Il pensare è la più grande qualità che distingue la razza umana da quella animale, tuttavia è anche il maggior difetto. Il chiedersi continuamente il perché delle cose crea nel pensatore uno stato permanente di dubbio che lo porta a non vivere in modo spontaneo la sua comunque misera esistenza. Cioè , a volte sapere non è così importante eppure è nel nome della conoscenza che è costruita l’ attuale società .

Prendete il mio caso: io penso a Den Harrow e mi chiedo, perché? No, dico, perché?

Bene, molti di voi l’avranno conosciuto come il Rambo in pannolino dell’Isola dei famosi, ma per chi ha qualche anno in più non può dimenticare quel giovanotto, all’anagrafe Stefano Zandri che, almeno una ventina d’anni fa, con il suo cerone, i capelli ossigenati, a metà tra quello dei Duran Duran e Billy Idol, vendette una caterba di dischi e piazzò una serie di video su DJ Televison. Le sue canzoni non erano neanche tanto malvagie, sia chiaro nulla di eccezionale, ma comunque degne di quel pop elettronico patinato che imperversava in quegli anni. Don’t break my heart, Bad boy, Lies, erano un chiaro esempio della musica che imperversava all’epoca, senza lode e senza infamia, di plastica quanto volete ma non inferiore a tante altre uscite di quel periodo. Ma c’è una cosa che molti non sanno: Den Harrow non cantava. Cioè lui ci metteva la sua faccia, permettetemi da culo, ed un altro cantava al suo posto, mentre il buon Den muoveva solo le labbra.

Più o meno come dire: mi devo fare una bella trombatina, chiamo Rocco Siffredi al mio posto e poi mi prendo tutti i meriti. Ora io dico, fategli fare il fotomodello e fate cantare quell’altro, date successo a due persone, che senso ha fare il cantante se non si sa cantare? Ok, magari il cantante ha una faccia da schifo, però non potrà mai essere più brutto di Lucio Dalla, per cui dategli un’opportunità !  Poi capii. Den Harrow è la pronuncia inglesizzata di Denaro e, allora, mi si aprì la mente di fanciullo ingenuo e compresi i meccanismi perversi del mondo dello spettacolo. Noi oggi ci lamentiamo di Tiziano Ferro, Duncan James e dei Blue, ma rendetevi conto quello che si trovava due decenni fa! Altro che Paris Hilton, almeno lei nei suoi video hard la mercanzia ce l’ha messa di persona! Se oggi sono diventato quello che sono diventato è anche per colpa di gente come Den Harrow che poneva troppi dubbi nella mia fragile psiche. Ma la vendetta è un piatto che và gustato freddo ed io consumai la mia vendetta una sera di agosto di 15-16 anni fa. Il fenomeno Den Harrow era oramai agli sgoccioli tanto che per tirare a campare accettò la comparsata in una discoteca dove villeggiavo. Era la mia occasione, convinsi gli amichetti ad andare a vederlo e aspettai il momento opportuno per fare quello che ogni italiano sensato avrebbe dovuto fare. Presi un cocktail, di quelli serviti nel mezzo melone, lo bevvi e mi tenni il melone; quando il cameriere fece per sparecchiare gli lanciai un’occhiataccia, ma il mio fottuto melone restava dove era. Quando il biondo ossigenato fece la sua comparsa sulla passerella, tra il tripudio della folla, io mi feci largo e come un novello Davide contro Golia, lanciai con tutta la forza che avevo il mezzo melone che andò a spiaccicarsi sul giubbotto bianco del Den. Lui mi guardò inebetito, con quegli occhi da pazzo che abbiamo visto sull’isola, fece per scagliarsi contro di me, ma gli fu impedito da un buttafuori il quale mi trascinò di peso fuori dal locale. Finchè avrò vita ricorderò la faccia bonaria del butta che mi fece l’occhiolino e mi disse: “Peccato che i cocktail non li servano con la bomba a mano!”

Non è una balla, la discoteca si chiamava o Nettuno o Tritone e si trovava a Marina di Schiavonea, proprio dove è nato Ringhio Gattuso. Chi si ricorda dell’evento saprà che la macchia di melone sul giubbotto l’ha fatta El Minchia!!!

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