Quell’eccidio avviene qualche giorno dopo un misterioso attentato a un camion tedesco parcheggiato in viale Abruzzi 77. L’attentato, nel quale non rimane ucciso nessun soldato tedesco, non rientra, per l’imperizia dimostrata, nel modus operandi della 3° GAP guidata da Giovanni Pesce. Non può essere, dunque, ricondotto alla comunque esecrabile categoria della rappresaglia. L’eccidio di piazzale Loreto rientra piuttosto in una logica e in un disegno efferato. La strage arriva a conclusione di un mese nel quale le esecuzioni per mano dei repubblichini si sono succedute l’una dopo l’altra; il 15 luglio 1944 vengono fucilati tre ferrovieri a Greco, il 31 luglio 1944 è la volta di cinque partigiani al Forlanini, il 21 luglio 1944 cinque patrioti sono uccisi a Robecco e 58 abitanti vengono deportati, nove dei quali non faranno ritorno dalla Germania. Il 28 agosto 1944 a Milano, in via Tibaldi i mutini fucilano altri quattro partigiani.
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