Sono a conoscenza del fatto che la maggior parte degli editors di questo sito sono di Trento o giù di lì, giusto? Bene, io no. Mi sono trasferito da poco a Roma e trovo la Capitale piuttosto carina, devo dire che ci sono due o tre sassi abbastanza interessanti. Si, poi c'è il Colosseo. Bello, il Coloseo. C'è un traffico devastante, davvero. La gente per andare a lavorare si getta all'alba, quelli che si svegliano, in un girone infernale di autobus scassati e macchine divoratrici di aria.

Ci sono poi i DIVI. Questi, memori dell'Impero Romano, sfrecciano sulle loro auto blu a tutta birra. Potrebbero investire un bambino? E chissenefrega! La macchina dei Carambolieri li precede con le sirene spiegate, una paletta si agita dal finestino, i clacson che sparano come le trombe del Giudizio Universale (e speriamo che arrivi sto Giudizio prima o poi Porco Giuda di San Cristoforo!!)

I DIVI nutrono il mito del proprio Divismo. La meretrice, lo scandalo, etc...sono gli strumenti con i quali i Divi ci permettono di sognare di far parte dello stesso mondo. Ecco gli scandali, la vergogna simulata di alcuni personaggi, le serate di Porta a Porta dove si discute sempre di temi adatti ai Divi per i Divi.

Striscia la Notizia, Le Iene: il potere che prende in giro se stesso. La massima espressione di potere in grado di dileggiarsi da solo per dare un senso di tenerezza in chi guarda. e poi, immancabili, ci sono le puttane e le cortigiane e le meretrici di palazzo e le varie declinazioni della donna che dalle veline vanno fino alle politichesse con più testosterone di mio nonno ex muratore...che comunque è già morto da un pezzo ma ancora gli tira.

Ed ecco Patrizia d'Addario. Una delle sue ultime uscite prima di Sanremo: voi avete conosciuto una Patrizia che non è la Vera Patrizia! Io sono un artista. 

Conosco tante pesone che hanno sudato sette camicie per fare un lavoro certosino e quasi da "bottega artigiana" nella propria attività artistica. Il tutto nel più assoluto anonimato, per giungere all'eccellenza e alla forza del "gesto". Ora, non si possono bollare queste cose coe trite e ritrite o semplici affermazioni del "trash" televisivo, perchè queste cose vanno ad aggiungersi a ciò che noi definiamo come cultura e comunicazione. Ci sono file di intellettualoidi che recuperano fenomeni di questo genere in un gioco post-tutto assolutamente snob. Quanti dischi ascoltiamo all'anno? Quanti film vediamo? Quanti spettacoli vediamo in una vita? Tutto è degno di nota? Tutto vale? Quanto resterà alla fine, tra 50 o 100 anni?

Queste espressioni del "cattivo gusto" vanno, alla fine, a forgiare anche ciò che sta a margine delle forme artistiche più "elevate", creabdo una sorta di corrente alternata delle possibilità espressive umane. Nell'era del "tutto è lecito artisticamente", dove nelle cosidette culture alternative le urla scomposte e i rumori, l'improvvisazione selvaggia senza tecnica alla base, diventano cose da ammirare come forme di sperimentazione.

Viviamo in un karaoke dove tutti ormai si sentono "creativi" e capaci di dire qualcosa di importante per il genere umano. Anche nei generi che chi scrive su questo sito tende ad apprezzare. Il novecento ha partorito un mostro apocalittico: tutti siamo artisti e siamo stati creati unici e capaci, se ci viene il guizzo, di afferrare carta e penna, foglio e pennelli, chitarra e chi sa che altro e creare UN CAPOLAVORO IMPRESCINDIBILE.

Il libro della D'Addario? Una casa cinematografica vicina a Tarantino, parole della escort, ne ha comprato i diritti. Per il resto non l'ho letto, per carità.

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