editoriale di Bubi

Secondo Vladimir Putin, l'Alleanza atlantica si è allargata a Est violando un presunto accordo verbale del febbraio 1990 con gli Stati Uniti. Un tradimento che giustifica l'invasione in Ucraina, possibile prossimo membro della NATO. Gli Stati Uniti non rispondono all'accusa. Però...

... la famosa frase: „NON UN POLLICE VERSO EST,” fu espressa dal Segretario di stato James Baker, nominato da Bush Senior mentre stava implodendo il mondo sovietico. Il 9 febbraio del 1990 incontrò Gorbaciov. Quanto segue è un riassunto del loro lungo colloquio. Baker: «Né il Presidente né io intendiamo trarre vantaggi unilaterali dai processi in corso, gli americani comprendono l'importanza per l'URSS e l'Europa delle garanzie che non un centimetro dell'attuale giurisdizione militare della NATO si diffonderà in direzione est.» Gorbaciov: «Va da sé che un ampliamento della zona Nato non è accettabile». Baker: «Siamo d'accordo con questo». Per Gorbaciov fu una rassicurazione sufficiente, e non chiese mai un impegno per iscritto.

Il presidente George H.W. Bush aveva rassicurato Gorbaciov anche durante il vertice di Malta del dicembre 1989, asserendo che gli Stati Uniti non avrebbero approfittato delle rivoluzioni nell'Europa orientale per danneggiare i sovietici.

Gorbaciov aveva cercato di riformare l'unione sovietica che stava collassando, cercando di introdurre innovazioni economiche e sociali ispirate alle democrazie occidentali. Tutti le hanno sentite nominare: sono la Glasnost' [liberalizzazione, apertura, trasparenza] e la perestrojka [ricostruzione]. Il risultato fu fallimentare e la Russia finì in un caos ancor maggiore che durante l'ultimo periodo sovietico. Instaurare una democrazia di libero mercato in un paese che aveva conosciuto solo dittature, costitutiva un progetto di grandissimo impegno e soprattutto di grande capacità. Gorbaciov è una persona per bene, ma non è un genio. Il suo errore più grande fu di attuare il cambiamento troppo in fretta. [Opinione personale, non sono né un economista né un analista di geopolitica] [Detto tra noi, sono convinto che non ci capiscono una mazza neanche loro 🤔]

Dopo la caduta del muro di Berlino i russi avevano bisogno di aiuto. Gli Stati Uniti avrebbero potuto varare un secondo piano Marshall, come fecero dopo la seconda guerra mondiale con i paesi dell'Europa occidentale. [Per interesse, non per generosità. Però fu una buona cosa e ci guadagnarono tutti.] Si parlò anche di questo negli incontri tra i rappresentanti USA ed i Sovietici. Nei primi anni 90, questo nuovo piano avrebbe potuto includere la Russia e tutto il blocco orientale. Gli USA potevano offrire ai russi l'opportunità di un partenariato di lunga data per coltivare le radici della democrazia nella regione. Questo avrebbe portato grande vantaggio a tutti. Oltre che vantaggi economici, probabilmente ci sarebbe stata una pacificazione vera tra il blocco NATO e gli stati che avevano fatto parte dell'Unione Sovietica.

Ma questa opportunità non è stata colta perché Bush ed i funzionari che lo consigliavano non furono all'altezza. [Non mi stupisce se somiglia solo poco poco al figlio] Peccato perché era un compito lungimirante e di portata storica enorme. Ma, forse, più che incompetenti, erano soltanto interessati ai vantaggi immediati per gli Stati Uniti. Guardavano ai vantaggi immediati 😱 È risaputo che i presidenti americani stanno in carica quattro anni e desiderano soltanto essere rieletti, non ce n'è uno che si possa definire statista. [Nel senso nobile del termine] È risaputo anche che gli sciocchi non concepiscono la politica come l'arte di guardare lontano.

A dispetto delle promesse fatte a Gorbaciov, la NATO andò avanti con l'espansione verso est negli anni '90.

PS. Riguardo l'invasione in Ucraina non mi esprimo perché ce n'è abbastanza su tutte le reti televisive ad ogni ora. Posso solo dire che l'Ucraina indipendente esiste dal 91. La disegnarono a tavolino alcuni anni prima burocrati incompetenti, mischiando etnie diverse. Non so dare un giudizio netto nemmeno su Putin. A me sembra un fanatico nazionalista. Metto da parte le accuse d'essere il mandante di vari omicidi perché anche se sono quasi sicuramente vere, si possono provare solo al 99%. Però è straricco, su questo non ci piove. Siccome ha lavorato una quindicina d'anni come funzionario del KGB, poi ininterrottamente come politico, mi domando: Ma come cavolo hai fatto a diventare talmente ricco da poterti permettere una villa da un miliardo di dollari? Visto che odi tanto i traditori, [affermato in un intervista] non ti senti traditore nei confronti del popolo che guidi e che ti ha pagato quella Versailles sul mar nero che non riuscirai mai a visitare in ogni stanza?

