Qualche mese fa ho avuto l'occasione di sentire in concerto Ada Montellanico con Enrico Pieranunzi. In quella serata gli artisti presentarono il loro ultimo lavoro discografico dedicato a Luigi Tenco: "Danza di una ninfa sotto la luna" . Al termine del concerto ebbi modo di scambiare due parole con Ada e concordare un'intervista via mail che oggi potete leggere di seguito e dalla quale viene fuori tutta la sua passione per il jazz che in questo caso ha incontrato la musica e la vita di Luigi Tenco.

1. Ciao Ada, innanzitutto volevo ringraziarti per aver dato la tua disponibilità a rispondere alle domande di questa mini intervista e volevo iniziare chiedendoti in che cosa sei impegnata in questo periodo.

Grazie a te dell'interesse alla mia attività artistica!! Ho appena finito i miei numerosi concerti estivi e il prossimo appuntamento mi vede impegnata come ospite nell'ensemble di Pieranunzi in un omaggio a Piero Umiliani nell'ambito della festa del cinema a Roma il 19 ottobre e poi ancora concerti su Tenco, prossima importante data è a Pescara il 26 ottobre nell'ambito del "Festival Jazz'n Fall".

2. Lo scorso anno hai realizzato insieme al pianista Enrico Pieranunzi il progetto musicale "Danza di una ninfa sotto la luna", un disco che per me è qualcosa in più di un semplice omaggio a Luigi Tenco poiché tu e Pieranunzi avete scritto le musiche per dei testi inediti del cantautore. Vuoi raccontarci come è nata questa bella idea e come l'hai vissuta?

È stato tutto molto casuale. . . mi hanno proposto di scrivere un libro su Tenco e anche se perplessa ho accettato la sfida. Oggi direi che è stato importante per iniziare un approfondimento su questo incredibile cantautore che io ritengo il più importante della musica italiana. Lo scrivere mi ha portato a contattare la famiglia Tenco e con loro si è stabilita una forte amicizia. Mi hanno invitato a Recco e lì ho avuto modo di vedere dove lui aveva vissuto negli anni '60, le sue cose rimaste, la chitarra, il sax i suoi scritti e in quella occasione ho letto delle poesie inedite che tra l'altro avevo trovato in una sua antologia curata da Enrico De Angelis. Ma il contatto diretto e l'emozione provata mi ha portato a pensare di poterle musicare. Ne ho parlato con Enrico e da lì è partito il nuovo viaggio tenchiano. Non era di certo quello che pensavo di fare musicalmente, ma è iniziato tutto sull'onda dell'emozione e della passione per le sue canzoni e le sue poesie. È nato quindi "Danza di una ninfa" per Egea e poi è uscito il mio libro "Quasi sera, una storia di Tenco" per stampa alternativa .

3. La struttura musicale del disco mi è apparsa ricca ed equilibrata insieme, trasmettendo la sensazione che questo lavoro integri la tua personalità musicale con quella di Enrico Pieranunzi, ma sempre con Tenco ad abbracciare il tutto in modo armonico. È solo una mia sensazione oppure il risultato corrisponde a un vostro chiaro intento perseguito nel realizzare questo disco?

La collaborazione con Enrico dura ormai da 20 anni, con ovviamente periodi di separazione in cui ognuno ha fatto le sue cose. Non avrei potuto realizzare questo progetto con altri. Ci unisce un modo comune di sentire la musica e il suo rapporto così forte con la poesia e la melodia ha portato a ideare il progetto insieme, cercando anche arrangiamenti dei brani di Tenco che potessero essere vicini alla nostra interpretazione. Il rapporto con il mondo tenchiano è stato forte ma anche libero come conviene ad ogni buon jazzista. "usare" le parole e la musica di tenco per raccontare le nostre storie.

4. Ho sempre pensato che la musica di Tenco abbia molte potenzialità per poter essere interpretata in chiave jazz. In altre parole molte sue canzoni, non solo le più celebri, potrebbero diventare dei veri standards anche di livello internazionale, mi viene da pensare come esempio a "Notturno senza luna" o ancora "Quasi sera" (presente in "Danza di una ninfa sotto la luna"), secondo te questa possibile familiarità con il jazz nasce dal fatto che Luigi amava questa musica suonata in gioventù? Inoltre il jazz può rappresentare una via per "sdoganare" presso il pubblico molte canzoni di Tenco non adeguatamente conosciute?

