Come glielo spieghiamo ai francesi che il più grande chansonnier è italiano? Questa è la volta buona che si "incazzano" definitivamente, ma non ci si può fare niente, faranno due fatiche e alla fine dovranno accettare l' evidente realtà: il livornese è il migliore, migliore per sempre.

Come descrivere il piacere, la sensibilità, la disperazione della sua predica nel deserto? Grimaldello spietato con noi ma soprattutto con sé stesso. La lucida autodistruzione l' accompagna trascinandoci con lui, gratta via la scorza della nostra insensibilità e scarnifica la nostra anima, risveglia prepotentemente l' umano, stupisce con le sue confessioni. Cuore aperto offerto a tutti noi ponendosi verso la vita senza alcuna protezione: è un kamikaze di un mondo invisibile, un mondo fatto di verità, realtà, di essenza.

Combatte, combatte una guerra contro i "mulini", l' unica guerra fondamentale da combattere. Conosce i suoi demoni, conosce i suoi angeli, combatte... Ci dona tutto, tutto quello che conta, è poco, è raro, ce lo dà tutto. Ci dimostra che cosa significa Poesia: "è quel poco che rimane quando non c'è più nulla", diceva Ungaretti. Instilla il dubbio che la "normalità" possa essere lui, e la nostra allora cos'è? Il giullare riflette l' iniquità che lo circonda, proietta le sue visioni unendosi con l' infinito: "Tutte le cose che non hai accanto a me le troverai. Il Mondo delle illusioni... tu vai sicura vai così perché io sono sempre qui, qui..." (da L' amore è tutto qui).

Mancatore seriale di appuntamenti materiali, aleggia sempre presente il suo spirito anch' esso seriale ma di solitudine. Una solitudine indotta dalla frequentazione dell' ignoto e dei suoi interrogativi ivi comprese le devastazioni intime. Un grande egoista, certo, ma l' Arte non perdona: "Tu no, amore no, tu mi devi star vicina perchè ormai io sono fuori..." (da Tu no). Perennemente ubriaco, sempre lucido. E tutta questa magnificenza che è la Vita raccontata "nel bene e nel male".

Compagno silente Gianni Marchetti che accompagna con quelle meravigliose note il flusso delle sensazioni e degli smarrimenti. Guidano in viaggi interstellari di Barrettiana memoria ma più intimi che mistici, in mondi lontanissimi che sono accanto a noi, lontanissimi perché invisibili. Non ci rimane altro che l' innocenza di questo "petite Prince": imperterrito hai continuato nella tua disintegrazione materiale dando il tuo corpo a scorticamenti ingannevoli, ma non c'è più "Merda!" alla fine della canzone.

"Domani tutto questo mai mio": sciolta è l' illusione, la sofferenza rimane un' ombra, gli astri ti sorridono.

"Figli, vi porterei a cena sulle stelle, ma non ci siete, ma non ci siete..." E' una sporca estate amici...

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