Boston: Boston
CD Audio Ce l'ho
L'unico che conosco dei Boston, trascinato dalla celeberrima "More Than a Feeling". Il disco è bello anche se le sonorità e lo stile sono decisamente lontani dall'essere tra quelli che preferisco e finiscono per stufarmi inesorabilmente dopo pochi ascolti. Bel disco dunque, però sento che con i Boston sono a posto così.
  • dsalva
    20 mag 18
    prova anche con "don't look back", il successivo, gran disco anche questo.
  • hjhhjij
    20 mag 18
    Il problema è che questo stile, questi suoni, queste canzoni mi stancano molto presto. Per quanto validi possano obbiettivamente essere questi lavori non sono proprio la mia tazza da thè, questo lo ascolto con piacere 2-3 volte e poi però rimane lì, inutilizzato. Difficilmente troverei stimoli per ascoltare un successivo disco sugli stessi binari.
  • dsalva
    20 mag 18
    che ti devo dire...in gioventù li ho amati molto, un rock tiratissimo ma anche molto leggero, incentrato sulla chitarra di Sholz dicono un precisino mica da ridere, ma effettivamente godibili sul momento e dai quali ti rimane il giusto. Comunque anche "third stage" non è male.
  • hjhhjij
    20 mag 18
    Sholtz è indubbiamente un chitarrista e un musicista capace, il problema però di questo tipo di musica è proprio la sua certosina pulizia anche quando è "tirata", oppure quella sua "grandiosità sonora" decisamente patinata e alla lunga stucchevole anche se indubbiamente coinvolgente e qualche volta divertente ai primi ascolti. Non è un tipo di musica che mi trasmette molte emozioni anche se è senza dubbio buona musica. Impressioni molto soggettive.
  • Ho le mie idee sui Boston.
    Definisco la loro musica "architettonica": per apprezzarli è necessario mettere in secondo piano il fatto che i giri di chitarra siano sempre gli stessi, i testi banalissimi, le (poche) deviazioni verso il progressive pacchiane e primitive. Il talento sta in tre cose:
    La prima è l'arrangiamento dei brani, a piani multipli di chitarre elettriche e acustiche che hanno la squisitezza e la facoltà d'incastro proprio dell'opera architettonica.
    La seconda è il suono bombastico della chitarra solista, prezioso non già nell'attacco, bensì nel rilascio, nell'inviluppo; non è facile da spiegare se non lo si è provato con mano... le armoniche generate dai distorsori dell'ingegner Scholz generano una particolare ricchezza ed appagamento acustico, e fisico.
    La terza è la voce del povero Brad Delp. Così angelicamente alta da "bucare" il mix, pur senza andare di potenza, restando pulita e celestiale anche nei passaggi più estremi. Solo Jon Anderson degli Yes come lui, ma quest'ultimo con un feeling più freddo e nordico.
    Voglio segnalare le grandi, per me grandissime canzoni dei Boston: dal primo e in ordine di preferenza "Long Time", "Hitch a Ride", ""Smokin" e solo ora "More than a Feeling"; dal secondo "A Man I'll Never Be", "Don't Look Back" e "It's Easy". Dal terzo "Amanda", "My Destination" e "Holyann", dal quarto "Livin' for You".
    Ultima cosa: il quinto e il sesto album, usciti rispettivamente nel 2002 e nel 2013, sono orrendi e mi sento male al pensiero di quanto lo siano.
  • dsalva
    21 mag 18
    Direi che Ella la sa lunga....impallidisco davanti alla sua perfetta disamina
  • hjhhjij
    22 mag 18
    I tuoi commenti da un punto di vista più tecnico mi fanno piacere, anche se ahimè la perizia della band (hai colto due cose indubbiamente apprezzabili anche per me come le alternanze chitarre acustiche-elettriche e il suono della chitarra di Scholz) era da me già riconosciuta sia chiaro, ma proprio non riesco a sposarmi con questo tipo di musica e di suono. "More Than a Feeling" e "Long Time" due grandi pezzi comunque.
  • hellraiser
    22 mag 18
    I primi due consumati ai tempi ma mai più presi in mano. Sarà che ormai li conosco a memoria da anni. Mi piacciono molto