Comincio io:
1) “I due della legione”. Lo so che è troppo facile! Lo so che cominciare con Franco e Ciccio è filologicamente inevitabile: loro sono l’incarnazione di quel cinema improvvisato e straccione su cui è nato, dove ha trovato la sua palestra, certo Cinema italiano. So anche che non si aspettava certo me per rivalutarli, ormai è assodato da tempo che sono delle colonne del nostro cinema. Ma non è così facile muoversi in una lista di titoli davvero oceanica (quasi 130 pellicole!), e non credo che ci sia qualcuno di noi che li abbia davvero visti tutti. Allora io vi suggerisco questo che è il loro primo, vero film. Da qui nasce il mito! E resta anche uno dei loro film meglio confezionati (regia di Lucio Fulci!). Il film era nato (con altre pretese) per la coppia Tognazzi-Vianello, ma Franco e Cicco non sfigurano. Nel cast anche Alighiero Noschese e Aldo Giuffré.
Ma se vogliamo maggiore qualità ecco allora “00-2 Agenti segretissimi”, probabilmente il loro film migliore (sempre con Fulci).
2) “Zorro contro Maciste”. Nella filmografia di un vero capish non piò mancare un film di Maciste! Lo guarderete con qualche gentile signorina e vi farete belli dicendo che il nome di Maciste si deve, nientepopodimeno, che a D’Annunzio! Che il personaggio appare per la prima volta in “Cabiria” e che, all’inizio, viveva nel ‘900 (contemporaneo ai suoi primi creatori). Poi, negli anni ’60, in piena moda “peplum” viene messo in un imprecisato passato mitologico con gente come Ercole o Ursus. Maciste in oltre una quarantina di film ha combattuto contro tutti: vampiri, mostri, cosacchi, legionari, demoni…..
Ma, il massimo, è questo “Zorro contro Maciste” in cui Maciste finisce in Spagna pressappoco nel ‘600! La regia è di Umberto Lenzi, mica pizze e fichi! E poi c’è Moira Orfei, sexyssima, che fa la regina cattiva ed il solito Massimo Serato a fare il cattivone dagli occhi di fuoco!
3) “Il trucido e lo sbirro” Il film di Lenzi (ancora lui!) non solo è uno dei migliori polizziotteschi degli anni ’70 ma è il film che vede nascere il personaggio del “Monnezza”. Il “Monnezza” (da non confondersi, vi prego, con Nico Giraldi!) è una delle “maschere” meglio disegnate del cinema di genere di quegli anni, un personaggio che non sfigura con la migliore tradizione picaresca.
Il “Monnezza” come ogni figlio di puttana (letteralmente: la madre è una prostituta) ha più padri. % per l’esattezza: Dardano Sacchetti, lo sceneggiatore che lo ha pensato per primo, Umberto lenzi che gli ha dato vita e movimento, Tomas Milian (che grande attore!) che gli ha dato la faccia ed il corpo, Ferruccio Amendola che gli ha dato la voce (e non solo…) e – più importante di tutti – “er patata” (o “er pesciarolo”) cioè Quinto Gambi, controfigura e amico di Milian che era il “vero” Monnezza.
Mi piace ricordare anche Claudio Cassinelli, co-protagonista ed attore (nonché compagno di quella sgallettata della Bignardi) di grande valore, morto troppo presto.
Altrettanto valido è “La banda
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