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editoriale di Stanlio
Why not??? https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/10/17/al-via-la-raccolta-firme-per-chiedere-alla-ue-di-tassare-i-grandi-patrimoni-la-grande-ricchezza-la-nostra-campagna-con-oxfam/7322103/ https://www.oxfamitalia.org/lagrandericchezza/?utm_source=ilfatto&utm_medium=organico&utm_campaign=lagrandericchezza https://eci.ec.europa.eu/038/public/#/screen/home https://www.tax-the-rich.eu/ Firmate firmate firmate, io l'ho appena fatto!!! di più
editoriale di vibration

Dovete sapere che esisteva un paese ridente abitato da un popolo che amava cantare,spesso comunicava cantando.

La bellezza di questo paradiso è stato oscurata dalla governante, Una Strega che non capiva le parole cantate dal popolo,si sforzava ma proprio non capiva,ha chiamato medici, stregoni ma non trovarono un rimedio.

La strega temeva che il popolo cantando parlasse male di Lei, del suo modo di governare e senza che lei capisse una parola.

Viveva perennemente accompagnata dall'idea che le parole delle canzoni fossero contro di Lei, i consiglieri le dicevano che era una sua idea ma Lei non si fidava neanche di Loro..Non poteva più sopportare questa situazione quindi fece una legge ,Il popolo non poteva riunirsi ma soprattutto non si poteva più cantare, Se gruppi di persone si riunivano a cantare senza un permesso (che non veniva mai dato) venivano presi a manganellate dalla Polizia e alcuni venivano arrestati. La polizia non si metteva scrupoli se a cantare era un gruppo di ragazzini,mangannelate a volontà..

Nessuno cantava più, ma il popolo non era scemo pensava,pensava e si teneva tutto dentro finchè l'odio verso la Governante crebbe a dismisura finchè il cielo si fece sempre più buio e sul paese regno la tristezza e il malcontento.

Ma un bel giorno come per protesta il cielo si rischiarò e in alto fra le nuvole apparverò le parole delle canzoni vietate,la strega non poteva sentirle ma poteva leggerle e capì quanto era odiata. Fece esoterici incantesimi per cancellarle, per la rabbia ridusse in cenere i ministri, chiamò stregoni potenti in suo aiuto ma nulla le parole nel cielo non scomparvero anzi aumentarono.

La strega si difese sbraitanto che non erano parole del popolo ma una bieca macchinazione degli oppositori,di qulli che facevano finta di stare dalla parte del popolo ma pensavano di cacciarla per fare i solo propri interessi. Chiaramente nessuno le credeva, solo i pochi che le stavano vicino e avevano paura di perdere i propri previleggi.

Intanto le scritte nel cielo aumentarono, il popolo coraggioso scese in piazza e si uni in un unico canto di vittoria mentre la strega continuava a minacciare tutti ma i suoi poteri lentamente diminuivano.

La strega non poteva sopportare tutto questo , era rabbiosa e un incantesimo mancato la traformò in una figura dipinta su un muro quasi come un monito per il popolo a non credere alle promesse ,e ragionare prima di dare la loro terra in mano a chi aveva solo sete di potere e curare i suoi interessi riempendo la città di promesse e manifesti.

Con gli anni la figura sul muro si cancellò,passarono degli anni e il popolo dimenticò il passato governo, dimenticò la strega,dimementicò la lezione avuta sulla propria pelle . Passaro pochi anni , si dice solo cinque e in paese arrivò un mago che promise mare e monti, gioia per tutti e sempre giornate di sole. . Il popolo senza indugi lo elesse governatore consegnandoli il paese. Si dice che su quelle terre non splenda più il sole e le vie sono lastricate di statue di sale.

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editoriale di Simon59

Il termine antisionismo semplicemente non ha senso.risale a un secolo e mezzo fa il movimento che voleva dare una patria agli ebrei, che non doveva essere necessariamente la Palestina. sì parlo dell'Alaska dell'Arizona.siamo nell'epoca del caso Drieyfuss, ovvero dell'esplosione dell' antisemitismo moderno. Questa volta il termine è appropriato. Detto ciò se ne possono fare tutti gli usi strumentali che si vuole.rimane il fatto che uno al governo che rifiuta di adempiere alle risoluzioni riguardanti Gerusalemme e la Cisgiordania.

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editoriale di ThorsProvoni

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20 dicembre 2015

Sono come bocche aperte, mute, zittite da una alterazione della realtà improvvisa.

I negozi di corso Prestinari. Li rivedo ora, dopo non so più quanti mesi, tutto il tempo che sono rimasto chiuso in casa. Perché finalmente sono uscito e ora li sto rivedendo, questi negozi, sono ancora qui, al loro posto, ma vuoti, per lo più saccheggiati, sventrati, come donne violate in una guerra qualsiasi, quando i vincitori passano e decidono che la loro razza è la migliore del mondo e devono perpetrarla ad ogni costo.

Ma questa non è una guerra, così come non è un'invasione straniera; i nemici non hanno una faccia diversa dalla mia, non hanno una divisa di un altro colore. Il nemico potrei essere io stesso se dovessi incontrare la persona sbagliata ed essere preso a morsi come un ossa da un cane.

Li rivedo e li riconosco, i negozi.

La panetteria di Lina, che per cinquant'anni ha sfornato pane profumato per tutti.

Il bar di Michele, dove sono cresciute generazioni di quindicenni in attesa del prossimo videogame da testare.

