Peste. Con una line-up che vede membri di Tutti I Colori Del Buio, Haram, If I Die Today e Papazeta si ha poco su cui scherzare, il “nero” inteso come mood generale è presente, presentissimo. Dopo aver ascoltato il primo singolo “Mercy” nutrivo grandi aspettative su questo mini d’esordio omonimo, che sono state ripagate appieno dopo averlo divorato. Quel cappio posto sulla cover penso riassuma benissimo lo stato d’animo che si ha affrontando i cinque brani qui presenti: una situazione di disagio dovuta alla ferocia della proposta, una mancanza d’ossigeno che alla lunga annichilisce, distrugge. Peste è figlio di ciò che gente come Converge e Botch hanno insegnato nel corso degli anni, creando una scena a sé stante all’interno del panorama hardcore. Una band che avrei visto perfettamente in un roster come Deathwish, dove il disagio regna da sempre sovrano. Ma i Peste non si limitano a distruggere, riescono persino a dare voce a quel lato misantropo omaggiato da parti che riportano alla mente il black metal di fine anni ’90. L’odio verso il genere umano è ciò che viene fuori in maniera cristallina dai loro testi, passando dalla società odierna alle religioni senza il benché minimo problema. “Mercy” è di sicuro un esempio di quanto appena descritto, un brano diretto e tagliente quanto la lama più affilata. Cinque brani per una quindicina di minuti scarsa di odio. Il miglior modo per definire la giornata odierna “Black Friday” insomma. Applausi.

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