Non sono tra quelli che smanettano tutto il pomeriggio a caccia di video musicali e filmati divertenti. Tuttavia ogni tanto mi capita di aprire per curiosità dei video che spesso vengono postati in lungo e in largo per la rete e mi imbatto in una clip, aperta in un momento di noia, ascolto i primi cinquanta secondi e stoppando il resto, catturato da quanto ascoltato mi decido di documentarmi.

Si chiamano Living Dead Lights, band multiculturale proveniente dagli States.

La loro bibiografia a dire il vero è molto striminziata...dietro il monicker si nascondono le facce di quattro giovanotti con un passato da disadattati fatto di povertà, Taka Tamada (voce e chitarra, di origini nipponiche), Alan Damien (chitarra), Martin Kelly (basso) e Nick Battani alle pelli.

Questo omonimo ep segna il loro esordio sul mercato discografico, per una band che si è fatta conoscere anche grazie agli innumerevoli ascolti sulla pagina ufficiale di MySpace.

Dopo un po' di tempo (la release originale risale al 2008), questo lavoro è stato distribuito anche in Italia dai ragazzi della Gb Sounds, con l'aggiunta di una bonus-track.

I paragoni per questo quartetto si sprecano, dai Guns 'n' Roses fino agli Hardcore Superstar, gli elogi di stampa e critica pure, che parla di gruppo rivelazione degli ultimi anni, ma a me quello che preme sottolineare è il fatto di aver di fronte sei canzoni di puro rock 'n' roll con sfumature di punk e di street metal di quelle che una volta sentite sarà difficile dimenticare facilmente. Tutto il contorno dunque ci interessa relativamente.

"What Do You Do?" è uno dei miei inni di questa estate ormai finita, si apre sulle note di basso di Damien per poi esplodere in un chorus incredibilmente bello, "Monday's devile, Tuesday's Divine" è un bel hard-rock sognante che ci fa piombare fino al collo negli eighties.

"Live & Die" apre le danze ruggendo e facendo scatenere l'ascoltatore con i suoi ritmi indiavolati vicino al punk-rock facendo coppia con "Mother Mary" che tiene il coinvolgimento e una dinamicità ancora più elevati.

"To All The Youth" rallenta e punta su linee vocali più orecchiabili, mentre la bonus "Jhonny", una simpatica cantilena chiude con i fuochi lo spettacolo.

Il disco è stato registrato da Bradley Cook (un guru del settore avendo collaborato con Tool, Queens Of The Stone Age e Foo Fighters), mixato da Fred Archambault e masterizzato da Eddy Schreyer (Alice in Chains, System Of A Down e Offspring).

Niente proclami, ma se questi ragazzi mantengono l'umiltà e tengono lontane le tentanzioni, preoccupandosi di continuare a fare del sano e graffiante rock 'n' roll diretto e istintivo, potrebbe essere nata una piccola stella.

Li attendiamo al varco al prossimo disco, che dovrebbe uscire nella primavera del 2012.

Carico i commenti... con calma