Nel 1967 L. Battisti "sbarca" a Milano, s'affitta una cameretta in un pensionato in zona Zara e comincia a bussare a tutte le case discografiche possibili. Casualmente incontra Mogol che, come da lui stesso ammesso, in Battisti non vede nulla, ma quel ragazzotto riccioluto di 24 anni gli fa tenerezza. Insieme scrivono alcune cose, e le danno ad altri (Equipe 84, Dik Dik, Riki Maiocchi, i Balordi): alcune cose funzionano, altre meno. Ma chi lo conosce, lo frequenta, intuisce che Battisti ha una marcia in più e una voce decisamente fuori dal comune. A lungo andare lo capisce anche Mogol che fatica a trovare qualcuno che dia la possibilità al 24enne talentuoso di incidere un disco. Cede la Ricordi, ed esce, il 5 marzo 1969 (il 5 marzo è anche, casualità, il giorno del compleanno di Battisti) il suo primo album titolato, con poca originalità, "Lucio Battisti". Detto in soldoni, andò così, ma qualcosa in più da dire c'è.

Battisti aveva ottenuto il primo grande successo l'anno prima, 1968, al Cantagiro con "Balla Linda", che aveva fatto scoprire il cantautore a tutta Italia, e aveva ottenuto un sorprendente quarto posto dietro a Elio Gandolfi, Mino Reitano e gli Showmen. Nel 1969, a ridosso dell'uscita dell'album, aveva partecipato a Sanremo, in coppia con Wilson Pickett, con "Un'avventura" ed era arrivato nono. Le critiche furono feroci, il cantato di Battisti andava contro ogni voce o timbro sentito fino ad allora in Italia (e lui, emozionatissimo, stonò) tanto che sui giornali dell'epoca venne massacrato e deriso, qualcuno ne decretò la fine e sul Messaggero Natalia Aspesi scrisse, irriverente, che "Battisti ha dei chiodi in gola". Questo era il quadretto, e il 5 marzo, giorno appunto dell'uscita dell'album omonimo, nessuno alla Ricordi s'aspettava un granchè. Invece fu l'inizio del trionfo.

Battisti, intelligentemente, fa uscire un album in cui nessuna canzone è inedita, sono canzoni sue prestate ad altri di cui egli si riappropria. La facciata A forse, tolte le prime due canzoni, è effettivamente deboluccia, la B è un fuoco di fila di successi che, negli anni, diventeranno dei classici assoluti.

L'inizio è affidato a "Un'avventura" che diventerà il marchio di fabbrica del duo Mogol-Battisti: classico per ogni stagione, classico da spiaggia, classico vero. Di quelle canzoni che canteremo anche fra 500 anni, ma, come diceva un tale, noi non ci saremo. Si prosegue con "29 settembre", già incisa dall'Equipe 84. La storia è questa: Vandelli, leader del gruppo modenese, passava casualmente dalla Ricordi all'epoca sita in zona Corvetto a Milano, qui c'era Battisti, che lui conosceva appena, che strimpellava questa canzone su un testo di Mogol particolarmente innovativo (poi spiegherò il perchè). Sulle prime a Vandelli non pare niente di che, ma quando Battisti attaccò il refrain a Vandelli parve di vedere riassunta in un'unica canzone tutta la filosofia del beat dell'epoca, e la volle. Battisti e Mogol gliela cedettero, l'Equipe 84 in quel periodo era uno dei gruppi più famosi in Italia. Fu di Paolo Ruggeir, direttore di produzione Ricordi, l'idea della voce del cinegiornale. La versione del gruppo emiliano è senza dubbio ariosa, pop, molto calata nella sua epoca. La versione di Battisti è più sfumata, eterea, probabilmente più vicina all'originale: a mio avviso migliore. Il testo di Mogol, oggi potrebbe apparire semplice ed ingenuo, in realtà, al tempo, andava a scardinare tutte le logiche morali della canzonetta italiana fino a quel momento: il tradimento veniva sempre visto come una cosa colposa, da espiare, da vergognarsene, nel testo di "29 settembre" è un qalcosa di leggero, che è accaduto, è passato, e buonanotte, ognuno andrà avanti per la propria strada, magari ancora insieme, senza che si venga a sapere dell'accaduto. Ancora oggi le interpretazioni sul fatto che nel testo si parli di un vero tradimento sono incongrue: lui ha tradito veramente o lo ha solo sognato? E. vista l'epoca, stava fatto come una scimmia o dormiva semplicemente? Canzone memorabile, sotto diversi punti di vista.

