Sarò di parte. Non sarò obiettivo in questa recensione.

Questo è il disco che personalmente mi ha spalancato universi favolosi, quindi questa rece è un tributo affettivo a quest'opera prima di Arthur Lee & Brian McLean. Un album praticamente dimenticato il debutto dei Love. Oscurato dai vari Revolver, Surrealistic Pillow, The Doors e Mr. Tamburine man vari. Se poi si pensa ai capolavori assoluti dell'anno successivo questo disco praticamente scompare..

Considero il primo album dei Love un (inconsapevole) capolavoro. Più di ogni altro album di quel periodo trattiene in se una genuinità rarissima, una bellezza solare in ogni singola traccia. Sorretto dalle straordinarie voci di Arthur Lee e Brian McLean (scopritelo come autore, unico) il disco è un affresco "diverso" della summer of Love alle porte. Il suono garage non scalfisce l'infinita dolcezza di brani come "A message to Pretty" (capolavoro), Mushroom Clouds. L'acerba sperimentazione di "Emotions", la psichedelia solare di "Can't Explain". Le penombre di "Signed D. C" (altro capolavoro) e "My Little red book". Fino all' "hit" del disco, quella "Hey Joe" seconda solo alla versione del chitarrista di Seattle (grande amico di Arthur Lee).

Un album che una volta ascoltato s'insinuerà radicalmente tra tutti coloro che hanno amato i primi due Lp dei Byrds e dei Jefferson. Non vendette. Neanche il successivo andò meglio. Solo "Forever CHanges" verrà ricordato. Ma nessuno degli album successivi (a parte lo strepitoso ed altrettanto dimenticato "Out There") saprà ripetere una semplicità di suono ed altrettanta bellezza.

Un'ultima nota.

L'anno successivo arrivò il debutto su vinile di un gruppo capitanato da un Signore di nome Roger Keith "Syd" Barrett. Il disco si apriva con "Astronomy Domine" (apice di Arte pura). Il brano aprì anche "Ummagumma" del '69. Ebbene, questo brano non era nient'altro che un'elaborazione di "My little red book". Il produttore dei Pink FLoyd chiese a Barrett di suonare un brano dei Love e lui parti col pezzo. Così vide luce "The Piper at the gates of Dawn".

Il debutto dei Love rimane per me il raggio più luminoso di tutta la storia del Rock.

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