La commedia napoletana, una minghiata italiana.

"Lo zappatore" è questo, la sceneggiata che non rappresenta sicuramente il nostro bel paese, capace di produrre film e situazioni migliori di questa. Totò e Eduardo de Filippo incorniciavano qualcosa di unico e sopprattutto rappresentavano Napoli degnamente, uno con la commedia teatrale e l'altro con l'ironia e la fantasia della mimica campana, la mano sbarazzina, il ciondolamento degli arti superiori e inferiori, e da non dimenticare l'allegria e la compassata meridionale (che ha visto film di Totò lo sa).

Lo zappatore invece più che un film è un serie di avvenimenti senza trama ne filo conduttore, una cozzaglia di sentimenti tritati e mai dimenticati come l'onore (capirai quanto cazzo me ne frega), l'amore (devi rispettare le deicisioni del padre), la fuga (finalmente me ne sono andato da nu paese e merde) e infine il paternalismo (siamo in una società moderna non nel 1800).

Insomma un film da dimenticare in fretta.

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