L'ufficio postale, che a inizio mese si riempiva di anziani, in fila ad aspettare di ricevere la pensione, con già in testa le spese urgenti da fare, i conti da saldare, e con il resto il fiore da portare sulla tomba di lui o di lei che se ne sono andati troppo presto.

È strano come non abbia mai pensato, mai fatto caso a queste cose prima, quando con passo veloce uscivo solo per raggiungere un posto, per sbrigare qualche commissione, quando la vita era normale. Adesso non ho una meta precisa; ora sono qui solo perché devo capire cosa è rimasto del mondo attorno a me e cosa mi resta da fare per sopravvivere.

Ho una sola urgenza: evitare gli infetti, scoprire dove sono, farmi una mappa della loro presenza per sfuggirli.
Prima, prima che la realtà che avevo sempre conosciuto cambiasse all'improvviso, subisse quest'alterazione violenta, prima che i nemici invadessero queste strade e ne facessero scempio (delle strade, dei negozi, degli uomini e delle donne), prima il mondo aveva un senso. O almeno cercavo di scoprirne uno; e anche se quello che trovavo non mi piaceva più di tanto, cercavo di farmelo andare bene, perché comunque non potevo cambiarlo a mio piacimento. O così almeno avevo sempre pensato.
Ora, invece, dovrò essere io a dare un senso a tutto.
Intanto continuo a camminare al centro della strada. Non c'è nessuno e l'aria frizzante col primo sole del mattino è padrona delle macchine abbandonate, rovesciate, ridotte a carcasse bruciate (probabilmente c'è stata una scaramuccia qui). La natura, invece, ha continuato a fare il suo corso e la neve venuta giù nei giorni scorsi riempie ancora le fioriere e le aiuole. Gli alberi hanno perso le foglie, ma dentro si stanno preparando alla nuova stagione, con l'orologio dello yin che scorre verso la pienezza dello yang. Chissà se anche l'umanità saprà superare il cardine d'equilibrio e ricominciare a costruire una realtà positiva. Ci vorrà una bella scossa (1). In qualche modo Ariano ha ragione, continuo a pensare. Eravamo “uomini razionali ridotti a zombie col cervello atrofizzato dalla televisione” . Non posso però concedergli che quest'invasione dell'animalità e dell'istinto nel mio mondo sia definitiva, integrale. Penso che sia una conclusione indebita. Vuol dire che la vera natura dell'uomo è “solo” quella di un animale che sfama i suoi istinti ed è felice così?
Non c'è vento, ma sento una porta sbattere da dentro il negozio che era stato l'edicola di Gino. È un rumore ritmico e ripetitivo e anche se so che non dovrei, mi avvicino.
Vedo che all'interno tutto è, naturalmente, sottosopra. Il gadget di una rivista per bambini, un orsetto in peluche protagonista di qualche cartone animato, è poggiato in bella mostra sul bancone, come fosse l'avatar di Gino, che lo sostituisce nella consegna di periodici e giornali.
Resto per un attimo immobile a fissare la scena surreale, dove un animale ha preso il posto di un uomo, così come sta avvenendo in quasi ogni parte del mondo, almeno per quel poco che si riesce a sapere dalla rete.
È pericoloso rimanere troppo tempo lì dentro, anche perché non ho esperienza di infetti per sapere come si comportano, se sono tanto intelligenti (o istintivi?) da tendere una trappola o se invece non si preoccupano di mostrarsi apertamente.
L'unica volta in cui ho incontrato un Giallo è stato con Laura, ma era presa dall'inseguimento di Luca (come a dire: a pasto già iniziato) quindi quell'occasione non fa testo.

Dalle notizie degli amici blogger ho letto che non sono molto furbi. Io però non voglio rischiare, perciò è meglio che vada, che esca dall'edicola. Mi blocco solo un attimo a guardare la data di una copia di Repubblica posata sul bancone: 15 gennaio 2015. È, probabilmente, l'ultimo giorno in cui il mondo ha vissuto una parvenza di normalità. Continuo a fissare quella prima pagina con una foto enorme di un Giallo che sul tetto di una Ferrari Testarossa fiammante banchetta con la mano di un uomo in giacca e cravatta, probabilmente ancora vivo; forse è il proprietario dell'auto perché ha una gamba ancora incastrata nel finestrino, come se fosse stato appena tirato fuori a forza.

Guardo e riguardo la foto e la mia mente costruisce scenari di piccole apocalissi nostrane, drammi di persone troppo deboli fisicamente per reagire alla forza bruta di quegli esseri a metà tra l'uomo e l'animale.

Mi viene in mente il verso di una canzone di quarant'anni fa: ma perché, perché io sono un uomo? Ma perché oltre al sangue caldo di un cavallo ho anche il peso di un cervello? Com’è che si intitolava? Non ricordo… Ma che importa ormai? Forse chi l'ha scritta voleva parlare del modo troppo freddo e razionale con cui spesso affrontiamo la realtà quotidiana, senza calore umano, empatia; di certo non poteva immaginare che a distanza di tanto tempo quelle parole potessero suonare quasi macabre.

Faccio per girarmi verso la porta e andare via, ma la mia curiosità mi spinge ad afferrare la copia del giornale per leggerlo con calma dopo. In quell'istante vedo con la coda dell'occhio che qualcosa salta fuori da dietro il bancone e mi viene addosso.

