Il disco più scuro e notturno dell'avvocato astigiano, molto probabilmente. In poche parole, potrebbe essere una definizione calzante di questo "Paolo Conte", datato 1984. Già la copertina è una dichiarazione d'intenti in piena regola, con i suoi tratti cromatici grigio-neri davvero affascinanti: poi provvedono nove splendide canzoni (ed uno strumentale elegante ed insinuante in stile Modern Jazz quartet) a fermare le lancette dell'orologio nello spazio temporale compreso tra le ventitrè e le quattro del mattino, lo spazio temporale più adeguato all'ambientazione delle storie raccontate nel disco in questione.
Storie d'amore davvero appassionate ("Chiunque" e "Come mi vuoi", struggenti ballate piano-voce impreziosite dai finissimi ricami del sax tenore di Antonio Marangolo), ma anche storie di locali come il mitico Mocambo, che conserva intatto il suo fascino anche a "serrande abbasssate, pioggia sulle insegne delle notti andate" (l'incalzante "Gli impermeabili", destinata a diventare uno dei cavalli di battaglia del Nostro durante le esibizioni live); certo, la chiusura del Mocambo stesso spinge l'avventore verso un altro locale, dove magari si esibisce un cantante che ricorda nel suo stile musicale lo swing di Cab Calloway e nell'approccio vocale il timbro di Fred Buscaglione (e canta un pezzo come lo splendido "Come-di", anch'esso nel repertorio concertistico dell' artista per i lustri a venire). E al termine dell'esibizione l'ipotetico avventore potrebbe approcciare un' avventrice presente: "L'Avance" (altra splendida ballata piano-voce sobriamente nostalgica) farebbe venir fuori tutta la "Simpati-simpatia" (brano particolarissimo, con la ritmica sostenuta da un basso elettrico e un sintetizzatore serpeggiante sul pianoforte di Conte, quasi un unicum nella sua produzione!) del personaggio, che però non riuscirebbe ugualmente a destare l'interesse della donzella in questione, facendosi dare del "Macaco" (forse la canzone più solare del lotto, posta non a caso alla fine, quando già si intravedono le prime luci dell'alba) dalla lei altrettanto ipotetica.
Discorso a parte per le perle più luminose di questa collana sonora: "Sparring Partner", straordinaria composizione intensamente evocativa, con un bellissimo arrangiamento contraddistinto da una magnifica sezione archi, forse una delle più alte realizzazioni dell' intera carriera dell'avvocato, e l'eccezionale "Sotto le stelle del Jazz", sicuramente uno dei brani più conosciuti dell'avvocato stesso, una dichiarazione d'amore verso la musica improvvisata afro-americana in particolare, ma anche verso il mondo delle sette note in generale.
Con delle parole che si possono tranquillamente porre al termine del nostro discorso: "Sotto le stelle del jazz, ma quanta notte è passata.... Marisa, svegliami, abbracciami, è stato un sogno fortissimo..."
Elenco tracce testi e video
01 Sparring Partner (04:12)
È un macaco senza storia,
dice lei di lui,
che gli manca la memoria
infondo ai guanti bui…
ma il suo sguardo è una veranda,
tempo al tempo e lo vedrai,
che si addentra nella giungla,
no, non incontrarlo mai…
Ho guardato in fondo al gioco
tutto qui?… ma - sai -
sono un vecchio sparring partner
e non ho visto mai
una calma più tigrata,
più segreta di così,
prendi il primo pullmann, via…
tutto il reso è già poesia…
Avrà più di quarant’anni
e certi applausi ormai
son dovuti per amore,
non incontrarlo mai…
stava lì nel suo sorriso
a guardar passare i tram,
vecchia pista da elefanti
stesa sopra al macadàm…
02 Chiunque (03:35)
Chiunque saprebbe, chiunque potrebbe
amarti e inseguirti
ovunque chiunque
saprebbe potrebbe
non ditelo qui
Chiunque incontrandoti avrebbe il destino
marcato da te
e andrebbe di corsa
a comprare un pensiero,
un disco …
Chiunque saprebbe
vestirsi da Zorro
per presentarsi a te
e gettare ai tuoi piedi
i piani segreti
del suo carnevale
…
Ah, chiunque saprebbe
chiunque, potrebbe,
chiunque…
06 Sotto le stelle del jazz (03:43)
Certi capivano il jazz
l’argenteria spariva…
ladri di stelle e di jazz
così eravamo noi, così eravamo noi
Pochi capivano il jazz
troppe cravatte sbagliate…
ragazzi-scimmia del jazz
così eravamo noi, così eravamo noi
Sotto le stelle del jazz,
ma quanta notte è passata…
Marisa, svegliami, abbracciami
è stato un sogno fortissimo…
Le donne odiavano il jazz
“non si capisce il motivo”
du-dad-du-dad
Sotto le stelle del jazz
un uomo-scimmia cammina,
o forse balla, chissà
du-dad-du-dad
Duemila enigmi nel jazz
ah, non si capisce il motivo…
nel tempo fatto di attimi
e settimane enigmistiche…
Sotto la luna del jazz…
…
08 Gli impermeabili (03:55)
Mocambo, serrande abbassate
Pioggia sulle insegne delle notti andate
Devo pensarci su… pensarci su…
Ma dipenderà… dipenderà…
Quale storia tu vuoi che io racconti?
Ah! Non so dir di no, no, no… no… no…
E ricomincerà come in un rendez-vous
[parlando piano tra noi due]
Scendo giù a prendermi un caffè
scusami un attimo
passa una mano qui, così,
sopra i miei lividi
Ma come piove bene su
gli impermeabili…
e non sull'anima
Ma come piove bene su
gli impermeabili…
e non sull'anima
09 Come mi vuoi? (03:36)
Come mi vuoi...
Cosa mi dai...
Dove mi porti tu?
Mi piacerai...
Mi capirai...
Sai come prendermi?
Dammi un sandwich e un po' d'indecenza
e una musica turca anche lei,
metti fore che riempia la stanza
d'incantesimi e di spari e petardi
eh... come mi vuoi?
...che si senta anche il pullman perduto
una volta lontano da qui
e l'odore di spezie che ha il buio
con noi due dentro al buio abbracciati
eh... come mi vuoi?
10 Macaco (02:25)
Lussureggiava il mare
e il mondo delle donne
nell'aria calda vampeggiava,
dove lui passeggiava
anche lei arrivava...
e il resto � tutto da scimpanz�...
Lui faceva niente
era un tipo andante
ma lei chiss� per� cosa pensava
e in un istante opaco
lei gli fa: Macaco
e il resto � tutto da scimpanz�
Lussureggiava il mare
e il mondo delle donne
nell'aria insonne vampeggiava
inconfondibilmente...
ineluttabilmente...
il resto � tutto da scimpanz�...
...Ah, no bueno "Macaco"
..................................................
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Altre recensioni
Di dellas
"Il gioco è il sole di questa vita"
"Genova per noi è uno dei capisaldi, con i contadini che vivono la città tra paura e suggestioni."
Di alfo
Se mi toccasse d'incarnare, rendere in natura e materia il concetto di Ironia, lo farei tramite questa piccola e sagace opera.
Può far ridere e può far piangere e, come i lavori più appassionati, far ridiscutere i confini dell’Arte.
Di Kyrielison
Quest’album è una cosa così. Come un urlo. Come una liberazione.
Paolo Conte è il Sacerdote dell’inadeguatezza, il Cantore del Complesso d’Inferiorità.