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 Per degli svalvolati simili ci vorrebbe uno strizzacervelli alla Sigmund Freud e non un fesso qualunque.

 Sono i Surfisti del Buco del Culo e non c'è dubbio che stanno tentando di riscrivere alla loro puzzolente maniera la psichedelia degli anni novanta.

La recensione celebra l'album Hairway to Steven dei Butthole Surfers come un’esperienza sonora anarchica e provocatoria, tra punk, psichedelia e noise. Il gruppo texano mantiene la sua fama di eccentrici e sperimentatori, con composizioni che mischiano elementi hard rock e brani più accessibili. L'autore apprezza la capacità della band di sorprendere e divertire, nonostante l'estetica estrema e i riferimenti volutamente scioccanti. Un disco che rimane tra i più digeribili della loro produzione. Ascolta Hairway to Steven e immergiti nel caos musicale dei Butthole Surfers!

 Ho amato i Soundgarden in maniera feroce negli anni novanta; un amore viscerale grazie ad almeno tre dischi, i primi, che mi sono tatuato nel sangue, nella mente, nello spirito.

 Il suono rimane una merda. Ma poco importa perché una dietro l'altra arrivano le bombe atomiche, le colossali scudisciate di Face Pollution, Rusty Cage, Outshined ed una conclusiva Jesu Christ Pose.

La recensione racconta l'emozionante esperienza vissuta al concerto dei Soundgarden a Torino nel 1992. Tra difficoltà tecniche e folla caotica, l'autore celebra la potenza della band e il ricordo struggente di Chris Cornell. Il live, benché breve e con suono non ottimale, resta un momento indelebile e intimo per il fan. La passione per Badmotorfinger e la scena grunge emergono fortemente. Scopri la potenza dei Soundgarden con il loro leggendario live del 1992 a Torino!

 Questo disco, sebbene del 2025, è talmente debitore e in assoluta continuità con ciò che offriva quel decennio.

 Non pensavo di essere così ottantiano.

La recensione esplora Skeletá, l'ultimo album dei Ghost, evidenziandone il forte richiamo al metal anni '80 con influenze di band iconiche come Def Leppard e Ozzy Osbourne. L'autrice apprezza le melodie pulite e la resa teatrale, pur mantenendo un tono ironico e personale. L'album risulta efficace soprattutto per gli amanti della musica di quel decennio e per chi apprezza un metal nostalgico e ben curato. Scopri Skeletá dei Ghost e rivivi la magia del metal anni '80!

 Non trovate che pensiamo sempre troppo a cosa ci manca? Se solo valorizzassimo e usassimo meglio quello che abbiamo forse saremmo un po’ più felici.

 L’unica cosa che mi conforta nelle mie misere e inutili giornate è pensare che in fondo mi sarebbe potuta andare anche peggio, avrei potuto essere Sting.

Millennium Guitar è una doppia compilation del 2002 che raccoglie 43 brani hard rock, classic rock e blues, noti per assoli e riff memorabili del secolo scorso. Pur evidenziando alcune assenze importanti di artisti celebri, la recensione invita a valorizzare ciò che è presente. L'autore adotta un tono ironico e personale corredato da riflessioni esistenziali. Ascolta ora Millennium Guitar e riscopri i riff che hanno fatto la storia del rock!

 Il film fa schifo, a meno che non vi piaccia, se vi piace ovviamente non vi farà schifo.

 Sedici brani in totale, perfetti da ascoltare in macchina col finestrino abbassato nelle sere d'agosto.

La recensione valuta principalmente il disco soundtrack del film d'animazione Heavy Metal (1981). Pur non apprezzando il film, l'autore riconosce il valore della raccolta metal old style, con nomi come Black Sabbath, Sammy Hagar e altri. La compilation è consigliata soprattutto per chi ama il metal, ma è apprezzabile anche da un pubblico più vasto grazie alla varietà stilistica. Scopri questo mix metal vintage, perfetto per gli appassionati e gli amanti della musica d'annata!

