Era il 1994, un anno pieno di cambiamenti, caratterizzato soprattutto dalla morte del grunge e (purtroppo) dalla dispersione del metal cosiddetto classico, che vedeva le band piu importanti perdersi in episodi decisamente scadenti oppure, ancora peggio, chiaramente commerciali e ruffiani.
Il metal però, sopravvissuto a situazioni ben più difficili, rilancia proponendo uno stile nuovissimo, ibrido, una fusione di centinaia di stili e correnti musicali.
Quello che a fine ottanta era chiamato crossover, viene rilanciato a inizio anni novanta come Nu Metal, ossia lo slang di New Metal, metallo nuovo.
Il disco in questione è forse il disco più importante di questo movimento, e forse avrerte gia capito che si sta parlando di KoRn, l`esordio dell`omonima band.
Composta di cinque componenti, tra cui spicca il carismatico Jonathan Davis, la band compone una vera e propria perla "Nera" di violenza, cupezza e da un'atmosfera malata forse mai più eguagliata da nessuno.
Dove le chitarre di Munky e Head (i due chitarristi) stuprano le loro 7 corde ribassate ripercorrendo tutta la scuola estremna precendente componendo riff di pesantezza inaudita divenuti ormai storici, e diventando veri e propri maestri delle nuove generazioni, il lavoro di basso e batteria (dei seminali David Silveria e il prodigioso Bassista Fieldy) comprende il funk più violento con slap velocissimi e grande utilizzo di rullante e grancassa, mischiando il tutto con strofe rap e growls lamentosi davvero unici.
E perché senza la voce del grande cantante Jon, caratterizzato da una infanzia terribile, i Korn non sarebbero gli stessi, senza quell`alone di disperazione, di grigiume, di infelicità che la dissacrante voce del cantante riesce a trasmettere.
Il disco perciò, e praticamente senza cedimenti, rappresenta l`inizio della vera e propria scena Nu Metal comprendendo praticamente i massimi classici del quintetto.
La canzone di apertura, Blind, è ancora impareggiata per capacità di espressione sia per la sua inaudita pesantezza(il suo riff e` stato detto il più pesante della storia, secondo molti), rappresentando l'apice forse di tutto il suo movimento; mentre scorrendo di canzone in canzone si scoprono perle di intoccata intensità, come le seminali Clown, Shoots And Ladders (dove sono presenti le sue caratteristiche cornamuse), ed infine l`ultima, ossia Daddy, dove si trova il picco di espressività della terribile (in senso buono) voce di Jonathan, dove addirittura si mette a piangere mentre denuncia i suoi abusi subiti in quella che è forse il manifesto della band.
Insomma, ascoltare nu metal (quello vero) e non ascoltare i Korn è più che un peccato imperdonabile, mentre se ascoltate i Korn e non possedete questo disco si potrebbe dire un reato.

Un disco unico, imprescindibile per qualunque ascoltatore che si rispetti, Nu Metal o no.

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