Rabbia e reazione
L'importante influenza esercitata dai Killing Joke sui gruppi metal, indus e noise non ha eguali nella storia della musica britannica. Questo è un gruppo che vale la pena di conoscere (o ritrovare), anche solo per il carisma del front-man, il delirante, visionario e surreale Jaz Coleman. Eccoci servita l'occasione giusta con un nuovo disco omonimo, uscito ad inizio estate per la Zuma Recordings.
Il rock apocalittico e primitivo dei Killing Joke è da considerare come il punto d'incontro fra due tradizioni tanto in voga durante gli anni '80: quello del futuristico stile elettronico britannico e quello della new wave americana. Una sintesi di portata storica, quella di questa band, che in quel periodo stravolse il significato della canzone rock, aprendo le porte a dissonanze frequenziali, a dinamitarde distorsioni strumentali ed a canti ipno-alienati.
La discografia dei Killing Joke è limitata, ma colma d'opere fondamentali e d'impatto: vi segnalo il primo album KILLING JOKE uscito nel 1980 (EG), i cui brani Requiem e Wardance divennnero subitaneamente delle pietre miliari, e FIRE DANCES (EG) del 1983, forse il picco più alto della band.
Il nuovo album omonimo vede la partecipazione alla batteria del pugnace Dave Grohl, e mai come in questo disco una collaborazione in ambito rock è riuscita nell'intento di sorprendere ed ammaliare con appassionata cognizione di causa.Grohl è un consistente valore aggiunto al già sommo calibro della band.
Sentire il brano d'apertura, The Death & Ressurrection Show, una cavalcata epica dove sono evidenziate le batterie dell'ospite in una cadenzata, combattente danza tribale. Quest'introduzione presenta chiaramente le coordinate in cui si muovono Jaz Coleman con i fidi Geordie e Youth.
L'album procede su linee d'alto livello, senza mai calare di ritmo e di furia. La nervosa e sferzante Total Invasion, la bellissima Asteroid, la fugace Implant, per arrivare ad uno dei brani più magnifici di quest'inizio di millennio, Blood On Your Hands. Rabbia e reazione. Qui Coleman urla un dolore comune, universale, e lo fa senza risparmiarsi. Questo brano da solo vale l'acquisto del Cd.
Le montagne russe però non sono finite, altri gironi infernali aspettano dietro all'angolo con Loose Cannon ("I'm the urban animal/one step from a cannibal..."), e Seeing Red, due pezzi grandiosi ed intriganti.
Lodi sperticate per il nuovo cd dei Killing Joke, è vero, ma a volte ci vogliono, soprattutto quando esce un album influente di una band seminale che torna a tracciare nuove regole nel rock. Il fascino dei Killing Joke è una forza sprigionata con "nonchalance", che, come nei migliori thriller e film dell'orrore, fa intuire ciò che accadrà senza farlo necessariamente accadere.
Un disco ombroso, bruciante, compatto, claustrofobico, e colmo di un'irrefrenabile urgenza musicale, in bilico tra dramma e catarsi. Un corto circuito mentale. Uno scherzo, forse, ma che uccide...
L'ascolto di questo disco provoca brividi lungo la schiena, fremiti eccitanti ma allo stesso tempo penetranti, che infondono angoscia. È un'angoscia inesorabile, che si rivela rabbiosa di fronte alla crudeltà umana. Un'angoscia che induce a reagire.
Alla luce di mille ascolti dalla sua uscita posso tranquillamente affermare che questo è uno dei mei dischi dell'anno.
Quest'album (come AMERICAN SUPREME l'ultima penetrante opera dei Suicide), è un lavoro che mi fa riflettere molto. Jaz Coleman, come un arcangelo annunciatore, è ritornato dall'oblio non per raccontarci barzellette, bensì per avvertirci che l'Apocalisse è già iniziata... Siete avvisati.
Carico i commenti... con calma