Assolutamente si! L’ amore di Tenco per il jazz traspare in ogni sua nota e quindi per noi la traduzione nel nostro linguaggio è più facile, anche se vorrei fare una differenza abbastanza difficile da spiegare tra i brani italiani "jazzati" e la ricreazione di materiali appartenenti alla musica cantautorale in jazz. È una differenza molto forte e penso possa essere percepibile a molti. Sono ormai 10 anni dal primo omaggio a Luigi ("L'altro Tenco" del 1996) che la mia ricerca è diventata rielaborare quelli che chiamo gli standards italiani. Non ci dimentichiamo che i brani usati dai jazzisti in america non sono altro che canzoni prese dai musicals, repertorio di Broadway. Direi lo stesso contenitore della nostra musica leggera o cantautorale. ritengo sia molto importante per la riscoperta della nostra storia musicale, e poi si possono trovare delle vere perle a volte superiori agli standards americani. Penso che il linguaggio jazzistico possa far riscoprire al pubblico di jazz e non, questo repertorio a volte dimenticato. Ci capita nei concerti di avere un pubblico che ha ama questo cantautore, ma non conosce quelli che sono definiti i brani minori che minori non sono ("Il tempo passò" , "Quasi sera", "Averti tra le braccia", "In qualche parte del mondo"). Di Tenco si ripropone sempre l'ultimo periodo, quello che io ritengo più lontano almeno dalla mia sensibilità. Preferisco le sue composizioni fino al 1965, quel Tenco che per me affrontava con amarezza, ma con profondità il rapporto uomo donna, quello che aveva in se ancora una speranza e una voglia di fare. È quello che sento più vicino a me.

5. Dal disco passiamo ora al libro dedicato a Tenco ("Quasi sera: una storia di tenco"). Un’ esperienza che sicuramente ti ha regalato moltissimo. Com’ è stato passare dai panni di musicista a quelli di scrittore?

È stato un passo fondamentale. L’ approfondimento anche sul profilo storico musicale mi ha fatto conoscere qualcosa che non conoscevo. Mi ha fatto apprezzare molti lati della sua sensibilità avendo sempre pero un atteggiamento critico sul suo percorso umano. Molti critici mi hanno fatto il grande riconoscimento di aver mostrato lati sconosciuti, punti di vista nuovi, è la prima volta dicono, che una cantante, quindi una collega di Tenco, elabora il suo mondo, essendoci prima entrata con la musica, è diverso da che si pone al di fuori e analizza. Io sono entrata nella sua musica, l'ho cantata e poi ho elaborato con il linguaggio verbale. E forse era la prima volta che una donna scriveva di lui. È un punto di vista assolutamente diverso, mi sono posta come una possibile interlocutrice del cantautore.

6. Siamo alla fine e per chiudere mi piacerebbe allargare un po' il discorso musicale. Nella tua carriera d’interprete puoi vantare tante collaborazioni importanti penso a nomi come Enzo Pietropaoli, Massimo Urbani, Roberto Gatto oltre il già citato Enrico Pieranunzi. Alla luce anche di tutte queste esperienze puoi lasciarci un quadro dei tuoi riferimenti musicali e magari che ne dici di consigliarci l'ascolto di qualche disco che ritieni imprescindibile?

I riferimenti nel jazz per me sono stati tanti, ma se dovessi scegliere direi Chet Baker, Billie Holiday, Betty Carter e Bill Evans. I primi due per la straordinaria emozione che ci regalano ascoltandoli. Sono grandi interpreti e sanno "raccontare le storie" come pochi. Betty Carter per l'intelligenza musicale, per la sua libertà nel rielaborare gli standars, per la fusione tra testa e cuore, cosa indispensabile per diventare artisti. Bill Evans per il suo lirismo, il suo mondo poetico, con lui ho scoperto molti standars che non conoscevo.
I cd da ascoltare per me sono:
- Chet Baker: Chet Baker Sings e Chet Baker Sings Again
- Billie Holiday: Lady In Satin
- Betty Carter: Whatever Happened To Love
- Bill Evans: Live At Village Vanguard
e comunque non si può non conoscere la pietra miliare del jazz mondiale: Miles Davis Kind Of Blue

Grazie ancora Ada

Grazie di cuore a te per avermi dato la possibilità di parlare non solo con i suoni!!!

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