Gran disco. Il primo di Battisti e Mogol con la loro Numero Uno, che infatti lascia alle spalle il periodo degli album "raccolte di singoli" dove varie canzoni apparivano su più dischi diversi (anche se già "Amore e non amore" si era molto ben distaccato da questa caratteristica). Questo disco precede quello che considero il trittico "aureo" di Battisti, il suo zenit artistico (Canto Libero/Caro Angelo/Anima Latina) ed è un ottimo esempio della sua versatilità artistica e apertura mentale: si apre con un classico che più classico non si può della canzone italiana, uno dei capolavori pop di Battisti ("I giardini di marzo" quanto cazzo è bella) e si chiude con uno strumentale (a parte i cori che fanno "UO!") psych acidissimo a suon di chitarra elettrica ("Il fuoco" il gran colpo di scena di Battisti, bel pezzo psicorumotronico per altro anche se magari non la sua tazzissima da tè). In mezzo un' altra delle sue canzoni più belle ("E penso a te" da applausi) altri esperimenti e invenzioni (la title-track senza parole, solo fischiettata e canticchiata la bella melodia) uno sketch degno di Sandra e Raimondo trasformato in canzone con un raffinatissimo divertissement ("Innocenti evasioni") e una folkeggiante favolesca e gradevolissima canzonetta allegorica ("Il leone e la gallina"). Se la prima e la terza traccia sono due capolavori, tutto insomma è più che di buon livello (belle anche "Comunque bella" con Battisti nel finale nel doppio ruolo donna/uomo e "Sognando e risognando").
  • withor
    19 mar 23
    Per me anche questo è da cinque stelle, così come gli altri tre da te citati