Non fatico ad immaginare quanto questo disco possa esser stato sconvolgente e innovativo nel panorama della musica leggera italiana in quel 1971, per il modo in cui nei testi vengono trattati certi temi e per le interpretazioni e lo stile vocale di una cantante straordinaria come la Martini, così intensa e così viscerale, come in Italia non si era mai sentito nessun altro. Disco davvero struggente, forse quello che mostra più di tutti quello squarcio nell'anima che aveva lei, che, talento a parte, le consentiva di tirar fuori interpretazioni tanto straordinarie. E poi che voce... Gli autori alle sue spalle sono ispirati come non mai (vero, Claudiò ?) le cover (vedi quella di "Into the White" di Stevens) sono ottime e poi due brani come la title-track e "Lacrime di marzo", che sono dolorosissimi. "Lacrime di marzo" è la sua "Fruit Tree" c'è poco da fare. Disco da brividi per me.
  • hjhhjij
    22 set 17
    Comunque devo aggiungere che il fatto di averci infilato in mezzo anche il momento ilare con la sua versione di "The Lion Sleeps Tonight", versione stile Tokens, oltre ad essere una roba geniale e a dimostrare la sua versatilità, è anche una cosa che me la fa stare un sacco simpatica, ecco.
  • adrmb
    21 nov 17
    La liberazione di 'Gesù è mio amico'... Il recitato finale che è una pugnalata... Mamma mia che disco.