 «The Book of Souls ha iniziato a soffiare i suoi riti occulti nei timpani di tutti noi.»

 «Bruce Dickinson regala un’altra performance potente e altisonante, straordinariamente teatrale ed espressiva.»

La recensione esamina in modo dettagliato The Book of Souls, sedicesimo album degli Iron Maiden, evidenziandone la natura epica e complessa. Vengono discussi con equilibrio pregi e difetti, come la lunga durata e lo stile prog, spesso fraintesi dai fan più tradizionalisti. Il disco riconferma la capacità della band di innovarsi senza rinnegare le radici. La performance vocale di Bruce Dickinson è apprezzata, così come la suite finale Empire of the Clouds, considerata uno dei momenti più alti. L'album si rivolge soprattutto ai fan aperti e agli appassionati di musica sperimentale dentro l'heavy metal. Ascolta The Book of Souls e scopri se sei tra i prescelti per questa epopea metallica.

 I riffoni thrash di "Vomithunder" grattugiano alla grande e a chi non è capitato di vomitare dopo una sbronza?

 Storie di vita italiana vissuta in un cocktail hard’n’heavy demenziale e dissacrante che fa venire il buon umore mantenendo il DNA metallico.

La recensione di "Santi Numi!" dei Trombe di Falloppio mette in luce un album thrash metal carico di ironia e storie di vita italiana. L'autore apprezza la fantasia e la classe del gruppo, il cui sound energico ricorda i Metallica ma con un tocco demenziale. La produzione di qualità e il richiamo ai Manowar rendono l'album una celebrazione del metal con umorismo, in grado di far divertire gli appassionati del genere. Ascolta subito "Santi Numi!" e scopri il metal più ironico e potente italiano!

 Minchia ma tu parli?!

 Mark Tornillo che non fa rimpiangere i graffi del mitico Dirkschneider.

La recensione presenta 'Too Mean to Die' degli Accept come un album metal solido, energico e fedele alle radici della band nonostante il cambio di cantante. L'autore usa toni ironici e immaginifici per esprimere l'impatto vissuto nell'ascolto. La voce di Mark Tornillo è apprezzata per non far rimpiangere l'originale Udo Dirkschneider, e i pezzi del disco, ascoltati anche dal vivo, si confermano potenti e coinvolgenti. Scopri il nuovo album degli Accept e lasciati travolgere dal metal autentico!

 Con le sue canzoni Dicky ci fa senz’altro più bella figura, l’esecuzione della band è - tanto per cambiare - esemplare.

 Mi sono sentito stronzo quando, qualche anno più tardi, mi hanno passato Aqualung...

Questa recensione racconta il ritrovamento e l'ascolto di un bootleg di Iron Maiden dal titolo Cross Eyed Mary, composto da registrazioni dal vivo del periodo Paul DiAnno e alcune tracce dubbie. L'autore ricorda con affetto il suo passato metal e descrive con sincerità qualità altalenanti e la curiosità suscitata dalla cover di Jethro Tull. Un viaggio mentale tra passione adolescenziale e delusioni sonore. Scopri la storia nascosta del bootleg Iron Maiden e rivivi l’epoca d’oro del metal!

 Il disco, nonostante lo scetticismo, alberga una Sua positiva identità e riconoscibile dignità.

 Prendete una pausa dalla routine e procedete verso la liberatoria, (in)sana, sloga-collo Pogata in Santa Pace!

La recensione di 'Gods Of The Earth' dei The Sword celebra un album heavy metal dalla forte identità old-school e tematiche medievali. Pur nel contesto di generi abusati, il disco emerge per la cura stilistica, una produzione efficace e un suono riconoscibile che appaga i fan del metal classico. L'autore invita a riscoprire il piacere del metal robusto e autentico, nonostante qualche scetticismo. Un richiamo nostalgico e appassionato per chi ama il vero spirito heavy. Scopri l'energia vintage di The Sword e riscopri il metal autentico!

