Hypnotic Brass Ensemble è un giovane collettivo con base operativa tra le affollate e caotiche strade di Chicago: non è un romantico modo di abbozzare la realtà, per anni si sono espressi esclusivamente come street-band suonando tra cunicoli della metro e marciapiedi della propria città.

La proposta è essenzialmente basata su un avvolgente, variegato e piacevolissimo melange di jazz innestato su solida corteccia funk e innervato da pertinenti basi brass; il tutto è coniato da ben nove elementi, tra fiati (quattro trombe, due tromboni, un baritono, un sousaphono) e percussioni; curioso notare che ben otto di essi risultino discendenti diretti - per chi lo conosce potrebbe rappresentare un discreto biglietto da visita - di Phil Cochran (Sun Ra Arkestra).

In questo senso la freschezza, la vitalità e scorrevolezza intrinseca (gli incastri armonici paiono quasi di natura hip-hop) che ne caratterizza i tratti musico-somatici potrebbe portarci a generare l’ennesima, avulsa sequela di imbarazzanti luoghi comuni: “Buon sangue non mente”, “Tale padre tale figlio” e così via proverbialmente farfugliando; per una fortuita e fortunata serie di concause effettivamente potrebbe essere così, ma al contempo non renderemo appropriato merito a quanto di intrigante costoro autonomamente eseguono e portano avanti da circa un quinquennio a questa parte.

Ultima nota: tra fine agosto e inizio settembre (2009) l’outfit sarà ospite del folto cartellone della XXIV-esima edizione della rassegna “Ai confini Tra Sardegna e Jazz”: ottimo motivo per organizzarci sù un canicolare DeMeeting, nò?

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