È finita, è il primo pensiero che ho, questa volta non ci posso fare niente. Non sono mai stato un tipo atletico, non ho mai frequentato una palestra, non … insomma non sono mai stato abituato allo scontro fisico, violento. È inutile cercare di reagire, è meglio lasciarsi andare al destino, tanto andrà come deve andare.

E invece è solo un maledetto gatto spuntato da chissà dove, che salta sul bancone e fugge via dalla porta.

La paura mi paralizza solo per qualche attimo, poi immediatamente riprendo conoscenza e balzo anch'io fuori dal negozio. Resto un momento a riprendere fiato e mi accorgo che ho in mano la copia del giornale; resto a guardare nuovamente la foto, senza un motivo preciso.

Ed è proprio ora che imparo la prima regola di questa nuova giungla che è diventato il mondo: mai abbassare la guardia.

Non faccio in tempo a sentire il rumore che qualcosa mi colpisce alla spalla e mi getta a terra. Mi giro sulla schiena e mi ritrovo una creatura che sta sopra di me e sta avvicinando la sua bocca verso il braccio che istintivamente ho messo tra me e lui.

Non so chi o cosa mi spinge, ma d'impulso infilo il giornale nella sua bocca e mi rotolo di fianco. L'infetto resta imbambolato, accusa il colpo. Io invece lo guardo e la paura, o forse l'odio verso di lui e tutto ciò che rappresenta tirano fuori da me un coraggio che non sapevo di avere. O forse è solo l’incoscienza. Alla mia destra c'è un piccolo segnale stradale, di quelli provvisori che mettono quando ci sono lavori in corso; lo sollevo con tutte e due le mani e comincio a calarlo con forza sulla sua testa, sul collo, sulle spalle. Forse è morto ma io continuo a dare colpi, non mi rendo conto neanche che potrebbe essere pericoloso se qualche schizzo di sangue dovesse lordarmi. Smetto solo quando non ho più forza nelle braccia e il segnale mi cade dalle mani. Mi lascio andare sul marciapiede a pochi passi da quella creatura che, prima di essere trasformato in un mostro da qualcun altro, era stato magari un medico o un insegnante, o qualcuno che aveva fatto del bene agli altri. E io, forse, l'ho ripagato così. Ma è la legge della giungla, di questa nuova giungla: mors tua vita mea. Non valgono più le leggi e le convenzioni di prima.

Sto ancora guardando l'infetto mentre mi alzo lentamente; guardo i vestiti, cerco di toccarmi nelle parti scoperte per assicurarmi che non ci sia sangue che potrebbe contagiarmi. Vedo a qualche metro di distanza una fontanina e prego dentro di me che dia ancora acqua, per potermi lavarmi. La raggiungo e giro il rubinetto e solo allora mi accorgo che ...

(nota 1): la scossa, o il tuono, l'eccitante è il primo trigramma della serie yang negli I Ching. Ha il senso di dare una mossa violenta alle cose per rimetterle in moto.

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editoriale di ThorsProvoni

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10 dicembre 2015
Non posso più far finta di non sapere quello che sta accadendo dietro quella porta.
L'ho visto coi miei occhi. Anzi i miei occhi hanno visto in quegli occhi la cosa che ha preso il posto di Laura, o che la abita, ancora non lo so. Non so se Laura è la dentro, da qualche parte, che lotta per liberarsi, come una posseduta; o se quella cosa è ormai Laura, completamente sostituita, soggiogata, senza più voglia di combattere.
Come quando vedevo mio padre prima e mia madre poi: tutti e due nascondevano nel corpo che ho sempre conosciuto, magro, ossuto, quel male che mangia la carne, e non lo vedi direttamente; ne scopri solo i segnali esterni, ma non lo puoi guardare negli occhi e dirgli: cosa fai li dentro? Lasciali in pace, brutto porco, lascia stare questa carne stanca.
Ho visto in quegli occhi, quelli di Laura, un animale sogghignante, una iena che pregusta un pasto succulento. E ho visto, o forse ho voluto vedere per un attimo, una donna sconfitta. O forse mi sono sbagliato.
A questo punto devo organizzarmi, devo inventarmi una strategia. Devo cercare di capire cosa c'è veramente là fuori.
Dai blog arrivano notizie diverse.
C'è chi, come Alex, ormai è in fuga da settimane, ha abbandonato tutto e sta scappando forse senza neanche sapere lui da cosa, visto che questa nuova versione del mondo è dappertutto lui vada.
Chi, come Giuseppe altri, si sono stabilizzati e hanno fortificato il proprio luogo, come in un nuovo medioevo. E come in un nuovo medioevo hanno ricominciato a vivere della terra che coltivano, a scaldarsi col calore del fuoco.
Chi, come Edu, ha fatto il salto e ha preferito arrendersi agli infetti, anzi è passato dalla loro parte, abbandonando un'umanità che forse ormai è destinata a mutare, a cedere il passo ad una specie nuova che abiterà e dominerà la terra tra qualche decennio, come dice Ariano.
Devo imparare a capire i segnali, come quelli del cancro di mio padre e mia madre. Se vedo un uomo con un libro in mano, posso essere sicuro che sia ancora della mia stessa natura? I Gialli, gli infetti, hanno ancora un'anima, una personalità? Sono capaci di qualcosa che vada al di la del semplice istinto? O sono solo animali che difendono il loro territorio e hanno come unico obiettivo quello di procurarsi il cibo quotidiano?
Quanti interrogativi!
Ho messo lo stereo a volume basso per evitare che orecchie che non dovrebbero sentano che qui c'è musica. Ad un infetto verrebbe mai in mente di ascoltare Archie Sheep, come me in questo momento, per il semplice gusto di farlo, di farsi trascinare dal suo sax? Ascoltare musica è un segnale che lì c'è un essere umano?
Devo imparare a capirle queste cose. Devo imparare a capire cosa significa essere sano ed essere infetto, non solo fisicamente.
Tu che sei lì fuori, in rete, che mi leggi, mi puoi aiutare?
Ne va della mia vita.

