(Le diable probablement)...

Nel 2005 non ci sono più campi di cotone e le anime nere da possedere con la musica scarseggiano. Meglio spostarsi nelle cittadine in cerca di anime bianche affossate in luridi garage o agli angoli delle strade a strimpellare per qualche dollaro. Questi due ragazzi: John Evans, che per suonare porta la slide al banco dei pegni e Brenn Breck che usa i cartoni come grancassa, sono quelli più maledetti dal vicinato assordato dall'infernale rumore. Hanno un amico d'infanzia che suona il basso con loro nei peggiori bar di Fort Wayne ma non occorre: il suono deve essere più crudo possibile. Se stringi un patto con il Diavolo devi essere spietato, niente sentimentalismi.

 Per premio la vittoria alla Battle of Bands dell'Indiana e un disco autoprodotto con i soldi del primo posto. La voce di John si trasforma in un ghigno da cane rabbioso, le rasoiate della sua slide tirano giù la carta dei parati delle linde casette di Fort Wayne e il suo nuovo nome è Freddie J IV. Invece Brenn è ora Sausage Paw e batte come un dannato quella cassa da 30 pollici sul pavimento dove a pochi metri di profondità dormono gli spiriti di vecchi sciamani.

  Nel gennaio 2008 potete portare il vostro lercio deretano al tavolo, vi sarà servito il miglior whiskey dell'annata appena cominciata. Gli strumenti vengono presi d'assalto come per ricucire con un filo di sangue quella vecchia passione che risale alle deportazioni di schiavi Yoruba e Mandingo. Buttate nel cesso i dischi di quei fighetti dei White Stripes e ruotate la testa al boogie di "Set me free", nemmeno gli ZZ Top dei tempi d'oro sarebbero stati capaci di esaltarvi in questo modo. Con " Amy's in the kitchen" fanno davvero male con quel cantato doom spalmato sulla chitarra allo sbaraglio e batteria a giocare a rimpiattino. Per parlare del loro piatto preferito ("Pork n' Beans") si servono di una cadenza hip hop annegata in sciabolate di slide, mentre per discutere di razzismo ("Justify")  il loro blues fonde accordi ed assoli con una potenza di fuoco necessaria per attraversare incolumi le strade del profondo e violento sud: "...Well the mama and the children, came out to watch you burn/ And the lawyer and the preacher, came out to take their turn."

 Fatevi venire addosso un brano come"Big Momma" e forse capirete che il blues nel suo profondo è una musica più feroce del punk. Un ipnotico caleidoscopio di distorsioni e dissonanze che perpetua le vibrazioni del grande fiume Mississipi. La lezione del grande hobo errante Seasick Steve non è andata perduta, brani come "KFD" o "G Bob" costringono anche noi a viaggiare a sbafo sui treni merci della Pacific & Eastern Railways cercando di non farci massacrare dal sadico capotreno Shack ("L'imperatore del nord" di Robert Aldrich, film del 1973).

 Siamo al sicuro nelle mura di casa. Peccato.

P.S.: questa recensione è dedicata al grande hobo virtuale Odradek, che possa scampare alla ferocia del capotreno Shack.

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