Nella foresta pluviale dell’isola di Borneo la tupaia vive in interdipendenza con la Nepenthes lowii, una pianta carnivora dalla curiosa forma a tazza di cesso. La foglia ad angolo retto, che sovrasta il vaso della pianta, secerne un essodato zuccherino di cui la tupaia è ingorda. Dopo essersi comodamente seduta sul pozzetto a succhiare il dolce liquido, valido anche come lassativo, la bestiola rilascia i suoi escrementi nell’alvo della pianta. La Nepenthes lowii ottiene proprio da queste feci l’azoto e i minerali indispensabili al proprio nutrimento.

Il reciproco mutuo aiuto è una legge della natura.

Il reciproco mutuo aiuto è il tema dell’album “God Help The Girl (Matador, 2009) e del film omonimo che verrà portato a termine soltanto cinque anni più tardi. L’autore, in entrambi i casi, è Stuart Murdoch, ovvero il leader dei Belle and Sebastian.

Murdoch ha i tratti del genio, gli siamo debitori almeno di If You’re Feeling Sinister, capolavoro di fine ‘90 (Matador, 1996). Ma tutto il trittico iniziale rasenta l’eccellenza.

Ad affiancare Murdoch ci sono i musicisti dei Belle and Sebastian, una orchestra di cinquanta elementi (diretti da Rick Wentworth) e varie vocalist femminili selezionate in specifiche audizioni. Catherine Ireton, Brittany Stallings, Celia Garcia, Dina Bankole, Asya Saavedra sono state arruolate alla condizione di non essere “aspiranti Céline Dion”. A spiccare è la sconosciuta (a meno di non essere incappati a Cork negli Elephant, gruppo jazz-pop) Catherine Ireton, una crooner limpida, vellutata e introversa.

Il sound dei quattordici brani si ispira (con gusto e libertà) a Left Banke, Randy Newman, Ronettes, Édith Piaf, Serge Gainsbourg e Burt Bacharach, riportando i Belle and Sebastian alla loro dimensione acustica. L’alternative pop/rock della band si intreccia col northen soul, la jazz lounge e coi coretti girl pop anni ’60, versandovi sopra archi melliflui a pioggia. I pezzi sono tutti scritti da Murdoch, mentre gli arrangiamenti orchestrali sono opera del trombettista dei B&S Mick Cooke.

Album intimista, melanconico, tra bruciante freschezza e lepida tenerezza. Ambizioso ma godibile, ti trasporta leggero e sofisticato al contempo, spesso trasognante. A volte è un po’ di mestiere. Ma il connubio tra incanto e lirismo è felice e riuscito.

Catherine Ireton e socie hanno aiutato Murdoch e i B&S a uscire dalle secche, a prendersi una pausa salutare da un certo impasse artistico. Emergono così canzoni struggenti: la miracolosa bellezza di “God Help The Girl (“You have been warned, I'm warned to be contrary/ Backward at school, I wrote from right to left/ Teacher never cared for me/ Preacher said a prayer for me/ God help the girl, she needs all the help she can get”), l’enfasi ritmica di “Musician Please Take Heed, la levità distaccata di “Come Monday Night, con un basso mugolante e angelico.

L’ospite Neil Hannon (The Divine Comedy) canta “Perfection As A Hipster suffragato da splendidi cori femminili, Brittany Stallings ammalia nel remake barocco di “Funny Little Frog”. Infine viene il candore ipnotico di “I Just Want His Jeans interpretata da Asya “Smoosh”.

Il film, da par suo, è un musical ambientato in Scozia. Una ragazza anoressica fugge da un ospedale psichiatrico. Conosce un giovane bagnino aspirante musicista e una sua allieva di chitarra. La musica li può salvare. Con un po’ di reciproco mutuo aiuto. Se non interdipendenza.

Quindi non so come sarà la tua giornata oggi, né la mia. Se sarai e se sarò più tupaia o Nepenthes lowii. Spero comunque non sia tutta ad appannaggio di una smodata necessità di adattamento.

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