#PoesiaPortamiVia

EPITAFFIO

S'uccise a furia d'ardore, o morì di pigrizia. Se vive, è grazie all'oblio.

Ecco ciò che per sè lascia:

-Il suo solo rimpianto fu di non esser la propria amante.

-Non nacque per scopo alcuno,fu sempre incalzato dal vento in prua:piatto misto di rimasugli,d'ogni cosa adultero miscuglio.

Del non so che - ma senza saper dove;

dell'oro - ma senza un soldo;

dei nervi - senza nerbo;

vigore senza forza;

dello slancio - con una storta;

dell'anima - e nessun violino;

dell'amore - ma pessimo stallone.

Troppi nomi, per averne uno.

Venturiero d'ideali - senza idea;

rima ricca - e mai rimata;

senza essere stato - ritornato,si ritrovava dovunque perduto.

Poeta, a dispetto dei suoi versi;

artista senza arte - a rovescio;

filosofo - per dritto e per traverso.

Un buffo tipo serio - per niente buffo;

attore: non sapeva la sua parte;

pittore: suonava la cornamusa;

e musicista: con la tavolozza.

Una testa! - ma senza testa;

troppo pazzo per saper essere stupido;

prendeva per un trait la parola très.- I suoi versi falsi furono i soli veri.

Uccello raro - e di paccottiglia;

molto maschio - e talvolta molto femmina;

capace di tutto e buono a niente,acciarpava bene il male, male il bene.

Prodigo come il figlio del Testamento - senza testamento.

Intrepido: e talora, per paura del ''piatto''cacciava i piedi nel piatto.

Colorista furioso - ma smorto;

incompreso - soprattutto da se stesso;

pianse, cantò con stonature perfette; e fu un difetto senza difetti.

Non seppe esser qualcuno, nè qualcosa. La sua naturalezza era la posa.

Troppo ingenuo, mentr'era troppo cinico;

completamente incredulo, mentre credeva a tutto. Ciò che gli dava gusto era il disgusto.

Troppo crudo - perchè fu troppo cotto,

a nulla meno somigliante che a se stesso, si divertì con la propria noia fino a svegliarsi la notte.

Vagabondo al largo, alla deriva,relitto che mai non arriva...

Troppo se stesso per potersi sopportare, con lo spirito a secco e la testa ubriaca,

finito ma incapace di finire,morì nell'attesa di vivere e visse nell'attesa di morire.

Qui giace, cuore senza cuore, isterilito: troppo riuscito - come fallito.

Tristan Corbière
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