La lista d'ascolto



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Cosa imparare dal conflitto russo-ucraino?

In questi giorni tra noi compagni ne sentiamo di cotte e di crude. Chi, spinto da superficiali motivazioni umanitarie, manda aiuti o appoggia in pieno la causa aggressiva, nazionalista e pro-NATO dell'Ucraina senza nemmeno rendersene conto e chi, sia esso stalinista confuso, rossobruno o complottaro, ritiene per davvero che gli interessi russi in quanto anti-imperialisti verso gli yankee siano promotori del progresso sociale e addiritura dell'antifascismo (ahahah). Il tutto si risolve in una visione manichea in cui la giusta critica all'indifferenza di stampo gramsciano si trasforma invece in un tifo da stadio, dove si parteggia per una parte o per l'altra come quando da bambini la maestra ti chiedeva se preferivi Atene o Sparta (io ho sempre tifato la seconda). La grande assente di ogni discorso su questa storia è la coscienza di classe del compagno di turno con cui si parla e in realtà anche la nostra. Inevitabilmente nel discutere del conflitto si mettono sul piatto le ragioni storiche e geopolitiche, nelle quali un compagno attento su questi temi può trovare che un paese in meno nell'orbita imperialista yankee sia comunque un punto in più, ma resta che la politica, quella vera viene lasciata fuori dalla porta. Un vero compagno di fronte ad eventi come questo dovrebbe sempre ricordarsi della lezione di Lenin, che mentre impartiva la neutralità proletaria nel conflitto tra nazioni della prima guerra mondiale, coglieva due piccioni con un fava facendo la rivoluzione proletaria nel suo stesso paese ancora in gran parte feudale.
Quindi la lezione è sempre la stessa e ha più di un secolo: PENSARE A NOI STESSI! E con questo non si intende raggiungere una consapevolezza individuale e sociale da buddhista, ma si intende pensare ai propri interessi come gli interessi della classe sociale di cui facciamo parte. Mentre perdiamo il nostro tempo a crederci gli statisti che possono ragionare di geopolitica (come se fossimo noi a decidere di qualcosa), sarebbe meglio drizzare le antenne e analizzare la situazione presente e le conseguenze che questi fatti possono avere nella nostra vita. I fatti certi per noi sono pochi: un esecutivo (Draghi and Co.) come sempre ormai calato dall'alto, che cerca in tutti i modi una solidità che sia ok per il sistema economico europeo e internazionale, rafforzando l'autorità dei capitalisti nostrani e delle lobbies, che mentre piangono miseria in tv e si fanno portavoce di chissà quali riforme tramite i loro burattini politici, in realtà si fregano le mani per l'assenza di reale conflitto sociale (no vax e no green pass sono solo l'altra faccia del conformismo) che gli scorsi anni hanno imposto e continueranno a imporsi grazie ai vari stati d'emergenza, ormai necessari quanto le richieste di fiducia.
Mentre ci impoveriscono ulteriormente sfruttandoci il doppio pensiamo bene che il primo vero nemico è il salario che non ci manda sotto i ponti (ancora per poco). PENSARE SOLO A
BËL 02
BRÜ 01

Stanlio: Ul teleguardò al butava fora i faci tuti istess
i parol tutt istess
tuti, da l’Italia, a l’America, in Russia e anca in Cina,
disan la stesa roba
cumpra chess chi cumpra chel là
cumpra da chi e cumpra da là…

.: Olmo Gabbiberti :.

Traduzione:
Il televisore mostrava le stesse facce
le parole tutte uguali
tutti, dall’Italia all’America, in Russia e anche in Cina,
dicevano la stessa cosa
compra questo compra quello
compra qua compra là.
Chaturanga: Due guerre mondiali sono cominciate per molto meno
Geo@Geo: Ma se ci fosse un po' più di cuore in questi discorsi? Politica, politicanti e politichese: stanno giocando a Risiko, già me li vedo al tavolo della guerra, TUTTI. La tristezza infinita sta nel fatto, almeno per me, che nessuno pensa veramente alla popolazione: si metteranno d'accordo, prima o poi, e ognuno raggiungerà i propri obiettivi. Siamo pedine in mano a gente che non gli frega niente del MONDO intero, ma i Maya l'avevano detto, pare... Non sono buonista, ma questa è la realtà, sanguinosa e priva di pietà.