Capitolo I
Se nell'adolescenza, oscillante tra Pistols e Clash, Wire e Joy Division, mi avessero detto che mi sarebbe piaciuto un disco del genere, avrei portato la mano alla pistola. Seppur abbia sempre adorato danzare, ho sempre pensato che la "disco" fosse da disprezzare sempre e comunque. Con il passare degli anni, e ripetuti soggiorni in terra d'Albione, la puzza sotto il naso mi è sparita. Per dire, anche l'ultima volta che sono stato a Londra, non sono andato a vedere alcun rock show, ma il venerdì ho pernottato al Fabric. Insomma, sono passato dal voler impiccare ogni dj (perché la musica che suonano costantemente, non mi dice niente della mia vita) al verificare febbrilmente quale sia il posto più vicino dove mette dischi James Holden.
Indi per cui, in questi primi mesi del 2008, l'omonimo esordio di "Hercules and Love Affair", progetto del dj newyorchese Andy Butler, coadiuvato da un paio di signorine e dall' immenso, in ogni senso, Antony Hegarty (quello di Antony and The Johnsons, per intenderci) alla voce, è, naturalmente, il mio disco del momento.
Uscito per i tipi della DFA Records (LCD Soundsystem, Rapture, etc.), e prodotto da Tim Goldsworthy (cofondatore non solo della DFA ma anche della Mo'wax) è, quel che si dice, un disco dance perfetto.
Come altre produzioni DFA, risulta infatti essere il compendio di tre decenni di musica da ballare. Partendo dal funky commerciale dello Studio 54 e dalla disco italiana (qui sarebbe necessario aprire una lunghissima parentesi sul fatto che sia stato l'unico genere che siamo riusciti ad esportare e che tuttora ha un'influenza enorme su molta musica pop), passando per i Talking Heads (ed i Tom Tom Club, ovviamente) ed il pop elettronico inizio anni '80 (Bronski Beat e Yazoo su tutti), per arrivare alla house del ventunesimo secolo, qui c'è dentro tutto. Con il valore aggiunto della voce di Antony, lead singer in quattro delle dieci canzoni che compongono l'opera.
Così l'altra sera, quando verso mezzanotte, mi è capitata in casa la mia ex bassista, che invece è cresciuta a Shellac e Unsane, e stava girando sul piatto il remix che Frankie Knuckles ha approntato per quella bomba che è "Blind", e lei si è messa subito a danzare, non ho potuto fare a meno di farmi una risata: "disco" rules!
Capitolo II
Signori, l' Unz Unz è morto...
Ercole ed il Problema d'Amore lo seppelliscono definitivamente dopo averlo manipolato a furia d'innesti seventies su una Pianta Pop.
A guidare l'ardita operazione discobotanica nascosta dietro al mitologico nome d'arte, un DJ della Grande Mela: Andy Butler accompagnato in metà delle tracce presenti dalla voce del grande Antony Hegarty (lo ricordate con i Johnsons?) e nelle altre da un paio di vocalist, tali Nomi e Kim Ann Foxman, dolci signorine dotate di linee vocali che sembrano spuntare direttamente dalle Sale Culto della Disco Music.
Signori, l'Unz Unz è risorto...
Non dev'esser stata cosa facile per il buon Andy pigliare a pistolettate 30 anni di Musica "Shakeyourbottom" solo per estrapolarne le cose migliori e fonderle insieme in un dischetto che trasuda, per tutta la sua durata, di notti passate tra luci stroboscopiche e paillettes: si perché ascoltare (e ballare) "Hercules and The Love Affair" è come fare un viaggio (ma non a ritroso, anzi, magicamente proiettato nel Futuro del Genere) tra le sonorità ballabili migliori che le nostre orecchie abbiano mai ascoltato (ed i nostri culi danzato). Tribalismi e Riff Techno si rincorrono in un vortice scatenato da atmosfere, si, Anni '70, ma "infestate" da richiami Synth Pop della decade successiva. Così incontriamo Fantasmi Musicali benevoli che non spaventano ma invitano solo ad entrare nel Groove dell' Alcmenide Dancettaro NewYorkese. Un incedere ipnotizzante da ballare fino allo sfinimento.
Se il futuro della Dance passerà di qui lo diranno solo gli anni. Io credo proprio di si
L'Unz Unz è morto, Viva l' Unz Unz.
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