Sappiamo tutti come il progressive, soprattutto nella sua ramificazione sinfonica, sia stato particolarmente intrecciato con il fantasy, a volte dando luogo a semplici citazioni, come per i Camel di "The White Rider", altre producendo intere opere come "Sagan om Ringen" (The Lord of the Rings) o "Ur Trollkarlens Hatt" (Magician's Hat) dello svedese Bo Hansson, altre ancora suggerendo i nomi di band o artisti, dei quali il polistrumentista austriaco Gandalf (Heinz Stobl) o gli statunitensi Silmaril non sono altro che sparuti esempi. Come possiamo facilmente evincere dai pochi nomi qui riportati, J.R.R. Tolkien rimarrà sempre, con tutta probabilità, l'autore più amato e ricordato dai gruppi affezionati a questo genere letterario, ma non l'unico, poiché esistono anche altri scrittori meritevoli di aver ispirato un gran numero di artisti impegnati nel settore musicale; uno di questi è Mervyn Peake con il suo Titus Groan, pubblicato per la prima volta nel lontano 1946.

La trilogia di Gormenghast ha infatti appassionato, soprattutto in Inghilterra, una fitta schiera di lettori, tra i quali spiccano, per i loro tentativi di mettere in musica le impressioni e le emozioni scaturite da tale lettura, i Titus Groan con il loro album omonimo del 1970, gli Strawbs con "Lady Fuschia" (sia nel caso di "Fuschia" dei Titus Groan che in questo, il nome della sorellina di Titus viene scritto in maniera errata poiché la ragazza nel libro è chiamata Fuchsia), i Third Ear Band con "Groan's Dance", i Fruup con "Gormenghast" ed i Fuchsia con il loro disco omonimo del '71, che ci apprestiamo ad osservare da vicino.

A capo del progetto troviamo il chitarrista e cantante Tony Durant, il quale, dopo aver fatto un po' di gavetta con il futuro Henry Cow Chris Cutler, mette su un sestetto con alcuni compagni della Exeter University, ovvero il bassista Michael Day, il batterista e percussionista Michael Gregory, le violiniste e coriste Janet Rogers e Vanessa Hall-Smith e la violoncellista e pianista Madeleine Bland. Così strutturata la band, dopo essere stata notata grazie alla realizzazione di un demo, si ritrova a registrare un LP per la Kingdom Records di Terry King, quest'ultimo stupito e compiaciuto, a detta di Tony, quasi più per la presenza di tre ragazze nella band che per la proposta musicale della stessa (hai capito il vecchio Terry...).

L'apertura di "Gone With the Mouse" evidenzia immediatamente la perizia batteristica di Michael, il quale, alternando ritmi sincopati accompagnati dalla chitarra, con agili tocchi alla presenza degli archi, si districa egregiamente tra numerosi cambi d'andatura, ricorrenti anche nella successiva "A Tiny Book", caratterizzata da morbidi violini, impegnati, durante il crescendo del brano, ad avvolgere la soffice e malinconica voce di Tony, estremamente espressivo anche nell'elegante e trasognata "Shoes and Ships", in cui risulta del tutto chiaro come gli archi giochino un ruolo fondamentale ed assolutamente non di contorno nello stile del gruppo.

La lunga "The Nothing Song" ci introduce, tra incursioni di chitarra, basso e violoncello, a sonorità maggiormente aggressive, mentre "Another Nail" fà sfoggio di certe influenze psichedeliche dai toni non proprio orecchiabili e non ci stupisce affatto che il pezzo risalga ai giorni in cui Chris Cutler dava il proprio contributo ai componimenti di Tony, disinvolto sia su questi territori incerti, sia su altri molto più regolari, come la breve e dolce "Me and My Kite", che funge da preludio all'evocativo finale di "Just Anyone", in cui il suono profondo del piano di Madeleine, insieme alla cupezza scaturita dalle note del basso di Michael, sancisce la fine di un lavoro dai sapori sognanti ed incorporei, rimasto, come spesso accade in questi casi, l'unica testimonianza di un complesso che, in quanto ad inventiva e personalità, avrebbe probabilmente avuto molto altro da dire.

Carico i commenti... con calma