(un aggiornamento: ho trovato questo sul blog di Alex. È impressionante. Guardatelo solo se avete uno stomaco forte. Attenzione, è tutto vero, diffondetelo il più possibile, tutti devono sapere.)

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editoriale di ThorsProvoni

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7 dicembre 2015

È stata una scena orrenda. Solo ora riesco a scriverne. Avevo già le chiavi in mano quando ho sentito i rumori. Sono uscito sul pianerottolo e … è stato un attimo e Luca, l'inquilino del piano di sopra, è comparso dalle scale. Scappava inseguito da Laura, la moglie. A Luca mancava un braccio dal gomito in giù, e lasciava una scia di sangue sui gradini. Laura veniva dietro, aveva in mano il braccio del marito, i capelli scarminati ed era completamente nuda; aveva la pelle itterica.

Sono rimasto impietrito, con la mano sulla maniglia della porta, non riuscivo a pensare a niente. Ho rischiato quando Laura (in quel momento l'ho rivista con le due figlie, bionde come lei, accompagnarle per mano a scuola), si è fermata sul ballatoio, a due metri da me, e mi ha fissato. Erano i suoi occhi a fare la differenza più che la sua nudità. Mi ha sorriso, un sorriso di cortesia, come sempre nei nostri incontri, ma carico di follia. Poi ha rivolto lo sguardo verso il marito che scappava e con un grugnito ha ripreso a inseguirlo. Si è formata una pozza di sangue nel posto dove si era fermata. Dopo qualche secondo ho sentito un urlo e rumore di ossa spezzate.
A quel punto, avevo preso coscienza di una cosa: avevo incontrato i Gialli, li avevo visti all'opera.
E allora ho cominciato a tornare su questa terra e con un balzo a piedi uniti sono tornato in casa; ho chiuso la porta d'ingresso, sbarrandola con la cassapanca. So che non servirà a molto se una forza della natura come l'essere di prima dovesse decidere di farmi una visita per sentire che sapore ho. Ma mi fa sentire più sicuro.
Sono passati diversi giorni e mi sveglio ancora di notte con la visione del braccio di Luca in mano alla moglie e quel rumore di ossa rotte.

Per questa volta è tutto.

Spero di poterti dare altre notizie.

Vorrà dire che sono ancora vivo.

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editoriale di ThorsProvoni

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26 Novembre 2015

Oggi sono fortunato, perché c’è la corrente elettrica e qualche satellite lassù è così buono da rimandarmi uno sprazzo di collegamento alla rete.

Così ho deciso di raccontare, da oggi in poi, quel che succede qui da me. Ho pensato che è giusto farlo perché resti memoria di quello che è accaduto e continua ad accadere in quello che è rimasto del mondo che ha ospitato l’umanità finora. O almeno l’umanità come l’abbiamo conosciuta e i libri di storia che l’hanno raccontata.

Ho pensato a questo proprio oggi, leggendo il blog di Alex. Abbiamo sempre pensato alla rete come ad uno spirito cattivo, madre di tutti i mali, quasi il demonio personificato, il pericolo pubblico n. 1 per la nostra gioventù e per tutti gli spiriti deboli. E invece si sta dimostrando l’unico mezzo che abbiamo per sapere quello che succede in giro, per tenere un filo di rapporti con quelli che fino a ieri erano il nostro mondo, seppur virtuale.

Il mondo dopo la pandemia ha abolito il “noi”, ha ucciso il vivere comune con tutte le sue espressioni, dai giornali ai libri. Oggi siamo tutti “io” e tutti vaghiamo alla ricerca di un modo per sopravvivere, per arrivare a sera con la pelle ancora attaccata alla carne e alle ossa.

Così la memoria del futuro, se ce ne sarà ancora uno per l’uomo, è legato ai blog che ancora funzionano, che registrano le vite delle singole esistenze alle prese con la lotta quotidiana. E magari così scopri che vicino a te c’è ancora qualcuno e che sarebbe anche contento di vederti, di raggiungerti, magari per ricominciare.

Glauco, per esempio. È riuscito a salvare la pelle con altri due, ma ha dovuto sopprimere la sua compagna quando ha scoperto che era infetta.

