Ok. Non sono un fan di Janet Damita Jo Jackson nè conosco a menadito il suo vasto repertorio musicale. Ritengo che della osannata, "maledetta" famiglia Jackson il non-plus ultra sia l'autore di "Billie Jean" ed altre splendide melodie, defunto da quasi più di un anno.

Perchè parlare di questa artista, amata ed odiata, ora purtroppo lontano dai grandi successi pre-Super Bowl XXXVIII del 2004 nel quale si fece scoprire uno dei suoi prosperosi seni dall'amichetto Justin Timberlake, bravata che le costò il flop di 3 album in studio, dei suoi singoli e della sua immagine? Janet Jackson rappresentava fino a qualche anno fa ancora il top dei top della musica pop/r'n'b mondiale, i suoi lavori erano particolarmente apprezzati sia da pubblico che critica. Ora Janet rappresenta qualcosa che non c'è più, è l'incarnazione della Superstar che, a causa di un passo "falso" (ossia lo show del Super Bowl, come già sottolineato), non riesce più a rialzarsi con grande dignità e splendore, ruggente e possente. La società contemporanea, soprattutto quella statunitense, mostra atteggiamenti bigotti, un minuscolo errore può trasformarsi in un fenomeno mediatico negativo a cinque stelle il quale ha il potere assoluto di compromettere per sempre la reputazione di un individuo. Caso analogo alla Jackson (anche se ben più grave) nel quale le capacità creative e artistiche di un personaggio dello spettacolo vengono annullate da una sua condotta socialmente sanzionabile e deviante è Chris Brown, giovanissimo artista la cui popolarità è crollata drasticamente a causa del suo "contenzioso" con Rihanna.

Ma passiamo oltre. L'album "janet." del 1993, rappresenta il picco della popolarità della Jackson la quale approfondisce e conduce all'estremo l'analisi dei temi del sesso, della sessualità, del razzismo, una profondissima analisi di sè, della propria intimità. Analisi che già si fa spinta nella foto promozionale per la copertina dell'album nella quale Janet, capelli ricci, sorridente e libera da qualsiasi pensiero, lascia che due mani sconosciute le tastino i suoi ben di dio. Le tematiche di questo lavoro saranno ancora ulteriormente approfondite nell'album successivo "The Velvet Rope", ma è tutta un'altra storia.

Musicalmente discutendo, predomina in questo disco quello stile "New Jack Swing" allungato con un po' di sano R'n'B, pop, soul, funk e Dance anni '90. Per tale motivo molte delle 27 (!) tracce (escludendo naturalmente i vari Intro, Outro, Interlude, costante dei lavori della Jackson) possono essere accostate alle loro colleghe presenti negli album "Dangerous" e "HIStory" del fratello Michael. Nonostante ciò vi sono le cosiddette "stand-out" tracks, ossia innovazioni, qualcosa di diverso dalla maggior parte. La prima di queste stand-out tracks è "That's The Way Love Goes", primo singolo, traccia molto valida, intensa, utile per una bella seratina piccante data l'atmosfera da "sesso" (perdonatemi questa citazione, per favore), nella quale Miss Jackson evita inutili spiegamenti di corde vocali per quasi ansimare il testo della traccia. Brillante esempio di innovazione in un contesto molto pop e commerciale è "Throb", traccia particolarmente ballabile che si innesca con una serie di melodie, suoni distorti e trombette alludenti in maniera più che spudorata al sesso. L'innovazione di cui parlavo poco sopra è la quasi mancanza di un testo e della stessa voce di Janet che si limita a cantare una sorta di ritornello e ad ansimare perlopiù poche altre frase; ciò che veramente conta in questa traccia sono voci distorte che si limitano a dire veramente poco e una serie di orgasmi esplosivi e da sesso estremo. Molto lirica, accompagnata da pochi strumenti, pianoforte e violini in primis, priva di percussioni, quasi classica, da "colonna sonora" è "Again", particolare ballad. In "What I'll Do" ci si imbatte in un funk/rock atipico se confrontato con il resto dell'album.

Le sonorità "New Jack Swing" si affievoliscono decisamente verso la fine dell'album, vertendo verso un r'n'b più maturo e moderno condito con del soul/ funk nelle tracce "Where Are You Now", "Any Time Any Place", "The Body That Loves You". Molto funky è "Whoops Now", hidden track della traccia conclusiva "Sweet Dreams".

Molto danzereccia è l'uptempo "If", adattissima ai club di metà anni '90, ma convincente ancora con l'orecchio di adesso, tipica canzone che chiunque l'ascolti senza sapere il nome dell'artista è in grado di rimandarla facilmente a Janet Jackson. Convincenti sono anche "This Time" e "You Want This", anch'esse uptempo orientate verso il tipico New Jack Swing. Con il senno di adesso noto grandi somiglianze tra canzoni come "Funky Big Band" a tracce che andranno a comporre "HIStory" del fratello Michael, in particolar modo "Tabloid Junkie" e "2 Bad".

Album abbastanza eterogeneo, intendo consigliare "janet." ai cultori delle sonorità anni '90, al vecchio r'n'b, ai fan della vecchia Janet Jackson, ai nostalgici della sua vecchia immagine, ma anche a tutti i suoi detrattori che annullano quello che ritengo il suo talento senza aver minimamente considerato i suoi lavori antecedenti a quel stupido sketch del Super Bowl.

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