Correva l'agosto del 1991 quando, mentre l'AOR e l'hard rock melodico conoscevano le prime difficoltà dopo la grande abbuffata degli anni '80, i canadesi Harem Scarem ci regalavano un grande debut album che merita di stare a fianco dei più grandi classici del genere. Purtroppo l'appeal commerciale di questo genere era ormai in declino, e sarebbe stato definitivamente spazzato via da lì a pochi anni dal nascente movimento grunge, ma la bellezza di questo disco è tale da lasciare un senso di amarezza per quello che è stato il futuro della band, pieno di incertezze e difficoltà in seguito allo splendido "Mood Swings", datato 1993.

E' un disco da ascoltare tutto di un fiato, dall'opener "Hard To Love", che convince subito con i suoi ritmi sospesi tra l'AOR e l'hard rock melodico, ed il meraviglioso assolo di Pete Lesperance, all'AOR delicato e celestiale di "Distant Memory" e "Slowly Slipping Away", che possiedono un fascino ammaliante con i loro refrain sognanti e la voce intrisa di passione di Harry Hess. Non mancano le ballate,"Honestly" è una delle migliori rappresentanti del genere, con quell'intro di piano ed il canto sofferto di Hess, che fanno riflettere mille volte sul perché questo pezzo non abbia avuto il riconoscimento che è spettato invece a canzoni di altri gruppi, come i Poison, i Bon Jovi, i Cinderella o gli Skid Row, che non raggiungevano un tale splendore; ma ancora migliore è la conclusiva "Something To Say", che presenta un incipit strumentale di chitarra acustica davvero suggestivo,mentre poi subentra la voce di Hess, che trasporta e fa sognare con una melodia dolcissima e tristissima allo stesso tempo. Finissime perle di AOR elettrico sono invece "With A Little Love" e "Don't Give Your Heart Away", che colpiscono ad ogni ascolto per la loro freschezza e solarità; proseguono sugli stessi standard anche "Love Reaction" e "All Over Again", episodi meno brillanti ma comunque riusciti; mentre quasi alla fine del disco c'è spazio per la carica hard di "How Long", cavalcata travolgente e trascinante che mi ricorda quasi una "Fallen Angel" dei Poison.

Dopo questo disco, gli Harem Scarem pubblicheranno nel 1993 quello che probabilmente è il loro capolavoro, "Mood Swings", album che intrecciava l'AOR degli esordi con le nuove influenze hard rock, a cui si aggiungeva un Pete Lesperance davvero sopra le righe. In seguito arriverà il controverso "Voice Of Reason" (1995), con le sue sonorità più dure, che aprirà il periodo più difficile per la band, che dopo altri due album completamente ignorati sarà anche costretta a cambiare nome in Rubber, nel 1999; prima della ripresa e del ritorno a sonorità più familiari nel convincente "Weight Of The World" (2002), seguito da altri quattro discreti album che anticiperanno, nel 2008, lo scioglimento di una band che avrebbe meritato di più per quanto prodotto e regalato durante la sua carriera, ma che si è invece spenta nel silenzio. Purtroppo.

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