"Suona senza fermarti troppo a riflettere, mettici rabbia, frustrazioni e sudore perché è questo che ti separa dal resto della merda senz'anima spacciata oggigiorno per musica". Jon Spencer

Sa sa sa... uno due, prova... la scimmia che si tocca i coglioni raffigurata in copertina fa ben sperare. E la bestia non tradisce.

Parte all'unisono col disco la voce cavernicola che già al primo secondo fa vibrare i vestri di casa mia.
Ho i peli del culo che si rizzano... e sono solo alle prime note, le voce puttanaja di Cave che attacca Get It On, la stracazzo di chitarrona che scheggia stracciona sullo stesso accordo, attacca il piano ...Rcatroiiaaaaa, ohhhh se lo sento LO SENTO ECCOME, sguaina il basso al giro successivo (entrano uno alla volta) e molla fendenti a destra e manca... Si azzannano e questo Grinderman (trad: arrotino ma più probabilmente indica lo sfregare degli organi genitali tra loro) è una delle cose più rockmarcione che abbiano respirato le mie orecchie glabre sanguinanti da 2 anni a sta parte. Un lavoro che puzza di vecchie stamberghe e urina, sbranato dal gran lavoro di chitarre che stridano come black&dekker d'alta montagna sui conati di basso e con la voce cagna & cartavetraja del Messia Cazzone Lurido di Inkiostro: MA CHI CAZZO SUONA STE CHITARRE mi chiedo e mi riprometto di vedere le note della copertina: voglio il nome cazzo, gli voglio baciare i piedi, succhiargli i malleoli, venerarlo come un Agnello Dorato. PICCHIAMalacarned'undio, pikkia con in più questa voce inquieta e rabbiosa addosso: cave SI ma di marmo sonoro che franano a valle, merda c'è sempre sta porcatroia di chitarra che mi trapana tutto il basso ventre: ho il suo manico conficcato nelle emorroidi e ogni nota suonata qui mi lacera l'intestino crasso, mi fotte il pancreas e mi slabra tutto!

DA DOVE CAZZO è uscito un disco così, oggi? nel 2007, mi chiedo io?!?? Asoli arabeggianti (Electric Alice), riff che implorano vendetta (Love Bomb), passaggi deturpati più che egregiamente da LouReed (Go Tell a Woman), colpi bassi di suoni arpionati alla guigolare, mixaggi sgranati e fresati al tornio, un canto impuro e putrefatto come se invece che il microfono avesse un trapano di dentista acceso che ruota all'impazzata in bocca... pochi accordi, due o tre, ma non sono le nuote a suonare qui, è il sottopelle, sono le vene e i capillari a fare le corde, chi vibra è l'intero apparato cardiaco che schizza sangue e adrenalina sulle casse del mio stereo alzato a palla per l'occasione.

La chitarra è il quarto di bue arpionato al gancio e la mannaia è il suo plettro. Puttanavaccaschifa come cazzo suona sta chitarra? ma è sempre lui, puttanamerda!! Si si ok cazzo, Nick Cave non è quello dei Birthday Party degli esordi, non è più il cantore del degrado e millediquesticazzi, cercateveli qui i blabla e i dati tecnici se tanto amate ste cose, ma non rompetemi il cazzo con ste vecchiologie vuote e fatemi vomitare l'anima per una volta che trovo badilate in faccia per i miei denti. Vorrei appendermi al cofano di una macchina e sbattere contro i guard rail ascoltando No Pussy Blues a palla nello stereo, vorrei sputare in faccia al macellaio che fionda l'accetta sul mio cranio durante l'asolo di quel gran figlio di puttana di Warren Ellis dei Dirty Three, che mi squarcia ogni brufolo giallo sulla mia schiena.

Strana reunion questa: marcia, sudata, tutta gente coi controcoglioni, maledetti bastardi che ci sanno fare, ohhh se ci danno dentro; per non dire dei suoni, nudi e crudi come due mani infilate nelle budelle ancora calde di una carogna appena sgozzata non ancora in stato di decomposizione. Ma qui il cadavere NON C'E', qui è tutto ancora maledettamente vivo, ha irorato di sangue i Metropolis Studios e i Rak Studios di Londra, senza sovraincisioni, direttamente nel fango, buona la prima, quasi scordati gli strumenti e tenuti impolverati per non sfalsarne il suono: si parla di figa, di fuga, di fango e di fottuti movimenti dislessici con accenni a episodi biblici, storie di ubriacature, di cose fuori da ogni controllo che potrebbero anche esserci come no che tanto è uguale.
Che tanto siamo già tutti fottuti in partenza.

Disco di quel grancazzo di fottuto rock'n'rolldimmerda che quando riesce ad imbroccarne bene una (si insomma, quelle poche volte che succede), non ci son cazzi che tenga. I miei padiglioni auricolari sono ormai poltiglia, canzoni che picchiano sull'inguine mentre senti le suole rinforzate che ti massacrano il basso ventre e non sai se star male o se gioire incassando i colpi di questo cagaio di disperazione senza uscita.
Finalmente dimenticate le mezze stronzate da pensionato di Nocturama o quell'altra ciofeca impantanata di Abatjour Blues, qui il Re Inkiostro è tornato, e vuole il Nostro Sangue!

Spaccaci tutti i molari e facci male. Ma male davvero: solo a te, e a dischi come questo, tutto è concesso!

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