 L'anima unificatrice del metal dovrebbe essere l'aggressione ai valori preconcetti e il lasciarci o lasciarsi andare.

 Una società che non ha più un valore non può avere metal positivo, non può dirci che l'aggressività, la distorsione delle chitarre o il basso spasmodico.

La recensione esprime un giudizio personale sull'album Iron Maiden del 1980, sottolineando una delusione verso il metal fantasioso e la perdita di valori autentici nel genere. L'autore confronta gli Iron Maiden con band più 'ontologicamente valide' come AC/DC, Motorhead e King Crimson, e riflette sul cambiamento culturale che ha influenzato la percezione del metal. Scopri di più sul metal degli anni '80 e leggi altre recensioni autentiche!

 Scott H. Biram won’t die.

 Le canzoni di Scott puzzano di carogna e si sentono da schifo.

Graveyard Shift è un album di Scott H. Biram che fonde blues aggressivo e sonorità diverse come country e gospel. La recensione evidenzia la forza dell'artista, che nonostante un grave incidente continua a suonare con energia e passione. Il suono è volutamente sporco e grezzo, rispecchiando la natura artigianale e autentica del disco. L'artista viene paragonato a figure come Seasick Steve e Steve Earle per il suo stile brado e la voce graffiante. Scopri l'energia selvaggia di Scott H. Biram in Graveyard Shift!

 Quel suono così riconoscibile, unico ed irripetibile sta violentando i muri di casa e ciò che rimane dei miei disastrati padiglioni auricolari.

 Una cascata Heavy-Thrash-Progressive che mi rimanda ai loro fasti passati, ai primissimi micidiali lavori.

La recensione elogia The Wake, quattordicesimo album dei Voivod, per la sua forza e unione della band, la produzione impeccabile e le tematiche apocalittiche di un concept album. Il disco viene definito un capolavoro che unisce thrash e progressive con elevate qualità tecniche e sonore. L'autore esprime anche un forte legame personale con la band e racconta dell'emozionante esperienza live italiana. Un lavoro consigliato e promosso con entusiasmo. Ascolta The Wake e immergiti nell'epicità progressiva dei Voivod!

 Un tripudio di Fender, Gibson e Stratocaster, si susseguono assoli di chitarra e batteria assolutamente stratosferici.

 Questi signori con i capelli bianchi ... non hanno perso capacità tecnica, né creatività e soprattutto non hanno perso la voglia di far musica ai massimi livelli.

La recensione racconta un evento unico ad Assemini in cui otto leggende del rock si sono riunite per una serata memorabile. Nonostante l'età e le difficoltà, la performance è stata tecnicamente eccellente e coinvolgente. L'autore esprime grande entusiasmo per la musica, l'atmosfera e la qualità dello spettacolo. Un concerto che ha suscitato emozioni intense e ha dimostrato che i grandi nomi del rock conservano passione e talento. Non perdere l'occasione di vivere la magia delle leggende del rock dal vivo!

 Nebula fanno una musica acidata e maledetta, ma di quella buona, non tirano fuori i demoni dal cassetto delle tue vergogne, piuttosto indulgono e ti fanno sentire padrone del tuo party, della tua rovina.

 To The Center ti proietta in una dimensione parallela di psichedelia, mille soli sfuocati, sabbia in bocca, allucinazioni migratorie di 47 minuti.

Il primo album ufficiale di Nebula su Sub Pop, 'To The Center', è un viaggio sporco e psichedelico, caratterizzato da sonorità intense e coinvolgenti. La band evita compromessi commerciali, preferendo un sound autentico e crudo. L'album regala momenti di pura energia e introspezione, con canzoni che stimolano un ascolto immersivo. Il contributo di Jack Endino e la presenza di Mark Arm rendono il disco ancora più significativo nel panorama stoner. Ascolta 'To The Center' e lasciati trasportare nel cuore della psichedelia stoner!

