche il suono è cambiato parecchio: meno folk e più jazz, meno flauto e più sassofono, meno goliardia e più sobrietà. Praticamente l'altra faccia della medaglia. Poi verrà Warchild che invece va ad amalgamare tutte queste influenze, creandosi però un'identità propria. Infine, con Mintrel in the Gallery si chiude il periodo più prog della band. Ancora un capolavoro dominato da sfuriate hard rock e da suadenti composizioni acustiche.
  • Dragonstar
    13 lug 15
    Cazzo, mancava solo Aqualung. Perdonatemi, sono partito sgommando e mi sono lasciato andare ad una rapida analisi di queste opere solo per dire che il periodo 71-75 è per me il più proficuo (artisticamente parlando) di tutta la discogriafia del gruppo.

    (E perché non l'hai detto subito, Dragon! Ti saresti risparmiato un sacco di righe*)

    *Voce della coscienza del Dragonestella.
  • hjhhjij
    13 lug 15
    Mi spiace ma per me "Songs From the Wood" (capolavoro di folk britannico elettro-acustico senza sbavature ne difetti) si mangia tutti i dischi dei Tull '73-'76 compreso "Minstrel in the Gallery" che in ogni caso è un disco bellissimo e sottolineo BELLISSIMO. "A Passion Play" ha i suoi grandi momenti ma non mi piglia proprio, al confronto con altri loro. Anche "War Child" mi piace pochino.
  • Dragonstar
    13 lug 15
    De gustibus. Per me Songs from the Wood è anch'esso un capolavoro. Al contrario del precedente che invece ha i suoi alti e bassi nella tracklist. The Whistler ad esempio è una delle canzoni più belle mai composte da Ian, e pure il resto è ottimo, infatti è un album che non ha punti deboli. Ma rivela nettamente una sola parte della globale natura dei JT, che per l'occasione approfondirono la loro anima più folk. Certo Velvet Green, Pibroch e la title track sono ancora molto influenzate dal prog, tuttavia il cambio di direzione si sente lo stesso e il periodo da me citato è quello che rappresenta (per me) in modo più efficace la straordinaria varietà della loro musica, e naturalmente stiamo parlando del periodo più prettamente prog. Poi vabbé ognuno preferisce quello che rivela il cuore il senno e l'istinto. E se dici che SFTW è per te il loro capolavoro, rispetto la tua opinione. Hai fatto un'ottima scelta!
  • hjhhjij
    13 lug 15
    No no no io non dico che "Songs From the Wood" è il loro capolavoro anche se probabilmente lo metterei sul podio. Io dico che fa pelo e contropelo al periodo 1973-1976 quindi da "A Passion Play" fino a Too Old ecc. Per me il loro periodo aureo parte direttamente dall'esordio poi già da "Stand Up" è partito quello stile unico che amalgamava tanto bene elementi di folk britannico, blues, hard blues, hard rock, progressive ecc. E io adoro lo stile "Tull". Vero che "Songs From the Wood" si inoltra pesantemente sul lato folk della band ma una svolta del genere fu necessaria per ridare vitalità all'ispirazione di Anderson e alla sua musica. Tra l'altro io in quel disco ci sento ben poco progressive è davvero tanto sbilanciato sul folk britannico ispirato allo stile e alle melodie dei tradizionali con in più parte di verve elettrica e si qualche vaga reminescenza prog, vaga, soprattutto in "Pibroch". Non è più lo stile ibrido e unico del periodo '69-'72 ma è una rinascita più puramente folk di una bellezza assoluta e poi, a dire il vero, lo stile Tull è percepibilissimo fin dalla prima mezza nota insomma mica ti puoi sbagliare coi Fairport Convention in ogni caso :-) "Velvet Green" è un capolavoro, con una parte centrale pazzesca. Gli arrangiamenti, in tutto il disco, forse sono i migliori della loro carriera, ad esempio l'uso delle percussioni sempre su "Velvet Green".
  • Dragonstar
    13 lug 15
    Concordo. Comunque anche Stand Up è un disco della madonna che sicuramente preferisco sia all'esordio che a Benefit. A tale proposito ti dedico la mia canzone preferita dell'album: Reasons For Waiting-Jethro Tull
  • hjhhjij
    14 lug 15
    Bellissima. "Stand Up" "Aqualung" "Thick As A Brick" e la sbornia folk di "Songs From the Wood" sono i dischi capolavoro dei Tull per me con "This Was" dietro ad una minima attaccatura. Subito dopo Minstrel e Benefit due grandissimi dischi e un millimetro dietro "Heavy Horses" e "Stormwatch". Ecco questi sono i dischi che mi portano a dire che i Tull sono tra i grandissimi degli anni '70 alla fine dal '68 al '79 ci sono solo un paio di dischi che non mi convincono del tutto e uno solo che non mi piace.
  • Miss Kinotto
    14 lug 15
    Di loro ho fatto indigestione e quando succede così di solito quello che prima di piaceva dopo ti da alla nausea. E'quello che ora mi succede se ascolto per un po' la voce di Anderson. I due pipponi prog, questo e passion, mi straziano gli zebedei. Fino ad Aqualung mi piacciono ancora un bel po'.