E dimenticavo Ferru. Starebbe organizzando una sorta di centro di resistenza in montagna, dalle sue parti. Lui tiene i collegamenti, dal suo blog, con eventuali altri gruppi di sopravvissuti; riesce ancora a gestire il suo sito con mezzi di fortuna, collegandosi sempre da un posto diverso, per non farsi rintracciare dai Gialli. Nessuno conosce ancora di preciso le loro potenzialità, quindi è meglio essere cauti e non esporsi troppo.

Non so a chi dovrò inviare queste mie mail. Non conosco nessuno al di fuori dei blogger che stanno cercando di sopravvivere come me. E poi ormai tutto il mondo è in questa mia stessa situazione, quindi conosce la realtà. Qualche tempo fa, ormai sono passati anche degli anni forse, un mio amico mi installò sul PC un programma che cercava indirizzi, mi sembra che l’abbia chiamato ‘randomizzatore’ , Mi affiderò a quello e sarà lui a scegliere il destinatario. Speriamo che chi legge ne faccia buon uso.

Sta scurando e c'è una strana neve rosa. Speriamo non sia infetta anche quella.

Per la storia, sono le 22,18 e sono ancora vivo.

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editoriale di ThorsProvoni

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4 dicembre 2015

Quanto tempo è che non mangio un panino integrale ai cereali con la mortadella? Quel profumo di buono e genuino! Come quello dell'aria fresca del mattino, quando la notte è stata fredda e il sole arrossa l'oriente. Le camminate per i viali della mia città, la brina sulle auto, le mani in tasca per non congelarle e la sciarpa tirata fin sul naso. L'odore di cappuccini e brioche che esce dai bar in quell'attimo in cui un cliente apre la porta per venire fuori dopo aver fatto colazione. Maledizione!

Sono stato tra quelli che non hanno creduto al governo che consigliava di andare nelle zone 'sicure’ (vorrei sapere quanti di loro lo hanno fatto, bastardi!). E quindi eccomi qua, barricato in casa, costretto più dalla paura che da una necessità vera, perché io di persone strane ne ho viste veramente poche. Ma non bisogna fidarsi più di nessuno. Ho letto in questi giorni notizie di gente che invia offerte di aiuto, comunità di sopravvissuti che invitano a raggiungerli in posti sperduti. Tu ti fideresti? Spesso sono amici blogger con cui fino a pochi mesi fa si discuteva di libri, ci si scambiava storie. Ma ora? Ora che basta poco per essere infettati, che l'incubazione dura un paio di settimane e ci vogliono almeno due mesi per essere sicuri che un volontario della Croce Rossa non si sia tramutato definitivamente in Giallo? Beh, preferisco starmene rintanato in casa.

Ho fatto una grossa scorta di alimenti conservati, barrette energizzanti, acqua minerale. La corrente elettrica, per fortuna, va ancora abbastanza normalmente (te l'avevo detto che la mia è quasi un'isola felice) e io posso tenermi aggiornato con quello che resta della rete e dei blog. Per adesso le giornate passano, lente, ma passano.

Finalmente ho il tempo di fare una cosa che ho sempre avuto voglia di fare. Lo so, è stupido, anche tenendo conto anche del fatto che sicuramente nessuno la leggerà, visto che siamo destinati all'estinzione, o meglio a lasciare il posto a esseri privi di un'anima, di una coscienza. Sto scrivendo la mia autobiografia. Quante cose tornano alla memoria riandando indietro! Di quante persone ritrovi i volti e le vite! Forse questa maledizione chiamata pandemia non è poi tanto disgraziata, almeno se non devi fuggire continuamente come Alex, Glauco, il Vampirologo, Luca. Ti lascia tutto il tempo di pensare, ricordare, magari piangere per un occasione persa, per una persona andata. Se alla fine di questa storia tutto potesse tornare come prima, penso che molti di noi avranno deciso di cambiare vita. O forse resteremo gli stessi bastardi di sempre, se è vero che la natura umana è corrotta.

Ho letto di Ariano. È forse l'unico che apertamente dice di aver cambiato idea sulla realtà del mondo. Dice che questa nuova umanità, in cui imperversano e dominano dei semiuomini, più vicini alla scimmia che all’homo sapiens, è il futuro e noi dobbiamo adeguarci. Che questa è la nuova razza umana, dove l’istinto prevale sulla ragione.

Alex scriveva, una delle ultime volte che sono riuscito ad avere sue notizie, che questi Gialli sono quasi inattivi a temperature molto basse. E Glauco raccontava di un Giallo che, semicongelato, non ha reagito all’attacco di un uomo e si è lasciato tirare giù a calci. Magari per ricominciare dovremo inventarci un mondo sotto congelamento, almeno fino a che l'ultimo mutante non sia stato scoperto ed eliminato.
Proprio Alex ha messo a disposizione il suo blog per tutti quelli che vogliono lasciare un messaggio, per far sapere che sono ancora vivi.

Alla fine, però, voglio rischiare. Vedo l'alba dalla finestra della mia cucina. È troppo bello.

Ho preparato il cappotto e la sciarpa di là, sul divano in sala. A monte tutto! Devo ricominciare a vivere! Magari là fuori scoprirò che si può anche stare; magari mi accorgerò che di Gialli ce ne sono pochi o niente, e che basta farsi i fatti propri per essere lasciato in pace. Voglio rendermi conto, vedere con i miei occhi. Tra due minuti sarò fuori. Che qualche dio o la mia buona stella mi proteggano. Ora mi vesto e apro la porta.