Il lato A prosegue affievolendosi, ahimé, con tre canzoni un po' dimenticate: "La mia canzone per Maria" (forse la canzone più brutta di Battisti); "Nel sole, nel vento, nel sorriso e nel pianto" che venne affidata ai Ribelli che all'epoca potevano vantare Demetrio Stratos nuovo ingresso nella band; "Uno in più", stradimenticata, ceduta a Riki Maiocchi il quale, va detto, dopo un viaggio a Londra reclutò i Trip e con loro incise il brano, e le parti chitarristiche vennero affidate a Ritchie Blackmore, futuro membro dei Deep Purple. Il vero colpo da biliardo è "Non è Francesca": la incisero i Balordi, con un arrangiamento oltremodo beat (se non la conoscete andate a recuperarla, è totalmente diversa da come la conoscete): avrebbero dovuto cantarla i Nomadi, che rifiutarono, e venne proposta pure ad un imberbe Francesco Guccini, rifiutò pure lui. In effetti nasce come una canzone breve, abbondantemente sotto i due minuti, che diventeranno più del doppio grazie alle improvvisazioni, in sede di registrazione, del batterista Gianni Dell'Aglio e l'arrangiamento del mitologico Gian Piero Reverberi che eliminò le componenti rock che avevano caratterizzato la versione de I Balordi.

Il lato B è aperto da "Balla Linda", a cui segue la prima canzone in assoluto scritta dal duo Battisti-Mogol, "Per una lira". La suonarono i Ribelli, del Clan Celentano, e venne proposta proprio allo stesso Celentano che non la volle in quanto, disse lui anni dopo, non la capì. (Anni dopo la incise, in spagnolo, pure Cristiano Malgioglio). "Per una lira" affascinò, a fine anni Sessanta, un giovanissimo Massimo Ranieri che tentò di inciderla senza successo. "Prigioniero del mondo" che è, a mio parere, bellissima è un unicum: la musica è di Donida, e non di Battisti. Si trattava di una canzone modernissima, e si trattava della canzone con cui la Ricordi avrebbe voluto lanciare il giovin Battisti, poi gli venne preferita la più radiofonica "Balla Linda". Il brano è affascinante per il grande spazio che viene dato alle chitarre e quella originale trovata sul finale in (forte) odore di rhythm'n'blues così poco italiano. Se la riprese anni dopo Franco Battiato, ma, con tutto il rispetto, non fu una grande idea."Io vivrò (senza te)" è un classico battistiano lo incisero i Rokes come lato B di un disco ultra dimenticato, poi divenuta celebre nella versione del cantautore di Poggio Bustone. Personalmente glisso velocemente, è un brano drammaticissimo che, nonostante un bell'uso dei fiati, mi lascia indifferente (ma è, diciamocelo, un problema mio). "Nel mio cuore, nell'anima", già Equipe 84 (sempre loro, maledetti!) è una bella canzonetta beat degna dell'epoca, invecchiatissima ma con alcune intuizioni musicali e, soprattutto, vocali non di poco conto (il coretto finale, sì, parlavo di quello). Si chiude, benissimo, con "Il vento", incisa dai Dik Dik: è un brano meraviglioso, con quel testo mogoliano così fatalista, che si contrappone, almeno esistenzialmente, a quello di "Prigioniero del mondo", e che conserva, sul ritornello, e sul finale, dei (semi) assoli di batteria che valgono, da soli, il prezzo del biglietto. Il pathos con cui canta Battisti è da mandarsi a memoria, tra l'altro.

Un esordio fulminante, con alcune cose non del tutto a fuoco, che farà da anticamera al grande successo del successivo "Emozioni" (altra raccolta di 45 giri, meglio strutturata e pensata) e ai grandi album, originali, di Battisti-Mogol degli anni '70, in tutti i loro periodi: quello pop de "Il mio canto libero", quello sperimentale di "Anima latina", quello west-coast di "Io tu noi tutti", quello dance di "Una donna per amico". Inizia tutto qui, baby.

Elenco tracce e testi

01   Un'avventura (03:13)

02   29 settembre (03:30)

Seduto in quel caffè
io non pensavo a te
Guardavo il mondo che
girava intorno a me
Poi d'improvviso lei sorrise
e ancora prima di capire
mi trovai sottobraccio a lei
stretto come se non ci fosse che lei.

Vedevo solo lei
e non pensavo a te.
E tutta la città
correva incontro a noi.
Il buio ci trov vicini
un ristorante e poi di corsa
a ballar sottobraccio a lei
stretto verso casa abbracciato a lei
quasi come se non ci fosse che,
quasi come se non ci fosse che lei.
.....
quasi come se non ci fosse che lei,
come se non ci fosse che lei.
Mi son svegliato e,
e sto pensando a te...
Ricordo solo che,
che ieri non eri con me.
Il sole ha cancellato tutto
di colpo volo gi dal letto
e corro l al telefono
e parlo, rido e tu, tu non sai perchè
t'amo t'amo e tu, tu non sai perchè.....
parlo, rido e tu, tu non sai perchè....
t'amo t'amo e tu, tu non sai perchè.....
parlo, rido e tu, tu non sai perchè....
...

