La Düsseldorf è una storia che inizia nel '71, quando due geniacci tedeschi di nome Klaus Dinger e Michael Rother danno alla luce Neu!, un disco già post. Post-rock, post-punk, post-tutto. Fuori dal tempo, tra i più grandi in assoluto. Neu! 2 aggiunge poco a quanto già detto ma è forse l'album raffazzonato più brillante di tutti i tempi. L'avventura del fenomenale duo si chiude definitivamente con Neu! 75, lavoro da un lato più melodico, pacato e raffinato, che sul lato B presenta per la prima volta due canzoni vere: addirittura due anthem punk! Separatosi da Rother, Klaus Dinger continua a stupire nei La Düsseldorf, forte dell'esperienza accumulata nei Neu!. Sulla scia del loro ultimo LP, sforna un altro classico senza tempo.

1976, Decca Records. Quattro i brani, due per lato:
1. Düsseldorf: una cavalcata di tredici minuti che si apre su paesaggi sconfinati. È guidare di notte per le strade di Düsseldorf, come in sogno. Osservare da un finestrino le luci della città che scorrono ai lati, percorrere un lunghissimo rettilineo che inizia. . . ed è già finito. Tredici minuti in cui sembra di volare.
2. La Düsseldorf: la traccia che più di tutte assomiglia a una canzone fatta e finita, un bel pezzo stringato e asciutto. Inizia con un coro da stadio per lanciarsi in un rock a briglia sciolta. I Sex Pistols in anticipo di un anno!
3. Silver Cloud: uno strumentale dalla bellezza più unica che rara, lascia letteralmente a bocca aperta. Se il primo brano era una corsa per strade cittadine, questo è una passeggiata in aperta campagna. E quando sei lì col naso per aria, ecco una improvvisa accelerazione e una scarica di distorsioni che ti prende a schiaffi!
4. Time: un altro viaggio, un pezzo che cresce molto lentamente e si carica di emotività guidato da una chitarra acustica. Sempre all'insegna del massimo effetto coi minimi mezzi. È arte allo stesso tempo barocca ed essenziale, un prodigio misterioso.

Perché i dischi più belli sono sempre così difficili da trovare?
In La Düsseldorf c'è tutto: elettronica, punk, ambient, new-wave, pop, avanguardia sperimentale, progressive, minimalismo e chi più ne ha più ne metta. Le composizioni sono vere e proprie magie, non si spiega altrimenti come possano ipnotizzare a tal punto. Ritmi ossessivi e ripetitivi, qualche sintetizzatore qua e là, poche pennellate di chitarra e l'ascoltatore è stecchito, pietrificato.
Klaus Dinger è un artista dalle idee ardite e sfrontate, in anticipo di anni sul resto del mondo; non ha vergogna, però, a condire i suoi pezzi con melodie di zucchero filato. È per questo che risulta tra i più accessibili nell'ambito del krautrock. Una scena, quella tedesca, popolata da gente fuori di testa: visionari sconvolti, avanguardisti allucinati, sciamani, stregoni solitari, geni incompresi, sperimentatori estremi. Gente che ha creato forse la musica rock più Grande. Questo è uno degli ultimi dischi veramente notevoli di una leggendaria scena musicale che sarebbe di lì a poco sprofondata nel nulla, svanita nell'oblio. Cercatelo.

Elenco tracce e samples

01   Düsseldorf (13:16)

02   La Düsseldorf (04:29)

03   Silver Cloud (08:02)

04   Time (09:23)

Carico i commenti...  con calma