Domani ti racconterò quello che ho fatto e quello che ho trovato per la città.

È arrivato il momento di … cos'è … un rumore, dal piano di sopra, sembra un tramestio concitato, un grido soffocato, qualcuno che …

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editoriale di ThorsProvoni

E direttamente da Giallozafferano, come direbbe qualcuno, ecco il mio nuovo deeditoriale (senza polemiche eh, si fa per ridere... ).

Sapevate che il Monte dei Paschi di Siena è ‘la banca’ del Testimoni di Geova?

Mi direte: porta le prove! E io vi rispondo: le prove provate, le carte insomma, non ce l’ho, ma sono affermazioni che si trovano tranquillamente girando per il fantastico mondo del web. E non su siti bufalari, ma su pagine serie e verificabili.

Ma non mi interessa parlare di banche, oggi. Era solo un modo per introdurre l’argomento del mio qui presente deeditoriale: alcuni aspetti della fantastica vita dei Testimoni di Geova (da ora in poi TdG).

Cominciamo col dire che i TdG non sono cristiani.

Essi infatti non credono in due dei principali punti del Credo a cui si attengono tutti i cristiani: divinità di Cristo e realtà della Trinità.

Non è questo il momento per approfondire queste cose, e non lo farò, ma è così, fidatevi.

Quindi se doveste incontrarli avete già un’arma per controbattere.

Anzi no, l’arma migliore con loro è quella orale: dite che non vi interessa. Perché state certi che un qualche discorso riescono sempre ad impiantarvelo, e a quel punto siete fritti, per quanto preparati possiate essere.

I TdG infatti hanno i loro 15-20 versetti che vi condiscono in tutte le salse, molto spesso tradotti non correttamente. Loro stessi lo ammettono: esiste una traduzione esatta delle Scritture, edita da loro, che però persino nessun TdG può consultare: riporta la traduzione corretta e poi il testo che, comunque, c’è nelle loro Bibbie (la Traduzione dal Nuovo Mondo delle Scritture).

Ma neanche di questo voglio parlarvi oggi. Perciò veniamo al punto, anzi ai punti.

Vorrei infatti deliziarvi con alcune proibizioni che i TdG devono rispettare, pena la censura e persino la dissociazione (qualche volta vi parlerò di questa cosa, perché è seria che ha portato e porta ogni anno anche a diversi suicidi… ).

Per ogni proibizione riporterò anche il testo dei TdG dove è riportata; per molti, i testi sono plurimi, ma ne citerò solo uno. In fondo alla pagina troverete il significato delle sigle.

Tralascio i più classici come il divieto di trasfusione e di trapianto (ma ora stanno cambiando politica in proposito) e quello di festeggiare il Natale e altre festività religiose.

Alcune sono così strane e strampalate che non riesco neanche ad immaginare quale motivo anche solo umano ci possa essere.

Eccole:

- non si può augurare ‘salute’ quando qualcuno starnutisce (Sv 2273/63)

- non si possono vedere teleromanzi in TV né portare la barba (TdG 15.07.87)

- non si possono praticare sport professionistici (Sv 8.11.86)

- non si può partecipare ad attività extrascolastiche come quelle sportive organizzate dalla scuola stessa, balli studenteschi, elezioni di miss di qualunque genere e nemmeno per fare il capoclasse (opuscolo Sj)

- non si possono mandare i bambini all’asilo (Sv 8.5.79)

- non si può far parte di una giuria (TdG 74)

- non si può pensare (!!??) perché è dannoso (TdG 15.1.68)

(io mi fermeri qui, ma mi faccio forza e proseguo)

- non si può praticare la danza classica (TdG 1.7.76)

- non si possono, nella celebrazione del matrimonio, mettere confetti nei sacchetti delle bomboniere, usare le marce nuziali, gettare il riso sugli sposi (Km 7/67)

- non si può lavorare in una ditta che produce articoli natalizi, in un bar o altro luogo dove si vendono tabacchi, biglietti di lotterie e schedine del totocalcio (Km 3/74)

- non si può mangiare un animale ucciso ma non dissanguato secondo le loro regole (un po’ come ebrei e mussulmani) (opuscolo 1968)

- non si possono mangiare uova, lepri e conigli pasquali (Sv 22.3.86)

- non si può frequentare l’università (lettera del 7.12.85); scrivere o spedire lettere ai giornali senza averle fatte leggere agli anziani (circolare 25.1.90)

- non si può partecipare a servizi funebri o altri riti al di fuori della loro comunità (TdG 1.10.61) né a feste in famiglia: onomastici festa della mamma e del papà, s. Valentino, 1° maggio… (TdG 1.12.68)

- non si può accettare né leggere stampa che non sia dei TdG (Km 1/86)…

E, dulcis in fundo, se avete il mal di testa, tenetevelo: è vietato fare uso frequente di pillole per l’emicrania (Lettera del 7.12.85)

Mi sembra che per stasera possa bastare così.

P.S.: come promesso ecco le sigle, per correttezza…

Sj: I TdG e la scuola - Sv: Svegliatevi - TdG: Torre di Guardia - Km: Ministero del Regno

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editoriale di ThorsProvoni

Correva l'anno (si dice sempre così... )... insomma tra il 160 e il 175 dell'era cristiana.