03   La mia canzone per Maria (03:11)

04   Nel sole, nel vento, nel sorriso e nel pianto (02:47)

05   Uno in più (03:43)

Una voce sta cantando
ma sono pochi ad ascoltare
i gabbiani stan gridando
per poterla soffocare
altre voci piano piano
stan crescendo da lontano
se quel canto vuoi seguire
puoi cantare

E cos�
tu sarai
uno in pi�
con noi.

E cos�
tu sarai
uno in pi�
con noi.

Lungo spiagge sconosciute
siamo in tanti a camminare
con le lacrime negli occhi
con il sole dentro al cuore
se sei stanco di lottare
vieni qui a riposare
se non sai pi� cosa fare
puoi cantare.

E cos�
tu sarai
uno in pi�
con noi.

E cos�
tu sarai
uno in pi�
con noi.

Mentre il mare sta a guardare
continuiamo a camminare
come tanti burattini
con le facce da bambini
se sei stanco di lottare
siedi qui a riposare
se non sai pi� cosa fare
puoi cantare.

E cos�
tu sarai
uno in pi�
con noi.

E cos�
tu sarai
uno in pi�
con noi.

Ehh e cos�
tu sarai
uno in pi�
uno in pi�.

E cos�
tu sarai
tu sarai...

06   Non è Francesca (03:56)

Ti stai sbagliando chi hai visto non �,
non � Francesca.
Lei � sempre a casa che aspetta me
non � Francesca.
Se c'era un uomo poi,
no, non pu� essere lei.

Francesca non ha mai chiesto di pi�,
chi sta sbagliando, son certo, sei tu.
Francesca non ha mai chiesto di pi�
perch� lei vive per me.

Come quell'altra � bionda, per�
non � Francesca.
Era vestita di rosso, lo so,
non � Francesca.
Se era abbracciata poi,
no, non pu� essere lei.

Francesca non ha mai chiesto di pi�,
chi sta sbagliando son certo sei tu.
Francesca non ha mai chiesto di pi�
perch� lei vive per me
lei vive per me.

07   Balla Linda (03:09)

Balla Linda balla come sai
Balla Linda, non fermarti
Balla Linda, balla come sai

Occhi azzurri belli come i suoi
Linda forse non li hai
ridi sempre, non parli mai d'amore
per� non sai mentire mai.

Mh Mh

Bella sempre, dolce come lei
Linda forse tu non sei
tu non dici che resti insieme a me
per� non mi abbandoni mai
tu non mi lasci mai
ti cerco e tu, e tu ci sei
ti cerco e tu mi dai quel che puoi
non fai come lei, no non fai come lei
tu non prendi tutto quello che vuoi.

Balla Linda, balla come sai
Balla Linda non fermarti
Balla Linda, balla come sai

Occhi azzurri belli come i suoi
Linda forse non li hai
ridi sempre, non parli mai d'amore
per� non sai mentire mai.

tu non mi lasci mai
ti cerco e tu mi dai quel che puoi
non fai come lei, no non fai come lei
tu non prendi tutto quello che vuoi.

Balla Linda, balla come sai
Balla Linda non fermarti
Balla Linda, balla come sai
Balla Linda, balla come sai
Balla Linda non fermarti

08   Per una lira (02:29)

09   Prigioniero del mondo (03:32)

10   Io vivrò (senza te) (04:00)

Che non si muore per amore
� una gran bella verit�
perci� dolcissimo mio amore
ecco quello,
quello che da domani mi accadr�

Io vivr�
senza te
anche se ancora non so
come io vivr�.
Senza te,
io senza te,
solo continuer�,
e dormir�,
mi sveglier�,
camminer�,
lavorer�,
qualche cosa far�,
qualche cosa far�,
s�, qualche cosa far�,
qualche cosa di sicuro io far�:
pianger�,
s�, io pianger�.

E se ritorni nella mente
basta pensare che non ci sei
che sto soffrendo inutilmente
perch� so vivere solo
io so che non tornerai

Senza te,
io senza te,
solo continuer�,
e dormir�,
mi sveglier�,
camminer�,
lavorer�,
qualche cosa far�,
qualche cosa farl�,
s�, qualche cosa far�
qualche cosa di sicuro io far�:
pianger�,
s�, io pianger�.
Io pianger�...

11   Nel cuore, nell'anima (02:22)

12   Il vento (03:29)

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Di  woodstock

 ‘29 settembre’ è uno dei primi tre capolavori battistiani, fulgido esempio di emozioni e sentimenti accompagnati da una melodia celestiale.

 Ogni canzone possiede vita propria, e ciascuna è slegata dalla sua antecedente (o successiva).