La spirale sonora che si snoda lungo i nove brani di questo lavoro, ad ascolto finito, si riassume nel tanto singolare, quanto esplicativo nome Haunted By Hallucinations. Pete Toikkanen (ex The Soul Investigators), talentuoso chitarrista e compositore con la batterista Laura Könönen e Jussi Oskari al basso, formano la line-up dei HBH, formazione finlandese cresciuta, con ogni probabilità, con massiccie razioni di Black Sabbath, iniezioni di space-rock targato Hawkwind, garage-rock a caterve e psichedelia floydiana.

Questo primo lavoro prodotto per la indipendente Herakles Records di Helsinki, è una esplorazione cosmica che attraversa i lunghi inverni scandinavi, snocciolata sulla distanza di 43 minuti in nove laceranti capitoli, perlopiù strumentali. "Krystal" si staglia nei primi solchi del disco con il suo incedere solenne, una dimensione onirica dove l'unica via, come fari nella notte, è tracciata da un secco, disciplinato pattern di basso che fa il verso a "Starless" dei King Crimson. Cenni di un consunto progressive-rock si dissolvono immediatamente con la seconda traccia "Winter", evidenziando subito la natura cangiante dell'album, tenuto insieme esclusivamente dalla psichedelia che pervade l'intera opera."Confused mind" è una bellissima ballata noir degna del più ispirato Nick Cave epoca Birthday Party. La chitarra affilata di Toikkanen squarcia l'atmosfera ricucendola scompostamente come un dipinto di Picasso, nella spettrale, claustofobica "Haunting"."You Can't See" e "Midnight Manor" sono un combinato di psichedelia occulta e krautrock riconducibili, come assonanze e influenze, al seminale "Tarot", memorabile capolavoro di Walter Wegmüller. Chitarre cariche di flanger, fredde e distanti echi si propagano dalla self titled "Haunted By Hallucinations", traccia decisamente darkwave. Meno greve, ma altrettanto deliziosa "The Creator Of Gods", stempera per poco più di due minuti il clima teso, opprimente dell'intero percorso sonoro. Lenta processione di anime, con passo tribolato e marziale scorre la conclusiva "Confessions".I toni si abbassano, la musica si riduce all'essenziale. Un basso che scandisce a giro lo stesso suono, la stessa litania, ci profonde gli ultimi battiti di un viaggio onirico che, nell'atto di spegnersi, s'illumina di luce propria.

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