Un certo Taziano, filosofo e teologo siriano, capisce che il mondo culturale e religioso in cui la sua fede, quella annunciata da Gesù il Cristo, l'evangelista di Dio, vive, pone un interrogativo non da poco alla comunità dei nuovi credenti: come facciamo a fidarci di quello che dite se voi stessi vi basate su quattro testi differenti e che raccontano a volte anche cose differenti e contraddittorie sul vostro profeta e fondatore (si ragionava così...)?

Certo Taziano si rende conto che tutti i torti non ce l'hanno, visto che i quattro vangeli non sono proprio un esempio di linearità. I testi di Marco, Matteo, Luca e Giovanni, che già circolavano nelle prime comunità cristiane e su cui si basavano le predicazioni di evangelisti (non quelli che avevano scritto i vangeli; quelli che giravano per le strade di Palestina e medio oriente ad annunciare la nuova fede) e ministri sono a volte fuorvianti.

Insomma: secondo la mentalità delle filosofie e religioni antiche che dominavano la scena del tempo, e che vedevano i nuovi credenti come fumo negli occhi (la storia si ripete sempre, diceva il buon Giambattista... ), non ci può essere un sistema di pensiero che non sia preciso, che non dia comandi ed orientamenti chiari fino alla virgola, ecc.

E invece questi (i cristiani) non sapevano quando era nato il loro profeta; secondo un libro aveva predicato per tre anni e secondo un altro tutto si era svolto nel giro di pochi mesi. Un evangelista diceva che aveva percorso le strade di tutta la Palestina e secondo un altro questo Gesù aveva girato sempre attorno a Gerusalemme; e i comandamenti? uno solo: amatevi gli uni gli altri! per il resto capite da voi cosa dovete fare nelle singole circostanze! ma si può dare credito a uno che predica 'ste cose?!

Quale idea venne allora a Taziano? Aggiriamo il problema e tagliamo la testa al toro: facciamo un unico libro cercando di prenderà come da fiore in fiore e armonizzando i quattro racconti.

Si mise allora con tutta la buona volontà e perizia possibili e tirò fuori un volumetto che chiamò Diatessaron e cioè: secondo i quattro (sottinteso: vangeli). Omise le differenti genealogie di Gesù contenute in Matteo e Luca; cassò tutti i testi doppi; diede una cronologia più verosimile possible. Alla fine riuscì a mettere dentro al calderone quasi tutta la storia che veniva fuori dai vangeli. Tutta tranne 56 versetti: praticamente le genealogie e il racconto dell'adultera (Giovanni 8,1-11). Con la nostra mentalità che viaggia a percentuali (sennò non sappiamo manco attraversare la strada) diciamo la lunghezza del Diatessaron è pari al 72% dei testi di partenza.

Tutto andò bene e il suo testo fu adottato anche da alcune comunità, specie dalle sue parti. Ma nel 423 un vescovo, Teodoreto d'Antiochia, decise che il Diatessaron andava abbandonato e chi l'aveva scelto doveva tornare ai quattro vangeli canonici. Così furono bruciate tutte le copie esistenti (e ritrovate) e noi sappiamo che questo libro è esistito perché ne abbiamo un commento di Efrem il Siro (che mo' non sto a raccontarvi chi era) e alcune copie in arabo ma non fedeli all'originale.

A questo punto direte: ecco! La censura nella chiesa è sempre esistita! Lo sapevo io!

E nello stesso tempo sbufferete: ma insomma.. quant'è lunga 'sta storia... quand'è che finisce che devo andare a mettere le foto dei gattini su Facebook?

Nessuno vi trattiene, andate pure, evidentemente la vexata quaestio non vi interessa.

Bene. Per i pochi che sono rimasti davanti allo schermo trarrò le mie conclusioni.

C'è un motivo un po' più profondo del 'censuriamo il censurabile' che spinse Efrem a quella decisione.

Ed è questo: la fede cristiana non è omologante, non è una questione di cervello, di dati teologici da inquadrare e imparare a memoria. Ma è un incontro personale. I quattro evangelisti hanno raccontato la loro vita con Gesù da 'loro' punto di vista, in base alla loro sensibilità e fede; e lo stesso deve fare il cristiano: davanti all'annunzio dell'amore di Dio ognuno si deve interrogare personalmente, come uomo/donna.

Al di là di quello che pensano/fanno gli altri, anche quelli del suo stesso credo. L'anima è nostra, una, unica, personale, individuale. E quando al mattino ci guardiamo allo specchio nei nostri occhi la vediamo per quel che siamo, non possiamo nasconderci davanti al: così fan tutti.

Ecco perché nella comunità cristiana c'è il cardinal Bertone e don Gallo; c'è mons. Lefebvre e c'è fratel Enzo Bianchi; c'è il monsignore che si droga e fa i festini e c'è Mimmo Battaglia che i ragazzi li toglie dalla strada della droga e della prostituzione.

Per questo il Diatessaron non è piaciuto alla chiesa dei primi secoli: non abbiamo bisogno di una lezione da imparare ma di un esempio da seguire. Personalmente.

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