 Se si potesse usare solamente un aggettivo per la musica dei B.O.C. userei sicuramente: VISIONARIA.

 Un album che vive di disturbi metropolitani e magia nera che si mescolano in un cocktail dall’attualità, ancora oggi, sconcertante.

La recensione celebra 'Tyranny and Mutation' dei Blue Öyster Cult come l'anello di congiunzione fondamentale tra hard rock e heavy metal classico. Descrive l'album come visionario e innovativo, contraddistinto da atmosfere oscure e tematiche adulte che hanno influenzato tutta la scena metal successiva. Si sottolinea l'importanza del gruppo, spesso sottovalutato, come vero pioniere del genere. L'album viene presentato come ancora attuale e fondamentale per comprendere l'evoluzione della musica dura. Riascolta 'Tyranny and Mutation' e riscopri le radici del vero Heavy Metal!

 Il lavoro si distingue per un suono caustico, profondo, gutturale. Sabbathiani con retaggi proto-industrial.

 Sono i sette minuti della conclusiva "Godslayer" a testimoniare la follia, il gigantesco orrore messo in piedi da Rob, John, Sean ed Ivan.

La recensione mette in luce il secondo album dei White Zombie, "Make Them Die Slowly", pubblicato nel 1989 e prodotto da Bill Laswell. Il disco si distingue per un suono gutturale e caustico che fonde hard rock, proto-industrial e metal, offrendo un impatto sonoro primitivo e devastante. L'album rappresenta una fotografia acerba ma intensa della scena musicale americana di fine anni '80, con riferimenti a band come Stooges, Slayer e Sonic Youth. La traccia finale "Godslayer" è il culmine di questa esperienza sonora unica. Ascolta ora 'Make Them Die Slowly' e lasciati travolgere da un viaggio sonoro unico!

 Una mazza da baseball in pieno collo: fate voi.

 Un enorme, potente vulcano in mezzo a un oceano di dune e cactus.

Volcanic Rock dei Buffalo è un album heavy-doom e stoner rock australiano che evoca un suono potente, denso e grezzo, ispirato ai Black Sabbath e al rock degli anni '70. L'album, ristampato da Aztec Records, rappresenta una gemma dimenticata della scena rock australiana con riff malefici e una carica sonora travolgente. La recensione evidenzia l'impatto sonoro e l'energia di questo disco che rimane attuale e vigoroso. Scopri il potente heavy-doom dei Buffalo con Volcanic Rock, un classico riscoperto!

 “Questi ragazzi ci sanno fare!”

 “La conclusiva ‘Iron Maiden’ che sicuramente non farà prigionieri dal vivo.”

La recensione esplora l'album d'esordio degli Iron Maiden, sottolineando la sua potenza sonora e le melodie oscure tipiche dell'heavy metal anni '80. L'autore descrive un'esperienza d'ascolto coinvolgente e apprezza la capacità tecnica dei musicisti, con particolare attenzione ai riff, agli assoli e all'atmosfera cupa. Nonostante l'album risulti un po' datato nel suono, è considerato un ottimo acquisto e un punto di partenza fondamentale per la band. Ascolta il debutto degli Iron Maiden e immergiti nel mito dell’heavy metal!

 Il Metal è una forza immateriale trascendente, che ti compenetra completamente se sai accoglierla in te.

 'Painkiller' è un semidio di metallo carico di minacce apocalittiche e pseudomessianiche.

La recensione celebra 'Painkiller' dei Judas Priest come il massimo epitome del Metal, un album perfetto sia tecnicamente che emozionalmente. Il disco è descritto come un'esperienza trascendente, con chitarre velocissime, batteria potente e la voce leggendaria di Rob Halford. Ogni traccia rappresenta un pezzo di metallo puro e feroce, con testi che narrano storie di ribellione e potenza. 'Painkiller' viene indicato come un capolavoro eterno, un riferimento imprescindibile per gli amanti del genere. Ascolta 'Painkiller' e vivi l'essenza pura del Metal!