Punk-nerds? Presenti! Un energia, un impatto, veemenza annichilente gli altri gruppi "travestiti" da underground. Ma bisogna essere dentro dissociati, promuoversi reietti, sentirsi esclusi e rincorrere quel traguardo anche se si indossa una camicia a quadrettini perfettamente stirata infilata dentro i pantaloni, ma da strizzare dal sudore dopo i live al Club 88, L.A. ovest, che fanno da colonna sonora al disadattamento, quello giusto, quello cosciente, quello voluto.

Secchioni un po' imbranati col loro "normal look" da sfigati, compresi occhiali con lenti spesse aka fondo di bicchiere, ma mai come in questo caso l'abito non fa il monaco. Hanno le tastiere! E suonano un pop bizzarro e distorto che con la sua convinzione spazza via tutte quelle cose punk hard-core che circolavano in quel momento.

Suonare l'inettitudine della vita, corrispondere con le note lo stato di presa per il culo della condizione umana, canzonare con soluzioni musicali mistificanti il tacito assenso alla menzogna che ci accompagna. Un'irresistibile sequela di brani, un galoppo sfrenato nel nulla, un incendio doloso su noi stessi. Accelerazioni che cancellano giurisdizioni affibbiate di soppiatto, non ci sono avvocati né sensali nel mezzo di questa libertà scoperchiata. Synth art surf punk schizzato dentro la centrifuga di una lavatrice che sporca i panni "puliti".

È la via secca che strizza l'occhio alla via umida, santi che simulano libertinaggi sfrenati, saggi con un vaffanculo sempre pronto. E immergiamoci in questo minestrone di suoni che ci rinfranca dalle bugie di un teatro ormai stanco, rigenerato dalla frenesia gioviale di questi debosciati.

Ne sa qualcosa Bruce Licher leader dei Savage Republic, capoccia e autoaddetto alla pressa tipografica della Independent Project Records e fan sfegatato degli "studentelli" che all'epoca (1982) appena poté, fece uscire 'sta raccolta in doppio vinile (prima edizione anche con un 45 giri allegato) di tutti i pezzi che era riuscito a mettere insieme con l'aiuto della band, che nel frattempo dell'uscita del disco si era disgregata, complice la frustrazione di non trovare proposte per alcun contratto discografico. Per fortuna le genialità incomprese sono state almeno fermate in queste mille copie da un mecenatismo a fondo perduto, ma sta a noi andare a scovare lo splendore di questi tesori dimenticati e godersi il luccichio dell'oro nella nostra cameretta.

Mi fanno pensare a Ettore Majorana, non so perché, ce lo vedo in mezzo a loro, forse per quella comune ipergenialità, forse per quel suo volontario eclissarsi. Come lo scienziato in trance scribacchiava sul pacchetto delle sigarette formule aliene per una nostra futura felicità pulita, i nostri sbarbatelli, con la loro via Panisperna scottata dal sole della California, tendono le loro mani per un umano divertimento musicale spurio da calcoli.

Già a fine degli anni '70 'sti scolaretti avevano capito che erano circondati da una società coi cervelli ormai vicini al culo, il caro vecchio "stupid world", proponendo il loro colto vomito per sprofondare ancora di più in una condizione di invisibilità, di sconosciuti impotenti, la migliore per assistere sghignazzando alle miserie umane. Non avrebbero mai preteso diversamente. Dennis, Juan, Bill, Rick, David... AVE!

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